[Stampa] Da Picasso a Dario Fo ecco le mostre di Boeri

Una notizia buona e una cattiva. La buona è che, dopo molti mesi di enclave, l'assessore Boeri ha finalmente enunciato i contenuti della sua visione della cultura in città, snocciolando i titoli degli eventi espositivi per il 2012. Ingrandisci immagine Ovvero il programma delle mostre

che, come ripete dal giorno del suo insediamento, «dovranno restituire precise identità agli spazi pubblici milanesi». La cattiva è che, all'interno di un'impalcatura apprezzabile e rigorosa, non mancano le solite derive politichesi che in Italia sempre contaminano la cultura indipendentemente dalle casacche. Nella fattispecie, innesti che non mancheranno di far discutere («ma la polemica ossigena la cultura» dice lui, sarà...) come la celebrazione a Palazzo Reale della coppia Dario Fo e Franca Rame («Lazzi sberleffi e dipinti») e la mostra «Addio Anni '70, Arte a Milano» che celebreranno gli anni della contestazione e in particolare il «guernica» di Enrico Baj, ovvero «I funerali dell'anarchico Pinelli». Oggetto 40 anni fa di forti critiche, il grande pannello di tre metri per uno è stato conservato finora alla Fondazione Marconi e a maggio, proprio in coincidenza dell'anniversario dell'omicidio Calabresi, tornerà nel luogo in cui avrebbe dovuto essere «battezzato». Un contrappunto che si poteva evitare? Forse sì, giacchè le intenzioni del programma generale hanno molti punti positivi e vorrebbero poggiarsi su una base di mera scientificità. Positivo, ad esempio, il fatto che il Comune riprenda a produrre mostre e dia una logica precisa alle singole hall. Palazzo Reale, dedicato solo alle grandi esposizioni, già questa settimana ospiterà «Tiziano e il paesaggio moderno» con 50 opere del Vecelio e dei grandi luministi veneti; a settembre, invece, torna a Milano dopo 40 anni Pablo Picasso con capolavori del Museo Nazionale di Parigi. Ben due mostre fotografiche saranno dedicate alla famiglia: la prima inaugurerà a marzo a Palazzo Reale come excursus sui mutamenti sociali nell'Italia del '900. La seconda sarà ispirata alla famosa mostra del 1955 «Family of man» del Moma di New York e inaugurerà a maggio (buona notizia) i famigerati spazi dell'ex Ansaldo, destinati a focus sulle interculturalità; la mostra successiva, infatti, ospiterà in autunno «Dak'art», una selezione di artisti della più importante biennale africana. Il Pac, invece, sarà destinato esclusivamente alla ricerca artistica nel contemporaneo come era nella sua vocazione e il programma illustrato da Boeri offre due momenti di indubbio spessore: a marzo una mostra dedicata a Marina Abramovic, l'artista serba che più di tutte oggi rappresenta, con le sue «live installations», l'espressività legata al corpo. A ottobre, invece un'antologica di Alberto Garutti, maestro italiano di arte neoconcettuale che proprio a Milano ha sviluppato il suo importante percorso in quarant'anni di carriera. Un degno omaggio, questo, ai grandi artisti del nostro territorio. Riflettori anche sul Castello Sforzesco i cui musei (poco conosciuti) si apriranno a focus sull'arte antica lombarda e non solo. A maggio, a cura di Giovanni Agosti, inaugurerà una mostra sulla figura del Bramantino che intende mostrare in ordine cronologico le opere dell'artista bergamasco del '500 presenti a Milano. Infine, una speranza per a due spazi «abbandonati» che sarebbe bello restituire alla città: la Gam di via Palestro che ospiterà il prossimo inverno un percorso dedicato allo scultore Medardo Rosso, e la Besana, che sarà destinata alla creatività dei bambini con mostre e laboratori. Vedremo.

fonte: ilgiornale.it


[STAMPA] Tre sull'Altalena

Tre sull’altalena è una macchina di fantastica fattura. Io l’ho letta di un fiato, ridendo a bocca spalancata. E’ una delle invenzioni teatrali per le quali valga la pena uscire la sera a Milano, sobbarcarsi il rito della vestizione, prenotare il biglietto, prendere il taxi, starsene seduti in una sala stipata di gente...”. Così Dario Fo parla di questo spettacolo in cui le battute si succedono all’inizio con una spontaneità che sfugge a ogni classificazione di argomento. A poco a poco, però, ci si rende conto che ciò che viene detto, non avendo alcuna funzione pratica, probabilmente ne acquista una trascendente.

E' evidente che i tre personaggi non hanno nulla da dirsi di concreto, per cui finiscono con l'affrontare i "grandi temi" di sempre: vita e morte, libertà e costrizione, scienza e mistero, ragione e fede. La scenografia semplice e spoglia contribuisce a rendere l'idea del "non luogo", uno spazio del tutto decontestualizzato nel quale i personaggi si incontrano per caso o per qualche causalità recondita. Di conseguenza passa in primo piano la parola che, con finezza, umorismo e profondo acume, "illustra" i temi fondamentali dell’esistenza.
Luigi Lunari è nato a Milano e si occupa, per quanto ci riguarda, di teatro. Per vent'anni collabora con Grassi e Strehler al Piccolo Teatro, esperienza dalla quale nascerà, nel 1991, il romanzo teatrale “Il maestro e gli altri”. Svolge intensa attività di traduttore, e per l'editore Rizzoli sta traducendo l'intera opera di Molière, oltre a curare i volumi dedicati nella stessa collana a Goldoni. Vasta anche la sua attività saggistica, dedicata in particolare a Goldoni, Molière, Brecht e al teatro inglese dell’Otto e Novecento. "Tre sull’altalena" è un grosso successo internazionale: è stata tradotta in ventiquattro lingue e viene rappresentata in tutto il mondo.

da domenica 12 a lunedì 27 febbraio
Teatro Libero
Via Savona, Milano

Teatro Stabile di Verona presenta
Tre sull’Altalena
di Luigi Lunari
regia di Roberto Vandelli
con Roberto Vandelli, Andrea De Manincor, Maurizio Perugini, Donatella Bartoli

fonte: voceditalia.it


A Mosca per San Valentino va in scena "BerlusPutin"

Scambio ruoli tra Putin e Berlusconi in una satira preelettorale

Mosca, 10 feb. (TMNews) - Vladimir Putin,nel mirino della satira russa, prende il posto (e anche parte del cervello) di Silvio Berlusconi, nell'adattamento per un teatro moscovita de "L'anomalo bicefalo", scritto dal premio Nobel Dario Fo, portato a teatro a suo tempo con la moglie Franca Rame. "In Russia c'è una situazione politica molto simile alla vostra e ci sono caratteristiche che accomunano i due personaggi" ha detto a TMNews Varvara Faer, regista di BerlusPutin. Ma è difficile fare satira a Mosca? "Ufficialmente la censura non esiste" ha specificato. "Io per ora non ho ricevuto nessuna pressione".

La regista ha curato l'adattamento e la riscrittura del testo di Fo, aggiornandolo e trasformandolo in una "satira su Putin e sulla vita politica russa". La trama segue abbastanza l'originale: Putin e Silvio Berlusconi subiscono un attentato terroristico. Ma il primo sopravvive e il secondo no. In questo caso, contrariamente a quanto accade nell'opera di Fo, è il cervello dell'ex presidente del Consiglio italiano ad essere trapiantato al favoritissimo candidato al Cremlino: le conseguenze - nella finzione teatrale - vanno in scena il 14 febbraio a Teatr.doc.

Per la Faer, che per le sue performance sceglie sempre temi controversi, la vera difficoltà è stata riscrivere Fo, tradurre il suo teatro per il pubblico moscovita. Putin diventa il personaggio centrale, che "non vuole essere giovane e alto, ma giovane e in gamba". Quindi si mette a "pescare anfore e ci dà dentro col botox". Al posto della ex moglie di Berlusconi, Veronica Lario, subentra la moglie ufficiale di Putin, Ljudmila. E compaiono anche guai giudiziari, che sinora non hanno mai toccato l'attuale premier russo.

 

fonte: tmnews.it


[VIDEO] Il Mantegna di Dario Fo

Dario Fo affronta le opere e gli artisti attraverso vere e proprie inchieste, senza nulla togliere alla satira. La Crocifissione di Andrea Mantegna è la traccia per un'analisi inedita, una lettura profonda che stravolge un  personaggio normalmente trattato semplicisticamente. Dunque Mantegna, nel racconto di Fo, diventa il più grande pittore italiano, colui che spinge la chiave della satira dentro ogni discorso e sviscera le contraddizioni della società in cui vive.

fonte: arte.rai.it

"Il Mantegna impossibile" è su commercioetico.it


[STAMPA] Evento 2012! Il premio Nobel Dario Fo al Gran Teatro Geox con il suo capolavoro Mistero Buffo

Dario Fo e Franca Rame saranno in scena al Gran Teatro Geox di Padova sabato 10 marzo. Una grande notizia per la città e per il Veneto, che apriranno le braccia al genio del teatro italiano.

Il Gran Teatro Geox si conferma un contenitore di eccellenza, questa volta portando sul suo palco il più grande nome del teatro italiano.ù

mistero buffoIl premio Nobel porterà in scena il suo "Mistero Buffo", spettacolo nel quale l’arte di Fo raggiunge il massimo grado di originalità e forza.

Quando l’ha premiato con il Nobel, 22 anni dopo Eugenio Montale, l’Accademia di Svezia parlò di colui che “che nella tradizione dei giullari medievali fustiga il potere e riabilita la dignità degli umiliati”. Ed è questo Dario Fo: un genio che ha creato un linguaggio, ha reso il suo viso una maschera ed il suo corpo una scenografia vivente per poter parlare a tutti, al di là delle barriere linguistiche e sociali, per poter fare una pernacchia ai potenti, solo come, appunto, i giullari possono fare.

Senza Dario Fo non sarebbe esistito Benigni, ma neppure la narrazione di Paolini i Celestini, senza Fo nessuno avrebbe mai immaginato un teatro talmente libero da poter fare a meno anche di qualsiasi convenzione, persino di quelle linguistiche.

E Fo è un giullare perfetto che, “manovrando” con grande abilità, risa e serietà, ripercorre una storia millenaria fatta di abusi e ingiustizie, nel tentativo, anche, di svegliare le coscienze, perché in lui è pressante un impulso forte: la ricerca della giustizia

Capostipite del teatro di narrazione fin dalla prima del 1969, l’opera teatrale dei due artisti milanesi mescola parabole evangeliche e misteri medievali declamati con la lingua universale del grammelot. È la commedia dell’arte che fiancheggia la satira e sbeffeggia ilare l’ipocrisia del potere.

Dario Fo e Franca Rame riportano in scena un’opera teatrale di cui nessuno ricorda nemmeno più il numero dell’edizione, tante e tali le repliche dalla lontana prima dell’1 ottobre 1969 a Sestri Levante.

A questo giro di palco non si sa quali saranno i monologhi di tradizione popolare, tratti da giullarate e fabliaux del medioevo, non solo italiani, ma provenienti da tutta Europa, messi in scena tra le decine che negli anni Fo e Rame hanno accumulato e reso archivio per Mistero Buffo. Si sa invece che questo spettacolo ha un valore culturale e storico infinito. Un vero e proprio patrimonio del teatro popolare mondiale.

fonte: granteatrogeox.com