[VIDEO] Franca Rame e Dario Fo in "Il maschio prepotente"
Un bellissimo duetto di Franca Rame e Dario Fo sulla condizione della donna da "Buonasera con Franca Rame".
Un bellissimo duetto di Franca Rame e Dario Fo sulla condizione della donna da "Buonasera con Franca Rame".
Mostra prodotta dalla compagnia Absurda Comica a cura di Cristiano Beffa e Stefano Di Pietro
Il Duomo di Modena letto da Dario Fo come uno straordinario libro di pietra sul quale un’intera comunità, alla fine dell’XI secolo, ha scolpito la propria storia di fatiche e di lavoro ma soprattutto di lotta per prendere coscienza della propria forza e conquistare la libertà dai signori feudali.
"Il Duomo di Modena è stato dichiarato "patrimonio dell'umanità" dall'Unesco, un riconoscimento che merita di essere non soltanto applaudito, ma soprattutto descritto e rappresentato. Di certo questa e un'opera d'arte straordinaria, ma in Italia di monumenti di grande valore ne esistono a migliaia. E allora cosa distingue questo capolavoro e lo rende unico, inarrivabile nel mondo intero? Esattamente, oltre la magnificenza dell'architettura e delle decorazioni scultoree, la sua storia e ciò che rappresenta. Il Duomo di Modena è un libro di pietra, ed è anche qualche cosa di più della Biblia pauperum, cioè una bibbia dei poveri, come la definivano i romantici dell'Ottocento." (Dario Fo)
La prima parte del video da Youtube...
Il DVD con l'opera completa lo trovate su commercioetico.it
I video da Youtube
Il tempio degli uomini liberi - Il Duomo di Modena - prima parte
Il tempio degli uomini liberi - Il Duomo di Modena - seconda parte
Il tempio degli uomini liberi - Il Duomo di Modena - terza parte
Il tempio degli uomini liberi - Il Duomo di Modena - quarta parte
Il tempio degli uomini liberi - Il Duomo di Modena - quinta parte
Il tempio degli uomini liberi - Il Duomo di Modena - sesta parte
Una versione riveduta e corretta della celebre opera scritta da Alfred Jarry nel 1896, "ribassata" per adeguarla alla statura del presidente del Consiglio in carica al momento della messa in scena. Introduzione e prima parte dello spettacolo - Rimini, 28/06/2003.
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I video da Youtube Ubu Roi - prima parte Ubu Roi - seconda parte Ubu Roi - terza parte Ubu Roi - quarta parte
Esattamente 41 anni fa andavamo in scena qui a Milano con Mistero Buffo. Era il 1969. Recitavamo in un capannone di una piccola fabbrica dismessa dalle parti di Porta Romana che noi avevamo trasformato in una sala di teatro con il nostro gruppo. In quell’occasione Franca ed io ci alternavamo sul palcoscenico eseguendo monologhi di tradizione popolare, tratti da giullarate e fabliaux del medioevo, non solo italiane, ma provenienti da tutta Europa. Lo spettacolo ottenne grande successo e venne replicato centinaia di volte nel nostro teatro di via Colletta, in palazzetti dello sport, chiese sconsacrate, locali cinematografici, in balere e perfino in teatri normali. Mistero Buffo cercava di dimostrare che esiste un teatro popolare di grande valore, nient’affatto succube o derivato da testi della tradizione erudita, espressione della cultura dominante. In quell’occasione ci si sentiva ripetere a tormentone: «Non esiste una forma espressiva popolare autonoma perché l’unica cultura autentica e di pregio è quella espressa dal potere dominante. L’altra, quella cosiddetta popolare, in verità è solo risultato di scopiazzature.» Insomma: gli unici poeti validi sono quelli dalle corti dei principi e dell’alta borghesia.
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Fu proprio in quel tempo che scoprimmo dei ricercatori di grande valore che ci davano ragione, a cominciare da Pitrè, Toschi e De Bartholomeis, Tullio de Mauro e Gianfranco Folena, il quale nel suo saggio “Il Linguaggio del caos” ci dedicava uno straordinario capitolo (“Le lingue della commedia e la commedia delle lingue”) nel quale, fra l’altro, diceva: «l’interlingua teatrale di Fo non richiede dal pubblico per essere intesa specifiche competenze dialettali perché la mimica, il lazzo, l’onomatopea compensano l’apparente arbitrarietà linguistica e la carenza semantica e perché Fo, grandissimo mimo, padroneggia da maestro le tecniche del discorso e della narrativa popolare. [...] Se volete godervi per esteso il significato di giullare, se pur tradotto nel nostro tempo, andate ad assistere a qualche brano di Mistero Buffo messo in scena da Franca Rame e Dario Fo. Lì potrete ottenere un’idea del tutto credibile di cosa fosse il teatro satirico dei giullari medioevali.»
Debuttando anche fuori dall’Italia dall’Inghilterra alla Spagna, per poi arrivare in Grecia e in Russia, rintracciavamo brani del tutto sconosciuti raccolti da ricercatori di Paesi e culture diverse. Noi li si metteva in scena quasi a soggetto. Il testo definitivo lo si stendeva solo dopo averlo recitato per mesi interi. Ritrovammo canovacci rappresentati secoli fa dai comici dell’arte, soprattutto in Francia, brani recitati da Arlecchino e da altre maschere, e in seguito a un nostro viaggio in Cina riuscimmo ad arricchire il nostro repertorio anche della “Storia della tigre”. Così, ad un certo punto, ci accorgemmo recitando a Roma nello chapiteau di un circo viaggiante che raccoglieva più di 2000 persone che la mole del testo di Mistero Buffo si era ormai decuplicato.
Per riuscire a misurarne la dimensione decidemmo di recitare ogni sera uno spettacolo con testi completamente differenti. Così si giunse a mettere in scena la bellezza di sei “Misteri Buffi”. Ma se dovessimo oggi ripetere lo stesso esperimento, siamo certi che la sequenza delle nostre esibizioni raggiungerebbe il numero di dieci e più testi autonomi.
Oggi, dopo quasi mezzo secolo, torniamo in scena, di nuovo a Milano, con una selezione di questo nostro spettacolo “dei primordi”. Non ci è stato facile decidere quali testi privilegiare. Siamo sicuri che durante queste due settimane di teatro, nelle varie serate inseriremo qua e là altri testi e soprattutto andremo recitando all’improvviso in modo a dir poco esagerato. Ma dovete capire: per noi recitare non è solo un mestiere, ma è anche e soprattutto un divertimento. Che raggiunge il massimo del piacere quando riusciamo a inventarci nuove situazioni e buttare all’aria convenzioni e regole. Speriamo di comunicarvi questo nostro spasso e di riuscire a sorprendervi, farvi ridere e magari pensare.
Dario Fo
Orari spettacolo:
feriali ore 20.45
Sabato della prima settimana di repliche ore 16.00
Domenica ore 16.00
Sabato della seconda settimana di repliche solo ore 20.45
Prezzi spettacolo:
posto unico € 22,00
Biglietteria (per informazioni e prenotazioni):
Piazza San Babila – Milano INFOLINE: 02.794026
Dal Lunedì al Sabato dalle 10.00 alle 19:00
Domenica dalle 11.00 alle 17.00
Campagna abbonamenti:
presso gli uffici del Teatro Piazza - San Babila, 3 (di fronte all’ingresso del teatro)
Dal Lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18:00
Sabato dalle 10 alle 13
INFOLINE: 02.794026
Si ringrazia Lia Chirici Ufficio stampa VerbaVolant per la gentile collaborazione
DA: http://teatro.lospettacolo.it/leggi.asp?id=-9223372036854704292
Dario Fo risale alle origini della sua arte e ripercorre la nascita della cultura alta da quella popolare. Il video è tratto dal canale Youtube ufficiale della Rai.
"Il mio amico Aldo / Tre storie di gatti (una triste, una allegra, una media)" - Ricordi 1962
Un esperimento discografico realizzato da Dario Fo e Giorgio Gaber nei primi anni sessanta.
La copertina di questo rarissimo 45 giri è disegnata da Guido Crepax.