[VIDEO MUSICA] "A SOLO UN METRO" di LUCA BUSOLETTI FEAT DARIO FO

Il video ufficiale di "A SOLO UN METRO" con Dario Fo.
Scritta da Luca Bussoletti, Vincenzo Incenzo e Nicco Verrienti. Si ringrazia la Galaxia Digital Video e la Crelp Fvg per la gentile concessione delle immagini di "Habibi" per la regia di Davide Del Degan.
Il ricavato delle vendite di questa canzone sarà devoluto ad AMNESTY INTERNATIONAL...


FIRENZE: "PORTA UN FINOCCHIO PER SILVIO". PROTESTA CONTRO IL PREMIER

Alcune decine di manifestanti hanno risposto all'invito di Arcigay protestando in via Cavour contro le recenti affermazioni del premier. Molti hanno portato con sé dei finocchi. Tra di loro anche la parlamentare Pd Paola Concia. "Meglio gay che Berlusconi" e "Berlusconi non è gay ma porta i tacchi". Sono alcuni degli slogan e delle scritte sui cartelli esposti a Firenze durante il presidio organizzato da Arcigay per protestare contro la frase pronunciata giorni fa da Berlusconi: "Meglio essere appassionati di belle ragazze che gay".

Il sit in è iniziato intorno alle 16 davanti alla sede della Prefettura. Molti dei manifestanti hanno risposto all'invito dell'Arcigay e hanno portato con sé dei finocchi, che sono stati appesi sulla facciata della prefettura. Alla manifestazione ha partecipato anche la parlamentare del Pd Paola Concia, a Firenze anche per far visita ai "rottamatori" riuniti alla Stazione Leopolda. Fra le bandiere sventolate, quelle dei Radicali e di Sinistra e Libertà. Alcune manifestanti mostrano il cartello: "Anch'io, lesbica, sono appassionata di belle ragazze".


BUNGA TI CHE BUNGHI ANCA MI!

Se la lunga festa (finita) dell’Occidente ha avuto un simbolo, per me quel simbolo è stato Maradona, che non è neanche occidentale in senso stretto e proprio oggi compie mezzo secolo: auguri. Ebbi la ventura di dedicarmi a lui per un campionato intero: a Napoli, mattina dopo mattina e mattana dopo mattana, con l’entusiasmo spregiudicato dei suoi e miei vent’anni. Ho spiato da dietro una siepe il bagno affollatissimo della sua casa di Posillipo. Ho sbirciato foto ricattatorie che lo ritraevano in situazioni che voi umani, eccetera. L’ho inseguito mille volte per carpirgli una battuta, quasi sempre un insulto, fino a quando un inviato di lungo corso non mi trattenne per un braccio: «Lascia correre gli altri, tu conserva le energie per la macchina da scrivere». Era Vittorio Feltri. Ogni sera, trasmesso l’articolo dove Maradona attaccava briga con qualche potente, disertava l’allenamento o finiva nei guai per una ragazza, mi domandavo: cosa potrà ancora inventarsi domani per non venire a noia? Ma era un esercizio ginnico della mia fantasia, che il giorno dopo veniva oltrepassata dalla realtà. Solo in seguito avrei capito che Maradona faceva sempre notizia perché era l’emblema inconsapevole di un’epoca, la nostra: emotiva, ossessionata dalla trasgressione, prodiga nel dilapidare talenti senza preoccuparsi del futuro. Quando infine si ritirò, tutti fummo concordi nel dire che un fenomeno mediatico come lui non ci sarebbe più stato.

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E invece ci sbagliavamo. Bunga bunga se ci sbagliavamo. (Massimo Gramellini)


LA DESTRA DETESTA SAVIANO. PERCHE' PARLA DI CRIMINILITA' ORGANIZZATA...

 Il programma di Saviano e Fazio si farà. I contratti di Vieni via con me 1, che giacevano a viale Mazzini da settimane, sono stati firmati dalla struttura Risorse Televisive diretta da Lorenza Lei. Al debutto, l'8 novembre, parteciperanno a titolo gratuito Roberto Benigni e Claudio Abbado. Dopo le polemiche sui costi 2, da Rai3 precisano che le cifre fatte circolare sono un preventivo. Le quattro puntate di Vieni via con me non costerebbero 2 milioni e 800 mila euro (tetto massimo): si parla di un 15% in meno su quella cifra. È a carico di Endemol il contratto di Roberto Saviano (50 mila euro lorde a puntata), Fabio Fazio è legato alla Rai con un contratto biennale. Benigni ha risposto al dg Mauro Masi con un gesto concreto: farà risparmiare alla Rai i 250 mila euro del suo cachet, regalando ai telespettatori 40 minuti di show.

Loris Mazzetti, capostruttura e curatore del programma, spiega: "È per aderire al progetto, per amicizia verso Saviano e Fazio, che alcuni artisti verranno gratis, altri hanno ridotto i loro compensi. Un ulteriore risparmio per la Rai, un alibi in meno per chi non ci voleva mandare in onda". Antonio Albanese percepirà meno di 20 mila euro, Paolo Rossi 5 mila. Il budget comprendeva un milione di

euro per i super-ospiti. Bono Vox degli U2 ha però già detto no a causa delle lungaggini Rai. Mazzetti, storico curatore dei programmi di Enzo Biagi, colpito da provvedimenti disciplinari da parte di Masi (ha collezionato già tre sospensioni per 20 giorni complessivi), ribadisce che "le proteste hanno sbloccato la situazione". "Se Saviano non avesse parlato, se fossimo rimasti in silenzio, Vieni via con me non avrebbe mai visto la luce". Fedele Confalonieri, presidente Mediaset sul programma di Saviano dice: "Certo, lo manderei in onda. Se facesse un buon prodotto. Ora non lo so".

Mentre Milena Gabanelli aspetta d'essere portata in tribunale per presunta "diffamazione" al premier 3 (e c'è ci sussurra che in Rai qualcuno voglia toglierle l'assistenza legale) Silvio Berlusconi continua a generare polemiche. "Il Tg3? Non esiste secondo alcune trasmissioni Rai...", ha detto il premier in una conferenza stampa alla giornalista del Tg3 che le stava per fare una domanda sul problema dei rifiuti. "Non esiste?" chiede la giornalista. "Sì, non esiste" ha replicato il premier, "lo dico a sostegno alla rete". Una battuta che si riferiva forse a un servizio di Annozero (in cui mancavano diversi tg, non solo il Tg3) o ai richiami recenti di Agcom verso i tg di Minzolini e Fede, senza bacchettare i tg Rai che sarebbero a sfavore del governo.

Ha peggiorato le cose l'intervento del sottosegretario Guido Bertolaso: "Parliamo di spazzatura, quella vera..". Una frase offensiva? Bianca Berlinguer, direttore del Tg3, ha risposto con durezza: "Posso replicare alle critiche politiche, ma non alle provocazioni gratuite e cafone". Anziché scusarsi, Bertolaso ha negato che fosse una "provocazione gratuita, ma semplicemente il richiamo ad occuparsi del tema (spazzatura) della conferenza stampa". Aggiungendo: "Evidentemente, chi si è sentito tirato in ballo, probabilmente ha un po' di coda di paglia". Il Cdr del Tg3 non ci sta: "A proposito di coda di paglia, non si comprende come mai la sua precisazione sia arrivata dopo la replica del nostro direttore, in maniera tardiva".

Intanto, Saviano, ospite di Annozero porta fortuna a Santoro. Giovedì il programma ha catturato 6 milioni 199 mila telespettatori, 22% di share. "È la terza volta che vinciamo negli ascolti in cinque puntate. E giovedì non c'era neanche il traino delle polemiche", dice Santoro, mentre dal Pdl il deputato Nino Foti accusa: "È intollerabile che un dipendente del servizio pubblico tenti di mettere alla berlina la dirigenza Rai". 


CHIAMAMILANO.IT : ABBIAMO IL DIRITTO DI DIFENDERE IL CONCETTO DI BELLEZZA ANCHE PER MILANO

Il 14 luglio 2010, dopo oltre sei mesi di dibattito in Consiglio Comunale, è stata votata l’adozione del Piano di governo del territorio, che a seguito delle valutazioni degli altri enti chiamati a decidere in materia –Provincia, ASL e ARPA– e soprattutto delle osservazioni dei cittadini (che potranno essere presentate dalla metà di ottobre alla metà di novembre), potrà essere modificato nella seconda fase di discussione a Palazzo Marino (da gennaio a metà febbraio) che precede l’approvazione definitiva. Il Piano di Governo del Territorio non é un progetto urbanistico né tanto meno architettonico.:

Il PGT per esplicita dichiarazione dei suoi ideatori si fonda sulla presunta  capacità del privato, guidato dalle leggi di mercato, di costruire un sistema coerente di sviluppo urbanistico e dei servizi, e sulla conseguente rinuncia da parte del pubblico ad una progettazione complessiva. Si ritiene infatti  che la somma delle spinte individuali possa coprire ugualmente il complesso delle richieste della città.Manda le tue Osservazioni cliccando sull'immagine qui sopra o cliccando su questo link: .http://www.chiamamilano.it/media/files/002prog/pgtgen-09.html#

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Come ha affermato l'Ordine degli Architetti nel parere negativo che il 9 dicembre 2009 ha dato (seguito da quello dell'Ordine degli Urbanisti), evidentemente non sono bastate le devastazioni provocate dal sovrapporsi disarmonico degli ultimi grandi progetti che hanno interessato la città.

Il PGT non costituisce un Piano Urbanistico, ma piuttosto un piano finanziario, legato ad un’economia già vecchia, basata sulle transazioni speculative finanziarie e non sul prodotto, che in questo caso è la costruzione dei luoghi della vita dei cittadini.

Si inventano, infatti, dei volumi virtuali –come sono stati introdotti sul mercato finanziario i titoli “subprime” che hanno portato alle bolle speculative del 2008– su un’area agricola quale è il Parco Sud, per poterli scambiare, mediante un istituto simile alla Borsa, ed usarli quindi in aggiunta all’esistente nel più remunerativo tessuto urbano, densificandolo e rendendolo capace di accogliere quasi mezzo milione di persone in più.

All'incirca lo stesso numero che, abbandonando Milano negli ultimi anni, l'ha lasciata ‘piena di spazi vuoti’, che sono ancora aumentati vorticosamente negli ultimi mesi a causa della crisi economica. Sarebbe quindi opportuno, prima di tutto, un riutilizzo attento dei volumi vuoti, anche per evitare degrado e insicurezza. Invece, per spingere un'attività immobiliare evidentemente non correlata alla richiesta, si decide di edificare nuovi volumi addirittura senza regolamentarne le destinazioni d'uso.

In questo modo ci si espone al rischio di una città futura imprevedibile
nel rapporto tra residenza, luoghi di lavoro, spazi commerciali e aree pubbliche, ma soprattutto non avanzando richieste correlate di servizi. I servizi -come la scuola, la sanità, l’assistenza- vengono infatti lasciati alla libera iniziativa privata, sempre confidando nel potere salvifico del mercato.

Il meccanismo essenziale per potere realizzare tutto ciò, cioè la creazione degli indici edificatori sul Parco Sud, viene giustificato come l’unico modo di salvare la vocazione agricola del Parco, con il dono del valore di volumetrie commerciabili nella Borsa dei Diritti Volumetrici.

Oltre all’evidente paradosso di voler salvare una zona inedificabile concedendole, se pur virtualmente, di edificare, basta far rispettare la legge del Parco, che tutela proprio la sua vocazione agricola, mentre il Comune la sostituirebbe oltre a tutto con la funzione di verde fruibile, quindi soggetto anche alle trasformazioni per vari usi, tra cui quello sportivo.

A  grande rischio è esposta la connotazione urbanistica stessa della città, stratificata in secoli di pianificazioni e ancora fortunatamente riconoscibile, ma esposta, soprattutto nella cerchia tra Navigli e Bastioni, alla possibilità di interventi pressoché senza regole.
Forse non abbiamo il diritto di difendere un concetto di Bellezza anche per Milano?

E a quali cittadini, a quale convivenza pensiamo se deleghiamo tutto alle leggi del mercato, che normalmente si orienterà verso gli utenti più vantaggiosi per equilibrare i costi?

O forse tutto questo sarà solo uno Scenario,  come si usa dire, ma la realtà sarà solo un immobilismo del mercato immobiliare reale, sostituito da un frenetico gioco di contrattazioni del mercato finanziario.

http://www.chiamamilano.it/cgi-bin/testo2.pl?pmid=32&pos=2


Nobel: Dario Fo, premio a Llosa scelta meditata e seria

L'assegnazione del premio Nobel a Mario Vergas Llosa e' "una scelta meditata e seria". Questo il giudizio 'a caldo' che il Nobel per la letteratura Dario Fo ha affidato all'ADNKRONOS sulla vittoria del peruviano Mario Vergas Llosa."Conosco soprattutto -dice- la prima produzione di Llosa che ho letto 30 anni fa a Parigi. Ho letto alcuni suoi libri su indicazione di Sartre che lo considerava un ottimo scrittore. In quegli anni ho apprezzato in particolare la sua capacita' di descrivere la lotta di classe nel suo paese: argomenti molto delicati che hanno messo a nudo le debolezze di un popolo in grave difficolta'. Una dote - precisa- che si e' tradotta anche nel desiderio di aiutare la sua gente ad emanciparsi dalle ingiustizie alle quali era sottoposta. E' sempre stato un uomo impegnato che, per un certo periodo, ha sposato le battaglie dalla sinistra dalla quale, pero', negli anni e' stato deluso".

 

 

"Una delusione cosi' forte - chiarisce Dario Fo- che e' passato a posizioni piu' moderate: ora il suo credo e' quello di una destra liberale. Anzi come dice lui stesso, quello di una destra 'pesantemente liberale'".

 

 


ESCORT, BESTEMMIE, BARZELLETTE SUGLI EBREI. LA CHIESA LO DIFENDE : "BISOGNA CONTESTUALIZZARE..."

«Ci mancava solo la bestemmia dentro la barzelletta del presidente». Comincia così l’editoriale di Avvenire firmato dal direttore Marco Tarquinio, all’indomani del video pubblicato dal sito de L’Espresso, in cui Berlusconi racconta una barzelletta contro Rosy Bindi che si conclude con una bestemmia.

L'affondo del quotidiano è durissimo. «C’è una cultura della battuta a ogni costo che ha preso piede e fa brutta la nostra politica. E su questo tanti dovrebbero tornare a riflettere», è l'appello lanciato dal direttore del giornale dei vescovi. «Ma su ogni uomo delle istituzioni - prosegue l’editoriale - su ogni ministro e a maggior ragione sul capo del governo grava, inseorabile, un più alto dovere di sobrietà e di rispetto. Per ciò che si rappresenta, per i sentimenti dei cittadini e per Colui che non va nominato invano». Più cauto invece il commento di Monsignor Rino Fisichella: «Bisogna sempre in questi momenti saper contestualizzare le cose - spiega il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione - e, certamente, non bisogna da un lato diminuire la nostra attenzione, quando siamo persone pubbliche, a non venir meno a quello che è il nostro linguaggio e la nostra condizione; dall’altra credo che in Italia dobbiamo essere capaci di non creare delle burrasche ogni giorno per strumentalizzare situazioni politiche che hanno già un loro valore piuttosto delicato».

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Intanto la polemica politica infuria. «Le barzellette sono un problema di gusto e di rispetto per gli altri. Un problema per cui ciascuno risponde della barzellette che dice», attacca il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Per il vicesegretario del Pd Enrico Letta «l’Italia non può permettersi un primo ministro così». «Se la bestemmia fosse scappata ad un altro presidente del Consiglio sarebbe venuto giù il mondo - dice il vicesegretario del Pd - , l’ha detta Berlusconi e noto reazioni troppo timide. Questo mi preoccupa perchè significa che da lui si tollera tutto». Ma il Pdl fa quadrato intoirno al Cavaliere. Per il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi «Berlusconi ha sbagliato, ma ha chiesto scusa. Quando accadono questi fatti ci sono solo poche cose da fare: dare un giudizio, e lui ha sbagliato, chiedere scusa, e lui lo ha fatto, e, per un cattolico, andarsi a confessare. È inutile ora continuare ad alimentare polemiche e strumentalizzare».

Non si placa quindi la bufera sulle barzellette di Berlusconi "rubate" in due video. La "storiella" incriminata, raccontata a un gruppo di fan e conclusa con una bestemmia, ha trasformato la giornata di ieri del premier in un venerdì ad alta tensione. A sera dopo che le opposizioni avevano stigmatizzato duramente le sue parole era scesa in campo Famiglia Cristiana definendo la bestemmia «un’offesa a tutti i cattolici». Eppure il Cavaliere si era detto convinto convinto che gli attacchi erano «strumentali». Certo, Berlusconi si è scusato se ha urtato la sensibilità di qualcuno (di barzellette tra l’altro ne ha raccontate più d’una concedendosi dell’ironia anche sugli ebrei) ma ha spiegato di non averle certo inventate lui queste «storielle». Sono vecchie, ha minimizzato, circolate più di un anno fa in Parlamento.

Ciò che è certo è che la bufera nella quale si trova coinvolto il presidente del Consiglio nasce "a tradimento": le sue parole sono infatti state registrate e poi diffuse a sua insaputa, la sera del suo compleanno ( la notte tra il 28 e il 29 settembre, appena dopo aver incassato la fiducia alla Camera) mentre intratteneva sotto la sua residenza romana un gruppo di fan. Le barzellette rubate, quella che ancora una volta prende di mira Rosy Bindi e che finisce con una bestemmia e quella sugli ebrei, hanno scatenato una ridda di polemiche. «Penso che questa volta il presidente del Consiglio - ha detto la diretta interessata - prima che a me debba chiedere scusa a tutti i credenti di questo Paese, alla Chiesa e a quella stampa cattolica di cui ieri si è vantato di avere l’attenzione». Nell’insieme, ha affermato il leader del Pd Pier Luigi Bersani, si tratta di affermazioni «inaccettabili». Indegne e sconcertanti, ha aggiunto l’Italia dei Valori che oggi scende in piazza per il nuovo No-B day. Eppure, è stata la replica del vicepresidente dei deputati Osvaldo Napoli, «la libertà, come diceva Hugo, inizia dall’ironia».