PREMIO TOMMASINI A MILUOD OUKILI

La premiazione del clown francese avverrà con cerimonia pubblica mercoledì 15 aprile. Nel ricordo di molti Mario Tommasini pedala nelle strade e nei viali di Parma. Va ai tanti suoi impegni, va a dar coraggio a chi è costretto in un letto di ospedale, va a cercare una soluzione per chi sta annaspando tra i problemi. Pedala e canta: i guai che si porta sulle spalle non fanno di lui una figura di tristezza, ma lo accendono con una allegria contagiosa,
Quest'anno, nel secondo anniversario della sua scomparsa, il premio internazionale intitolato al suo nome e assegnato dalla Fondazione “Mario Tommasini-Onlus”, andrà a una persona che nella sua straordinaria avventura ricorda questi caratteri di Mario: Miloud Oukili.

La premiazione avverrà con cerimonia pubblica mercoledì 15 aprile alle 17 all'Audutorium del Carmine presso il Conservatorio della musica.La Fondazione nasce per iniziativa di un gruppo di persone, amici, studiosi, politici e religiosi, determinati a conservare la memoria dell'uomo e del politico, ma soprattutto a creare un laboratorio di riflessioni e idee in grado di accrescere e sviluppare i principi ispiratori della vita di Tommasini. All’iniziativa hanno aderito le principali istituzioni di Parma e provincia, oltre ai comuni del territorio parmense che hanno sostenuto le iniziative di Tommasini.
La storia di Miloud Oukili è stata raccontata in un film, “Parada”, per la regìa di Marco Pontecorvo, e in un libro (“Il volto non comune di un clown”, di Liana Mussoni) con un intervento e illustrazioni di Dario Fo.
Nato nel 1972 in Algeria e cresciuto, fin da bambino, in Francia, il paese di sua mamma, Miloud Oukili è entrato da ragazzo nel “Circo Annie Fratellini”, tra i più famosi d'Europa, diventando uno splendido clown. E di essere un clown non si è dimenticato quando il servizio civile, con Handicap International, l'ha portato a Bucarest, negli orfanotrofi, negli ospedali e nei centri per adulti handicappati.
Era il 1991. La Romania era appena uscita dalla dittatura di Ceausescu e ciò che rimaneva era un panorama di miseria e di fame. Centinaia di bambini erano senza famiglia, sbandati e Miloud sentiva che doveva incontrarli, doveva costruire almeno un inizio di amicizia.
Era andato nelle loro baracche, era sceso nei canali sotterranei. Ma era riuscito a sgretolare la loro diffidenza soltanto quando si era ricordato del suo vecchio mestiere di clown. Una pallina rossa sul naso, la faccia imbrattata d'altri colori, i giochi acrobatici avevano funzionato come un passaporto. La curiosità aveva rotto le barriere. E a poco a poco i ragazzi avevano riconosciuto in Miloud un amico.
Da quegli incontri che avevano l'aria occasionale (ma Miloud accompagnava i bambini nei loro rifugi e spesso passava la notte con loro) è nata una struttura fissa. Il reinserimento nella società è diventato una strada percorsa da sempre più ragazzi convinti ad abbandonare la strada, impegnarsi in una scuola, impratichirsi in un lavoro: a guadare al futuro co speranza. E' l'associazione “Terre des Hommes” che nei primi tre anni l'aiuta.
Una cinquantina di ragazzi ha scelto lo stesso mestiere di Oukili. E' stata creata una compagnia di clown che gira l'Europa proponendo spettacoli nelle scuole, nelle piazze, negli ospedali. I piccoli clown raccontano la loro storia, i loro sogni, i successi, le difficoltà. Anche in Italia i Ragazzi di Budapest hanno portato le loro storie all'interno della campagna “Un naso rosso contro l'indifferenza”. Ed è stata creata la “Parada Italia”, l'associazione che a fianco di Miloud lavora con i giovani soli sulle strade. Il circo si è rivelato uno strumento importante per ridare fiducia e autostima a tanti giovani che era stati abbandonati.
Il circo è anche una proposta culturale: permette di vedere gli altri, anche i più emarginati, non più nella loro sofferenza ma attraverso un “prisma”, quello della gioia e dell'emozione. Gli interventi di Oukili si moltiplicano nel mondo: Somalia, Bielorussia, Kosovo, Honduras, Stati Uniti, Belgio, Francia, Brasile, Palestina, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Nepal.
Miloud Oukili ha ricevuto molti premi e riconoscimenti, Tra i quali il “Premio Schweitzer”, lo stesso che era stato conferito a Mario Tommasini. E a Bologna ha ricevuto la laurea ad honorem in Scienze dell'educazione.
Il programma della giornata parmense di Oukili, il 15 aprile prossimo, prevede, per le ore 11, un incontro con i ragazzi nel teatro dell'Istituto Maria Luigia, alle 13 l'incontro con il sindaco, e alle 17 il conferimento del premio all'Audutorium del Carmine presso il Conservatorio della musica. L'ingresso è libero.

http://www.parmadaily.it/Notizie/Dettaglio.aspx?pda=VOL&pdi=21085

Liana Mussoni - "Il volto non comune di un Clown" . Con intervento e illustrazioni di Dario Fo

€. 7,00 pp. 80 (TerrEmerse)
ISBN 8887808548

In questo libro raccontiamo la storia di Miloud Oukili, il giovane clown franco-algerino che, attraverso l’arte circense, ha permesso a centinaia di bambini abbandonati di uscire dai canali sotterranei di Bucarest per ricominciare a vivere.
Si tratta di una vicenda straordinaria che ci insegna il significato più profondo di parole come “solidarietà”, “ascolto”, “libertà”; un’esperienza che valorizza la dimensione della soggettività, l’intrinseco valore di ogni persona, attraverso l’arte. (…)
L’arte in generale e il teatro in particolare permettono all’uomo di recuperare quella perdita di anima che caratterizza la nostra società, perché è in grado di donargli la consapevolezza critica di abitare un mondo da lui stesso costruito, le cui regole possono essere cambiate e non accettate passivamente; il teatro aiuta a educare un uomo capace di reagire al “malessere da mancanza di futuro” con un atteggiamento di fiducia. (…)
Tutto questo viene confermato dall’esperienza di Miloud che affronta l’argomento da un altro punto di vista, o meglio, lo affronta vivendolo e non semplicemente analizzandolo.
L’originalità del suo approccio ai ragazzi di Bucarest è il sorriso e l’autorionia: la capacità di ridere di sé stessi e degli altri per superare le difficoltà senza cadere nell’autocommiserazione o nell’aggressività. Il suo lavoro, dunque, incontra l’ambito della comico-terapia, dove curare significa “prendersi cura” della persona malata attraverso la consapevolezza che il buon umore accelera la guarigione e migliora la qualità della vita. Proprio il tema della comicità come terapia mi ha portato ad incontrare Dario Fo che molto generosamente ha arricchito con la sua testimonianza e i suoi disegni questo lavoro.
L’incontro con Miloud è stato uno dei momenti più emozionanti della mia vita, per questo ho pensato di condividerlo con altri pubblicando questo piccolo libro che spero teniate sempre vicino al cuore.


LA TV DISTRUGGE LA CIVILTA'

In Homo vidensedito da Laterza, Giovanni Sartori – con un linguaggio chiaro, diretto e, a volte, colloquiale – sostiene una tesi forte: e cioè che «il video sta trasformando l’homo sapiens prodotto dalla cultura scritta in un homo videns nel quale la parola è spodestata dall’immagine». Fin qui potrebbe sembrare una trasformazione con poche e ininfluenti conseguenze. Per Sartori non è così, anzi: la trasformazione in homo videns può portare alla fine delle civiltà come noi la conosciamo.

Infatti, l’homo videns a differenza dell’homo sapiens sarebbe – per Sartori – incapace di capire tutto ciò che è simbolico, ovvero ciò che non può essere visto, ma che deve essere capito. «L’homo sapiens […] deve tutto il suo sapere e proprio tutto il suo progredire nel capire alla sua capacità di astrazione», capacità annullata in un uomo cresciuto ed educato dalla televisione, nei programmi della quale tutto è affidato alle immagini, con la conseguenza che quanto non può essere mostrato, non entra in video e finisce per non esistere neppure. «La televisione produce immagini e cancella i concetti; ma così atrofizza la nostra capacità astraente e con essa tutta la nostra capacità di capire»: il linguaggio concettuale (quello astratto) «è sostituito da un linguaggio percettivo (concreto) che è infinitamente più povero». Inoltre, «Perdendo la capacità di astrazione perdiamo anche la capacità di distinguere tra vero e falso» finendo, così, nel credere vero tutto quanto la televisione ci fa vedere.
Neppure Internet con la sua infinita “scorta” di informazioni e di cultura potrà venire in aiuto della civiltà: coloro che, educati dalla televisione, saranno privi di capacità di astrazione, in Internet cercheranno e troveranno solo un altro mezzo (oltre alla televisione) di svago e di divertimento che li aiuterà ad ammazzare il tempo.
Inutile dire che il potere della televisione sta cancellando la nostra democrazia: l’homo videns, disinformato (o informato solo di ciò che si è riusciti a riprendere), incompetente (ovvero non competente in quanto profondamente ignorante) e incapace di capire e di scindere ciò che è vero da ciò che è falso, è facilmente manipolabile da chi possiede e fa la TV.
Un libro, quello di Sartori, che vale la pena di essere letto (magari assieme a Cattiva maestra televisione) anche da chi non crede che la televisione possa fare tutti i danni descritti dal saggista (uno dei pochi studiosi italiani ad essere tradotti in più di trenta lingue).
Danilo Ruocco

 

A PERUGIA NASCE IL BERTOLT BRECHT CON DARIO FO

Perugia avra' un nuovo teatro pubblico che va ad aggiungersi allo storico Morlacchi (costruito tra il 1778 e il 1780; ceduto fra il 1951 e il 1953 al Comune che curo' i restauri dopo che era stato requisito e danneggiato dai tedeschi durante l'occupazione della citta' - attualmente dispone di 785 posti - n.d.r.). E' il 'Bertolt Brecht', struttura pensata, progettata e costruita esclusivamente per la funzione di teatro, a costituire un polo culturale in un quartiere, San Sisto, periferico anziche' nel centro storico.
  L'inaugurazione, all'insegna dello slogan 'un nuovo teatro per la citta' che cresce' si terra' sabato 4 aprile; ad una cerimonia in mattinata, alla presenza delle autorita' politico amministrative fara' seguito il primo spettacolo, alle 21, affidato al premio Nobel Dario Fo (l'ingresso e' ad inviti). In una nota dell'amministrazione comunale si legge che Fo ha accolto con grande generosita' la proposta di aprire la programmazione e per la sua performance, si e' preso ampia disponibilita' di decidere con quali testi andare in scena, lasciando spazio all'improvvisazione. Al termine dello spettacolo, Dario Fo ricevera' in dono i Sigilli della citta'.
  'Pochi giorni dopo il completamento del restauro dell'antico tempio di San Bevignate - evidenzia l'amministrazione guidata dal sindaco Renato Locchi giunto al termine del secondo mandato - apre dunque il 'Bertolt Brecht', struttura del tutto nuova.
  Il tradizionale quartiere operaio di Perugia, quello della Perugina, muta in parte la sua fisionomia, anche con la nascita della Facolta' di Medicina attigua all'ospedale Santa Maria della Misericordia. Da quartiere operaio a zona universitaria e polo culturale'. L'iter amministrativo del teatro parti' da una delibera di Giunta del febbraio 2005; nel 2006 vennero esperite le procedure di gara pubblica per l'affidamento dei lavori di completamento del centro civico di San Sisto e la realizzazione del teatro, per un importo complessivo di 1,720 mln di euro. Il progetto esecutivo fu redatto dai tecnici del Comune coordinati dall'ingegnere Luigi Pigliautile, dirigente dell'U.O. Politiche dei Beni Culturali. Il progetto partiva dall'ampliamento e trasformazione di una sala polifunzionale preesistente, costruita tra il 2002 ed il 2004, anno d'inaugurazione della biblioteca multimediale Sandro Penna progettata dall?architetto Italo Rota. Dalla capacita' di 338 posti, il nuovo teatro si articola in tre corpi di fabbrica per una superficie totale di 964 mq, dei quali 566 mq nel corpo A destinato a sala, galleria e servizi; 164 mq nel corpo B a costuire la torre scenica, 120 mq nel corpo C costiuito dai camerini e 113 mq d'intercapedine completamente interrata. Per la gestione del teatro il Comune ha individuato Fontemaggiore, che avra' il compito di attingere a generi e linguaggi diversi con una particolare attenzione al territorio e alle sue proposte culturali.


[VIDEO]DARIO FO - IL GENIO MIMICO n°2 : FALLOTROPIA E IL VIAGRA DEL '500

dallo spettacolo in Bergamo del 1996 "Fallotropia, violenza da impotenza" una saggio di genio mimico di comicità assoluta, Arlecchino beve una pozione per sbaglio e il suo pene aumenta a dismisura. Cercando di nasconderlo mimetizzandolo con un gatto, fino a farlo esplodere. Parodia in un bergamasco francese, pubblico in delirio, un Dario Fo da pietra miliare nel Grammelot.


MARIO PIROVANO IN INGLESE: Francis The Holy Jester di Dario Fo

I giorni 9 e 10 aprile, il Monash University Prato Centre ospita l’anteprima mondiale della traduzione inglese della famosa commedia di Dario Fo, Lu Santo Jullàre Françesco, interpretato da Mario Pirovano. Lo spettacolo partirà da Prato per proseguire in tournè nel Regno Unito e poi in Australia. Dal monologo prendono vita un’ intera serie di personaggi dell’ Italia medievale: Papi e Cardinali, soldati sui campi di battaglia, contadini e venditori al mercato, monaci e cavapietre. La realtà storica e la tradizione popolare si intrecciano senza sosta....

 

 

nel ripercorrere alcuni dei momenti più significativi della vita di Francesco: la richiesta di approvazione della Regola al Papa Innocenzo III, la predica agli uccelli, l’incontro con il lupo, la malattia agli occhi… Lavorando su leggende popolari, su testi canonici del Trecento e su documenti emersi negli ultimi cinquant'anni, Dario Fo elabora in quest’opera, un'immagine non agiografica di san Francesco: spogliato dal mito, ritroviamo un personaggio provocatorio, coerente, coraggioso, ironico.

 

 

 

Del resto era lo stesso Francesco a definirsi “jullare di Dio”, e questo proprio negli anni in cui l’imperatore Federico II promulgava un editto contro i “Jugulatores” considerandoli buffoni osceni! Dice Fo: “Della giullarata Francesco conosceva la tecnica, il mestiere e le regole assolute. Non teneva mai prediche secondo la convenzione ecclesiastica, anzi, rifiutava l’andamento del sermone. Sappiamo pure che cantava, recitava, si muoveva con tutto il corpo, braccia, gambe, piedi, suscitando divertimento ma anche commozione fra i presenti… ”

L’ingresso ai due spettacoli è gratuito. Poichè è prevista una numerosa partecipazione di pubblico, si richiede la prenotazione al seguente indirizzo: [email protected]. Sarà data priorità alle scuole.


DI VITTORIO - DARIO FO: “Era il riferimento per moltissimi giovani”

“Pochi giovani conoscono Di Vittorio? E’ il risultato del vuoto che esiste a proposito dell’insegnamento della nostra storia.C’è un taglio veramente verticale. Il dopoguerra non si impara. Non si pensa che esso serva. Cosa sono state le repressioni, le bombe, le criminalità di Stato e via dicendo… viene censurato. E naturalmente vengono censurati tutti coloro i quali hanno portato avanti una battaglia, una partecipazione intensa come appunto Di Vittorio, che era il riferimento per moltissimi operai e per moltissimi giovani. Questo è un classico. E si paga. Si paga poi il non lottare da parte della sinistra di ribadire questo concetto: se non si sa, se non si conosce soprattutto il nostro passato non possiamo sapere, né prevedere, il nostro futuro”. E’ quanto dichiara il Premio Nobel Dario Fo al nostro giornale a commento dell’indagine svolta da quinews sulla conoscenza dei giovani di Giuseppe Di Vittorio, il sindacalista a cui è ispirata la fiction di Rai1 “Pane e Libertà”.

 

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