Ecofiera.it, i pionieri della Terza Rivoluzione

Ecofiera.it

Immaginate per un momento di vivere in una casa ecologica, antisismica, atossica. Vi svegliate al mattino e vi infilate sotto la doccia fischiettando, senza rimorsi, tanto l’acqua calda è gratis perché l’avete riscaldata con un pannello solare installato sul tetto. Tirate lo sciacquone del wc e vi sentite perfino fieri di voi stessi: quest’acqua qui è piovuta (letteralmente) giù dal cielo e grazie al riduttore di flusso non ne state sprecando neanche una goccia. E’ una giornata invernale umidissima e uggiosa? A voi non importa, siete al calduccio, le pareti ventilate di legno lamellare vi proteggono da muffe velenose e vi mettono a riparo da rumori molesti. Se poi siete stati così lungimiranti da installare anche un pannello fotovoltaico, state producendo da soli la vostra energia elettrica a spese dello Stato e addirittura incassando soldi dalla vendita dei kwh in eccesso senza muovere un alluce, comodamente seduti sulla vostra poltrona preferita.

Un miraggio fantascientifico? No, un sogno realizzabile e auspicabile in questo momento storico in cui il capitalismo spregiudicato sta mostrando tutti i suoi limiti con tragica evidenza.
Per dirla con Jeremy Rifkin, economista e guru mondiale della ricerca di forme di energia alternativa, siamo giunti infine alle soglie della “terza rivoluzione industriale” in cui ognuno di noi produrrà e scambierà con gli altri la propria energia rinnovabile attingendo a fonti accessibili a tutti: invece di petrolio, metano, carbone e uranio, useremo il calore del sole, la forza dell’acqua e del vento e impareremo a riciclare proficuamente i nostri stessi rifiuti.
Tutto questo si tradurrà in risparmio energetico, in maggiore sostenibilità ambientale e climatica e in una crescita economica che interesserà i pionieri dell’innovazione tecnologica in questo settore.
Per non farsi cogliere impreparati e accedere con criterio alle nuove eco tecnologie, il gruppo di Ecofiera.it nasce con l’obiettivo di fornire i migliori prodotti e servizi disponibili sul mercato italiano ed estero. Si tratta di una rete dinamica e qualificata di professionisti quali ingegneri, manager ed esperti in marketing e negoziazione che si propongono di guidare il cliente nel labirinto delle offerte e di aiutarlo a scegliere quelle che si adattano meglio alle sue necessità.
Per esempio, se desiderate costruire una casa ecologica all’avanguardia, ristrutturarla o migliorarne l’efficienza energetica, quelli di Ecofiera.it vi offrono una consulenza professionale, una valutazione energetica e un preventivo dei costi “chiavi in mano”. Per alcune tecnologie è possibile chiedere anche un piano finanziario dettagliato e ottenere un finanziamento al 100%, vale a dire a copertura totale del progetto.
Ma la rivoluzione ecologica non si ferma al settore edilizio. In Italia ci sono centinaia di milioni di lampadine di lampioni, semafori, case, uffici, scuole e ospedali da sostituire con modelli a Led che fanno risparmiare l’80% di elettricità, inquinano meno e durano decine di migliaia di ore in più.
In molte zone si potrebbero realizzare impianti di produzione di biogas utilizzando il letame degli animali da allevamento, i liquami di fognatura, i rifiuti umidi e i vegetali in decomposizione. Questo tipo di impianti esistono già in Germania, sono mimetizzati nel paesaggio rurale con l’aspetto rassicurante di fienili e non producono odori sgradevoli nelle zone circostanti.
Per riscaldare gli ambienti, si può produrre energia anche con la combustione delle biomasse cioè gli scarti di lavorazione del legno, le potature di giardini, parchi e boschi e tutti quei materiali di origine organica, animale o vegetale che non hanno subito fossilizzazione. Si possono collocare Converter per smaltire i rifiuti speciali ospedalieri direttamente nelle strutture o su autoveicoli, installare pannelli antirumore gratis senza deturpare l’ambiente e valutare l’installazione di pale eoliche laddove il vento soffia costante, in modo tale da garantire una produzione minima di energia elettrica.
Per questi e per altri importanti progetti, vedi la costruzione di un Ecovillaggio tra le verdi colline umbre, Ecofiera.it  seleziona aziende produttrici e installatrici garantendo un elevato standard di qualità per prodotti e materiali e offrendo una gamma di servizi che spazia dalle ricerche di mercato all’importazione e commercializzazione delle eco tecnologie.
L’avreste mai detto? Attingere alla natura senza distruggerla era un’utopia da figli dei fiori idealisti. Oggi sa di operazione di mercato politicamente corretta e al tempo stesso lucrosa, da capitalisti con la coscienza.
La Rivoluzione è già cominciata.

Di Rosaria Guerra


7/12/09 DOPO ECONOMIST ANCHE FINANCIAL TIMES "BERLUSCONI NON PUO' GOVERNARE L'ITALIA"

Un editoriale del più importante quotidiano finanziario europeo
"Il premier italiano è sotto assedio e per lui i problemi sono seri".  Dopo l'editoriale di venerdì scorso dell'Economist, l'autorevole settimanale globale britannico, che gli ha chiesto di dimettersi, stamane anche il Financial Times, più importante quotidiano finanziario d'Europa, afferma che Silvio Berlusconi "non può governare l'Italia". In un commento non firmato nella pagina degli editoriali, espressione della direzione del giornale secondo lo stile della stampa anglosassone, il quotidiano della City afferma che il premier italiano è stato a lungo in grado di restare a galla a dispetto delle controversie che lo circondano;

 

 

 

"ma le cose adesso, finalmente, stanno diventando serie per il Cavaliere", osserva l'articolo.

Il FT ricorda che nei giorni scorsi Berlusconi è stato accusato in tribunale da un mafioso pentito di avere avuto legami con Cosa Nostra nel mezzo della campagna di attentati dei primi anni '90, accuse negate dal primo ministro ma che "ciononostante mettono in rilievo i suoi legami con Marcello Dell'Utri, un suo stretto collaboratore che sta facendo appello contro una condanna a nove anni di prigione per associazione mafiosa". Il quotidiano londinese elenca quindi gli altri processi che gravano sul leader del Pdl: quello per la corruzione dell'avvocato inglese David Mills, uno riguardante Mediaset, a cui si somma la richiesta di ancora un'altra corte di giustizia del pagamento di una garanzia bancaria sui 750 milioni di euro che la Fininvest è stata condannata a pagare come risarcimento alla Cir di Carlo De Benedetti per la controversa battaglia sull'acquisizione della Mondadori. "Berlusconi è sotto assedio", riassume il Financial Times. Ai suoi problemi giudiziaria si aggiungono la richiesta di sua moglie di un accordo di divorzio "punitivo", la "grande dimostrazione" di protesta del No Berlusconi Day e il fatto che "perfino il suo alleato, Gianfranco Fini, un possibile successore, è stato sentito dire che Berlusconi confonde la leadership con la monarchia assoluta".

"E' prematuro dare per spacciato questo scaltro uomo politico, ma sta pattinando su un ghiaccio sottile", conclude l'editoriale. "La lamentela da lui spesso citata secondo cui non può governare e al tempo stesso affrontare una serie di casi in tribunale contro di lui è sicuramente giusta. Il suo governo sta cominciando a trascorrere più tempo a fare i conti con i problemi di Berlusconi che con quelli del paese. Le dure decisioni necessarie per riformare l'economia e le istituzioni italiane non verranno prese finché egli rimane primo ministro".

ENRICO FRANCESCHINI  di Repubblica


TUTTI A ROMA IL 5 DICEMBRE!

«La gente è esasperata è un segnale per la sinistra»

di Federica Fantozzi

Dario Fo è uno dei testimonial, insieme a sua moglie Franca Rame, della manifestazione «No B Day» di sabato 5.

Sarà in piazza sabato?
«Io e Franca ci saremo senz’altro. Faremoquesto viaggio Milano-Roma e ritorno in giornata perché, nonostante i tanti impegni, lo crediamo importante».

Quali motivi vi hanno convinto ad aderire?

«La ragione è chiara. Viviamo un momento difficile. C’è molta confusione, agitata per creare un clima di rissa».

Si riferisce all’alta tensione sulla giustizia?

«Quello è il fatto più rilevante. Ma dietro ci sono problemi di crisi economica, lavoro, licenziamenti, mancanza di prospettive e, direi, di speranza. C’è ungoverno che si interessa solo di salvare Berlusconi dai processi anziché gestire un Paese».

È normale un Parlamento che da mesi discute, apertamente e quasi esclusivamente, di processi brevi e prescrizioni allargate?

«Lo fa perché al premier piovono addosso processi. Lui si lamenta come se fossero organizzati dai giudici, mentre ha commesso molti atti che li originano. Non è che la magistratura lo abbia incastrato: ci sono 10mila motivi per aprire inchieste a suo carico. E ogni giorno saltano fuori nuove furberie. Del resto, uno che vive con una trentina di avvocati, molti dei quali parlamentari, non è un collezionista: prevede quello che gli capiterà».

C’è chi obietta che il «No B Day» è una manifestazione contro qualcuno.

«È contro un sistema di governare l’Italia. Da questo clima non si vede via d’uscita. Noi viaggiamo spesso all’estero e siamo imbarazzati dalle domandeche ci rivolgono nei dibattiti. Siamo stati in Danimarca: appena si nomina Berlusconi si sentono sghignazzi terribili. Si è creata un’idea dell’Italia davvero orrenda ».

Il premier le direbbe che è lei facendo queste osservazioni a essere anti- italiano...

«C’è poco da fare. La nostra non è più la patria del Rinascimento, dell’Umanesimo, degli straordinari movimenti culturali che hanno determinato la fama dell’Italia. Ora lo sputtanamento è totale».

Secondo lei, se la manifestazione avrà successo, potrà influenzare questa atmosfera politica o rimarrà comunque una protesta fine a se stessa?
«Dipende. Ci sono state manifestazioni che hanno addirittura segnato un periodo storico poiché si è assistito aun risveglio politico e culturale ».

Le sembra che in questo momento storico ci siano le condizioni?
«Eh, sarebbe un segnale molto importante per la sinistra. Se la manifestazione riuscirà, il Pd dovrà prenderne atto. Se non lo farà e andrà avanti con il suo programma come nulla fosse commetterà un errore politico molto grave».

Se ne deduce che, secondo lei, avrebbe dovuto aderire all’iniziativa?

«Sì, già la mancata adesione è stata un errore. Si pensa di risolvere le cose con abilità, astuzia. Ma non è il tempo nè il luogo per compromessi. Il Pd ha la preoccupazione di non spaventare la gente,ma la gente è già spaventata dal clima che sente intorno».

Questa giornata è cresciuta con il passaparola. Significa che gli italiani hanno voglia di esprimersi in piazza?
«Nonostante un sistema dei media controllato da Berlusconi, la gente si è svegliata dallo stordimento. È al limite della sopportazione. Qui alla periferia di Milano occupano le fabbriche: dire che sono disperati è dire niente. E se porti le persone alla disperazione, devi aspettarti reazioni non controllate».

Di che genere?

«Dico che bisogna evitare i moti di rabbia di un popolo. Il governo dice che non c’è la crisi, non c’è la mafia. Ma queste cose c’è chi le prova sulla propria pelle tutti i giorni».

Il colore della manifestazione è il viola. Lei lo indosserà?
«No. Per noi del teatro il viola non porta bene: se entri in scena così, gridano. Io odio queste manie, ma proprio per questo non mi interessa portare un colore come riconoscimento ».

01 dicembre 2009


TUTTI A ROMA IL 5 DICEMBRE!

La gente è esasperata è un segnale per la sinistra

 

Dario Fo è uno dei testimonial, insieme a sua moglie Franca Rame, della manifestazione «No B Day» di sabato 5.

Sarà in piazza sabato?
«Io e Franca ci saremo senz’altro. Faremoquesto viaggio Milano-Roma e ritorno in giornata perché, nonostante i tanti impegni, lo crediamo importante».

Quali motivi vi hanno convinto ad aderire?

«La ragione è chiara. Viviamo un momento difficile. C’è molta confusione, agitata per creare un clima di rissa».

Si riferisce all’alta tensione sulla giustizia?

«Quello è il fatto più rilevante. Ma dietro ci sono problemi di crisi economica, lavoro, licenziamenti, mancanza di prospettive e, direi, di speranza. C’è ungoverno che si interessa solo di salvare Berlusconi dai processi anziché gestire un Paese».

È normale un Parlamento che da mesi discute, apertamente e quasi esclusivamente, di processi brevi e prescrizioni allargate?

«Lo fa perché al premier piovono addosso processi. Lui si lamenta come se fossero organizzati dai giudici, mentre ha commesso molti atti che li originano. Non è che la magistratura lo abbia incastrato: ci sono 10mila motivi per aprire inchieste a suo carico. E ogni giorno saltano fuori nuove furberie. Del resto, uno che vive con una trentina di avvocati, molti dei quali parlamentari, non è un collezionista: prevede quello che gli capiterà».

C’è chi obietta che il «No B Day» è una manifestazione contro qualcuno.

«È contro un sistema di governare l’Italia. Da questo clima non si vede via d’uscita. Noi viaggiamo spesso all’estero e siamo imbarazzati dalle domandeche ci rivolgono nei dibattiti. Siamo stati in Danimarca: appena si nomina Berlusconi si sentono sghignazzi terribili. Si è creata un’idea dell’Italia davvero orrenda ».

Il premier le direbbe che è lei facendo queste osservazioni a essere anti- italiano...

«C’è poco da fare. La nostra non è più la patria del Rinascimento, dell’Umanesimo, degli straordinari movimenti culturali che hanno determinato la fama dell’Italia. Ora lo sputtanamento è totale».

Secondo lei, se la manifestazione avrà successo, potrà influenzare questa atmosfera politica o rimarrà comunque una protesta fine a se stessa?
«Dipende. Ci sono state manifestazioni che hanno addirittura segnato un periodo storico poiché si è assistito aun risveglio politico e culturale ».

Le sembra che in questo momento storico ci siano le condizioni?
«Eh, sarebbe un segnale molto importante per la sinistra. Se la manifestazione riuscirà, il Pd dovrà prenderne atto. Se non lo farà e andrà avanti con il suo programma come nulla fosse commetterà un errore politico molto grave».

Se ne deduce che, secondo lei, avrebbe dovuto aderire all’iniziativa?

«Sì, già la mancata adesione è stata un errore. Si pensa di risolvere le cose con abilità, astuzia. Ma non è il tempo nè il luogo per compromessi. Il Pd ha la preoccupazione di non spaventare la gente,ma la gente è già spaventata dal clima che sente intorno».

Questa giornata è cresciuta con il passaparola. Significa che gli italiani hanno voglia di esprimersi in piazza?
«Nonostante un sistema dei media controllato da Berlusconi, la gente si è svegliata dallo stordimento. È al limite della sopportazione. Qui alla periferia di Milano occupano le fabbriche: dire che sono disperati è dire niente. E se porti le persone alla disperazione, devi aspettarti reazioni non controllate».

Di che genere?

«Dico che bisogna evitare i moti di rabbia di un popolo. Il governo dice che non c’è la crisi, non c’è la mafia. Ma queste cose c’è chi le prova sulla propria pelle tutti i giorni».

Il colore della manifestazione è il viola. Lei lo indosserà?
«No. Per noi del teatro il viola non porta bene: se entri in scena così, gridano. Io odio queste manie, ma proprio per questo non mi interessa portare un colore come riconoscimento ».

da L'Unità, 1 dicembre 2009


SAVIANO: PRESIDENTE, RITIRI QUELLA NORMA DEL PRIVILEGIO

SIGNOR Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei. Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia. Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. E' una questione di diritto.

 

Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.



ROBERTO SAVIANO