Non penso abbia bisogno di presentazione, Premio Nobel per la letteratura nel 1997, con questa motivazione: «Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo dignità agli oppressi.»
Drammaturgo, attore teatrale, scrittore, regista, scenografo, attore cinematografico, comico, blogger e paroliere, Dario Fo nel lontano 1970 mette sù uno spettacolo teatrale che rimarrà nella storia. Morte accidentale di un anarchico viene rappresentato per la prima volta il 10 dicembre 1970, al mitico Capannone di Via Colletta a Milano. Spettacolo che infiamma le platee e l’opinione pubblica, già ben predisposte dallo specifico periodo storico/politico, riempe teatri e affolla i palazzi dello sport di tutta Italia, riuscendo faticosamente ad aggirare i continui tentativi di boicottaggio da parte dei poteri forti. Testo da buttare giù tutto di un fiato, tanto esilaranti quanto sconvolgenti, le novanta pagine con linguaggio scaltro e tagliente, raccontano una delle pagine più buie della nostra “Repubblica”.
Commissario Bertozzo – Bè … non so che razza di gabole tu ce l’abbia fatta a scantonare … ma ti assicuro che stavolta la fedina te la sporco io: puoi giurarci!
Matto – Bè, la capisco, commissario: una fedina immacolata da sporcare fa un po’ gola a tutti …
*Per chi non lo avesse ancora fatto, consiglio vivamente la visione dello spettacolo, ancor più pungente e “dinamitardo” del libro.
Il Comune di Milano celebra l'arte in tutte le sue forme: il talento di Dario Fo, nella storica e riuscitissima coppia artistica con Franca Rame, sarà in mostra a Palazzo Reale, in primavera.
Nel ricco e variegato panorama delProgramma Mostre 2012del Comune di Milano, presentato dall’assessore alla cultura Stefano Boeri lo scorso 13 febbraio, a Palazzo Reale, sarà riservato uno spazio anche alla satira, con la mostra dal titolo “Lazzi, Sberleffi e Dipinti”.
Si tratterà di un’antologica-atelier, un mostra dedicata alla satira ed al buon umore, “per far sghignazzare“, appunto, come ha spiegato il premio Nobel Dario Fo in un breve intervento il giorno della presentazione. La mostra, in realtà, ripercorrerà i momenti fondamentali della formazione artistica di questo poliedrico personaggio, senza dimenticare, ovviamente, la figura di Franca Rame, che ha affiancato con successo il premio Nobel in innumerevoli progetti, sin dagli anni cinquanta, costruendo al suo fianco una carriera di successo, che, a tratti, non ha mancato di suscitare polemiche.
Durante il periodo di apertura della mostra, sono previsti anche una serie di incontri con l’artista, strutturati come delle vere e proprie lezioni; sarà, inoltre, aperta una bottega-laboratorio, all’interno della quale chiunque potrà mettersi alla prova, esibendo la propria creatività.
Un evento culturalmente interessante, moderno ed interattivo, certamente insolito, che sarà ospitato nelle eleganti sale di Palazzo Reale quasi in contemporanea con un’altra evento importante: la mostra dedicata a Tiziano ed al paesaggio moderno.
«Vi assicuro, Eva è nata prima di Adamo». Questa la rivelazione-provocazione di Dario Fo che sabato 18 febbraio, alle 21, sarà al Teatro Apollonio (già tutto esaurito)con "Mistero Buffo", ovvero uno dei suoi tanti capolavori,arricchito da un prologo sull’attualità «Il pubblico apprezza tantissimo la satira fresca, di giornata, e gli spunti quotidiani non mancano». Sul palco anche Franca Rame che riceverà da uno "spettatore eccellente" l’invito a sfogliare l’album di famiglia, una famiglia di teatranti strettamente legata alla Città Giardino.
Intervista integrale e altri servizi sulla Prealpina in edicola sabato 18 febbraio
Il Premio Nobel ci parla della nascita di Mistero Buffo, di fabulatori indios, di musica e del futuro dei giovani artisti.
Il 18 febbraio Dario Fo e Franca Rame riproporranno Mistero Buffo al Teatro Apollonio di Varese. Presentato per la prima volta nel 1969 è ritenuta una delle opere più importanti della cultura del ‘900. Non sto nemmeno a spiegarvi quanto è stato emozionante parlare con lui (infatti non lo faccio perché scadrei nel patetico) quindi passiamo senza indugi all’intervista.
Buonasera
Buonasera a lei, mi dica...
Mi dia del "tu" la prego, sono già abbastanza agitato...
...non devi, dimmi pure.
Mistero Buffo: come è stata la genesi dell’opera? Da dove è nata la “scintilla”? Partendo dallo studio dei Vangeli Apocrifi e della figura dei giullari cosa ha fatto scattare l’idea di uno spettacolo e come si è sviluppato il lavoro di ricerca e scrittura suo e di Franca?
E’ nato dallo studio delle giullarate e dalla lettura dei Vangeli Apocrifi ma non soltanto da questi ultimi, anche dalla ricerca sui Vangeli canonici che nel corso dei secoli sono stati mascherati e maltrattati da troppi personaggi, dai censori fino ai parroci – ho trovato che esiste una tradizione popolare nella pittura e nella letteratura medievale anche all’interno della Chiesa che è più vicina alle classi più umili ed è più gioiosa, fantastica, divertita, ironica. Scoprendo questa cosa mi sono detto: “bisogna che faccia qualcosa per portare in scena questi racconti!” Perché fanno parte della nostra tradizione popolare; volevo far si che un pubblico più ampio venisse a conoscere questa ricchezza immensa. Alcuni dei miei compagni di teatro mi dissero: “guarda che queste cose non interessano al pubblico”.
Ma non solo perché si è atei noi dobbiamo schiacciare e relegare questo patrimonio; era necessario informare e portare alla luce queste favole, queste storie – perché altrimenti siamo noi che perdiamo qualcosa di importante. Questa “religiosità popolare” fa parte della nostra cultura ed è importante che venga conosciuta da tutti anche da chi non ha a che vedere con la dottrina.
Il pubblico lo ha apprezzato e capito.
Religiosità medievale, racconti raccolti in altri paesi europei ma anche in Oriente o in Sudamerica… siamo andati a ripescare, con l’aiuto di Franca, il teatro greco o gli stessi discorsi nati all’interno della Chiesa ma che poi sono stati censurati e nascosti.
Mistero Buffo di anno in anno si è arricchito…
Sono più di 30 storie che fanno parte del repertorio enorme che negli anni è andato a costruirsi in Mistero Buffo. A Roma ricordo che facemmo per diversi giorni di fila lo spettacolo provando a recitare tutte le giullarate. Facevamo uno spettacolo differente ogni sera è stata un’impresa molto molto impegnativa.
Viaggiando abbiamo continuato a raccogliere storie, ad aggiungere e alla fine rispetto alla prima scrittura il testo si è decuplicato.
Religiosità medievale, racconti raccolti in altri paesi europei ma anche in Oriente o in Sudamerica… siamo andati a ripescare, con l’aiuto di Franca, il teatro greco o gli stessi discorsi nati all’interno della Chiesa ma che poi sono stati censurati e nascosti.
Noi siamo un Blog che parla di cultura e musica nera di blues, di jazz…
La mia musica allora! Ottimo!
Magari è un po’ azzardato ma ho sempre trovato delle forti assonanze tra il primo blues e Mistero Buffo… dai primi del ‘900 i neri americani a partire dalle worksongs (i canti di lavoro) passando dal blues pre-bellico fino alle rivisitazioni più recenti è pieno di metafore, di double-talks (doppi sensi, sottointesi), che nel passato i neri, dalle piantagioni in avanti inventavano e utilizzavano per comunicare tra loro ed evitare l’ira del padrone prima o quelle della censura poi. Gli esempi si sprecano e così il Grizzly malvagio è il padrone della fattoria, il parassita del cotone che distrugge i raccolti è la rivincita del povero sul possidente, l’anatra grigia che anche se uccisa e cucinata rompe i denti a chi la mangia è la resistenza del popolo nero senza contare i continui riferimenti al sesso mascherati da motori dell’auto, puntine del giradischi ... Ci sono delle analogie con il Grammelot e con la figura del giullare medioevale secondo me. Che sia in slang popolare o in rime più erudite l’allegoria, il doppio senso, sono forme di resistenza o ribellione insite nell’uomo?
Certamente. la musica popolare, il teatro e le arti in generale hanno dei tratti comuni in culture e luoghi differenti, dall’Africa alle Americhe. Fa parte dell’essere umano e poi ci sono tutti i racconti tramandati oralmente che nei secoli si sono mescolati tra di loro e arricchiti.
Ho un aneddoto straordinario per esempio; Ero in Colombia a recitare Mistero Buffo e tra il pubblico c’era un ragazzo italiano che viveva in un paese su una montagna a 3000 metri; per loro 3000 metri sono una bazzecola ma pensa che noi recitavamo con la bombola d’ossigeno dietro le quinte, una cosa faticosissima; lui mi disse: “in paese da me c’è un cantastorie che racconta delle favole che assomigliano a Mistero Buffo, devi venire a sentirlo”; così con Franca e altri collaboratori ci siamo messi in viaggio; certo, partendo già dai 2000 metri ma comunque un bel viaggio. Arrivati in questo paese sperduto sulle Ande abbiamo incontrato questo fabulatore popolare che parlava una lingua incomprensibile per noi, un misto di indio e spagnolo; Aveva dei tamburi con cui si accompagnava e tra le storie che raccontava (avevamo un traduttore locale per fortuna) ce n’era una in particolare che mi sembrava di conoscere così gli dissi di continuare e alla fine mi accorsi che altro non era che “La Fame dello Zanni” che lui aveva ripreso e riadattato da un testo in del ‘700. Incredibile non trovi?
Oppure anche in Grecia o in Spagna è stato impressionante osservare confrontandosi col pubblico come ci fosse una base comune, come loro ascoltando Mistero Buffo si ricordassero e avessero dei rimandi alla propria tradizione. In Europa il romanico, le lingue romanze sono state un collante importantissimo.
E’ pazzesco e grottesco che a volte chi si dice attore non solo non conosca la tradizione del teatro ma anche la musica, le canzoni, la pittura e i romanzi della propria terra. Solo così si può partire e crescere.
Dario Fo, attore, regista, scrittore, autore musicale, cantante, musicista: come può un giovane artista in Italia promuoversi, trovare gli spazi per esprimersi e farne una professione? Su cosa puntare? Tenacia, talento, originalità o cos’altro?
Informarsi e studiare il passato, la storia è fondamentale. E’ pazzesco e grottesco che a volte chi si dice attore non solo non conosca la tradizione del teatro ma anche la musica, le canzoni, la pittura e i romanzi della propria terra. Solo così può partire e crescere; fare qualcosa di nuovo e non scimmiottare il già visto e il già sentito.
Che progetti per il futuro avete?
Tra poco inaugurerò una mostra di miei dipinti a Milano a Palazzo Reale. Ne abbiamo già fatte anche in Svizzera che mi hanno dato grandi soddisfazioni ma questa è un “colpo gobbo” diciamo perché sarà la più grande mai fatta… due - trecento quadri che si possono definire di pittura satirica. Sono dipinti e disegni fatti in tanti anni che hanno un forte spirito di denuncia ancora oggi e soprattutto oggi.
Mi stanno chiamando, devo andare…
Per me è stato un onore parlare con lei.
Ti ringrazio…
Sono io che la ringrazio.
Buonasera, grazie ancora.
Roma - (Adnkronos) - Oltre al Premio Nobel, hanno firmato l'appello, tra gli altri, Franca Rame, Ascanio Celestino, Giovanna Marini e Alessandro Portelli
Roma, 16 feb. (Adnkronos) - "Anche il Maestro Dario Fo ha firmato la petizione contro la discarica di Riano promossa da alcuni cittadini di Riano e ospitata su www.firmiamo.it". Lo rende noto Italo Arcuri, assessore alla Cultura del Comune di Riano (Roma). "Le firme alla petizione sono tantissime - continua Arcuri - a testimonianza dell'attenzione civile che c'e' sulla questione discarica dei rifiuti a Riano. Oltre a Dario Fo, hanno firmato l'appello, tra l'altro, anche Franca Rame, Ascanio Celestino, Giovanna Marini e Alessandro Portelli".
"Questa petizione promossa da alcuni cittadini - precisa Arcuri - fa il paio con l'appello promosso dal mio assessorato alcuni mesi fa contro la scellerata idea di collocare a 'Quadro Alto' di Riano la discarica dei rifiuti alternativa a Malagrotta e a cui hanno gia' aderito personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, da Antonello Venditti a Nicola Piovani, da Anna Mazzamauro a Pippo Baudo, da Pasquale Squitieri a Guido Mazzella, da Paolo Portoghesi a Federico Zampaglione".