[STAMPA] Dario Fo torna a Udine

Il Premio Nobel sarà per due giorni in Friuli per presentare la sua mostra di quadri e per proporre il suo capolavoro, "Mistero Buffo"

dario fo e franca rameGrande evento a Udine con il ritorno a teatro di Dario Fo e Franca Rame di nuovo in scena con "Mistero Buffo" per un’unica e imperdibile data regionale in programma domenica 17 giugno (inizio ore 21) al Teatro Nuovo Giovanni da Udine.

L’evento, inserito all’interno della programmazione di 2UdinEstate 2012, è organizzato da Comune di Udine, CSS  e Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine.

Ad anticipare lo spettacolo sabato 16, alle 18, nella Corte Palazzo Morpurgo, alla presenza dell’artista si terrà l’inaugurazione della mostra "Dario Fo – La pittura di un narratore" a cura di Marco Biscione e Nicoletta Osanna Cavadini. Il Premio Nobel per la letteratura racconterà i suoi dipinti accompagnando i visitatori alla mostra in Casa Cavazzini (posti limitati).

A Udine Dario Fo e Franca Rame sono di casa, già ospiti nel 1994 proprio con "Mistero Buffo" e con "Settimo: ruba un po' meno! N. 2"  e nuovamente nel 2003 con "L'anomalo bicefalo" sempre per la stagione Teatro Contatto. Nel 1995, per la quarta edizione de l’Ecole des Maîtres, corso di alta formazione teatrale a carattere itinerante, ideato da Franco Quadri e promosso in Italia dal CSS, Dario Fo è stato Maestro del prestigioso stage per attori europei elaborando improvvisazioni dal suo formidabile "Manuale minimo dell`attore".

Dal 1969, anno in cui Dario Fo e Franca Rame lo misero in scena per la prima volta a Milano, in un capannone di Porta Romana, "Mistero Buffo" è stato replicato centinaia di volte in tutto il mondo. Lo spettacolo nacque con l’intento di dimostrare l’esistenza di un teatro popolare di grande valore, che nulla aveva da invidiare ai testi di tradizione erudita, che erano espressione della cultura della classe sociale dominante. "Mistero Buffo" mescola assieme, con inventiva inesauribile, monologhi della tradizione popolare tratti da giullarate e fabliaux del medioevo, canovacci rappresentati secoli fa nelle strade e contrade dai comici dell’arte di tutta Europa, brani recitati da Arlecchino e dalle maschere della commedia italiana.

Per prevendite da mercoledì 6 giugno: Biglietteria Teatro Nuovo Giovanni da Udine, via Trento 4, 33100 Udine, tel 0432 248418, da lunedì a sabato 16-19, www.teatroudine.it e sul circuito Vivaticket www.vivaticket.it e nei punti vendita Vivaticket di tutta la Regione.

Per informazioni è possibile anche contattare il: Css Teatro stabile di innovazione del FVG, tel. 0432.504765 [email protected] www.cssudine.it
fonte: ilfriuli.it


[STAMPA] Il Nobel Dario Fo: "Tutti vogliono la politica di Grillo. L'ironia la sua forza"

dario fo
di Isabella Pascucci

ROMA - Beppe Grillo come un attore della commedia dell'Arte, la cultura contemporanea letta attraverso la modernità del Boccaccio e le dissimulazioni della Chiesa svelate, spiegando il linguaggio pittorico di Leonardo da Vinci. Reduce dallo spettacolare successo della mostra Lazzi sberleffi e dipinti, che al Palazzo Reale di Milano presentava le sue creazioni pittoriche e che ha contato oltre 20mila visite in 2 mesi e mezzo, il Nobel per la Letteratura Dario Fo volteggia tra teatro e politica, Europa e Italia, presente e passato, in una simultaneità affascinante un po’ da giullare, un po’ da inesauribile genio dell'arte.

 

L'INTERVISTA.

Da uomo di Sinistra: crede che l’Italia stia cambiando?
«Nella mia mostra di Milano ho esposto alcune opere che erano autentiche intuizioni, sequenze di tragedie italiane, in cui viene descritto l’arrivo dei disperati dall’Africa, rovesciati nei porti della Sicilia con annegamenti e bambini morti. Ecco, la Lega sta pagando un prezzo anche in questo senso: si è tolta la camicia e anche le mutande, per dirla in lombardo. Questi atti e gesti di inciviltà non sono rimasti impuniti».

Quindi mancava l’umanità nella nostra politica?
«Sì. Questi partiti hanno cercato di smuovere la parte più bassa e triviale della popolazione».

Ci sono riusciti?
«No. Veda, prima che Berlusconi fosse costretto a lasciare il governo questa previsione era già palese e sulla bocca dei cittadini che da tempo ripetevano ”Così non si può andare avanti”. Basta con il cinismo, la superficialità, le parole fatte, le promesse non mantenute».

Ora un’alternativa esiste?
«Sì. Queste richieste assomigliano molto alle proposte dei gruppi che lanciano un modo diverso di fare politica, e tra questi il più in evidenza è quello di Grillo. E poi Grillo adotta una chiave provocatoria, la chiave satirica con cui, come recita un vecchio detto “Non ci sono scuse, ascoltate quello che dico, anche se rompe i cosiddetti”».

Grillo politico o uomo di spettacolo?
«Basta conoscere il suo teatro e il suo modo di rivolgersi al pubblico per capire che etichettarlo come un comico è solo una forma di disprezzo. Basterebbe ricordare la storia della comicità e del teatro popolare italiani, che hanno rivoluzionato il modo di pensare e di scrivere fino all’opera buffa. Insomma, l’ironia e il grottesco non vanno disprezzati perché sono l’unico modo per capovolgere situazioni false e scoprire la verità».

Ma gli italiani capiranno?
«I giovani hanno già capito, ma molti altri sono ancora legati per l’ombelico alla politica tradizionale che ha procurato disastri al popolo italiano. Dobbiamo smetterla con questo tormentone e riuscire a vedere i nuovi fenomeni, i movimenti dell’uomo qualunque, sperando che anche Grillo non venga seppellito con la scusa che ha uno stile e un andamento non consuetudinari. Sarebbe un gravissimo errore, peraltro già espresso da persone culturalmente ignoranti».

Cosa c’è di veramente non consuetudinario?
«I nostri politici non sono capaci di diminuirsi gli stipendi che sono il doppio della media europea. Minimizzano la portata del Movimento, ma non hanno compreso che questo gioca sulla realtà dei fatti, sulla realizzazione di un metodo che finora i partiti non hanno voluto applicare per egoismo e meschineria».

Un esempio?
«Appena entrato in politica, Grillo ha rifiutato le sovvenzioni da parte dello Stato, i cosiddetti rientri. E questo ha esercitato un grande effetto sulla gente, perché si agisce con i fatti, non a parole: sono trascorsi mesi da quando il nuovo governo è al potere e, sparando percentuali, non hanno mai fatto un gesto di buona volontà reale nei confronti della popolazione».

La politica europea. La nuova Francia?
«Bisogna attendere e vedere Hollande quali carte giocherà. Sarebbe pericolosissimo che la Francia attuale, socialista, approfittasse di discussioni, dibattiti e paure, temendo le reazioni eccessive della Destra, per rimandare. Se Hollande non fa qualcosa di veramente nuovo, vanifica la sua vittoria».

E la crisi greca?
«La sopravvivenza della Grecia dipende dagli altri popoli d’Europa. Non sostenendo questa nazione a uscire dal baratro, tutto è destinato a crollare, crolleremo noi e coloro che hanno in mano il potere dell’Europa».

La cultura italiana si salverà?
«La Chiesa e il cattolicesimo tendono per tradizione a censurare e gestire la nostra cultura. Se la pittura di artisti come Leonardo fa pensare a figure composte secondo i dettami del Vangelo, uno studio più approfondito dimostra come anche Leonardo criticasse spietatamente le banche e il potere del denaro. Ecco, ancora oggi, la nostra cultura è molestata da luoghi comuni».

Dove lo nota?
«Ad esempio nell’uso delle parole: il termine “boccaccesco” è un modo di distruggere e volgarizzare il valore di un grande autore come il Boccaccio; a differenza di quanto si creda, questi non presenta la figura femminile con trivialità, ma con attenzione e rispetto».

A proposito di donne e di rispetto, qual è il segreto di un’unione come quella tra lei e Franca Rame?
«Pur scontrandoci su alcune vedute e polemizzando, manteniamo costante una certa morale e un modo di capire a cosa serva fare teatro, faticare, mettere in piedi un discorso culturale e realizzarlo non come una speculazione, come un affare, ma come un dovere».

Come sta sua moglie dopo i recenti ictus?
«Molto meglio, talmente bene che ha ripreso a recitare con me in Mistero Buffo, uno spettacolo molto duro».

LA VITA.
Nato a Sangiano nel 1926, Dario Fo studia all’Accademia di Belle Arti di Brera e nel 1950 comincia a lavorare per la radio e la televisione come attore e autore di testi satirici. Nel 1954 sposa l’attrice Franca Rame. Trasferitosi a Roma, lavora come soggettista. Nel 1997 gli viene conferito il Nobel per la Letteratura.

fonte: leggo.it


DARIO FO IN VISITA ALLA MOSTRA DI PALAZZO REALE NEL GIORNO DELLA CHIUSURA - DOMENICA 3 GIUGNO

Con un notevole successo di pubblico, oltre 20.000 presenze in due mesi e mezzo, domenica 3 giugno si chiude la Mostra di Dario Fo Lazzi Sberleffi Dipinti a Palazzo Reale di Milano.

Durante questo tempo sono state realizzate ben venti visite guidate all’esposizione con Dario Fo e i suoi collaboratori che di fatto hanno messo in scena veri e propri spettacoli itineranti nei quali si commentavano dipinti, fondali scenici, maschere teatrali, pupazzi e burattini per mezzo dei quali si narravano commedie antiche e satire moderne.

Ogni settimana sono stati organizzati incontri con il pubblico nei quali Dario Fo incontrava professori universitari, autori di testi storici e di narrativa come Chiara Frugoni, Salvatore Settis e Stefano Benni. Inoltre sono stati messi in scena concerti che vedevano come protagonisti centinaia di bimbi musici che eseguivano brani classici e moderni.

Domenica 3 giugno alle 17 Dario Fo e Franca Rame saranno presenti in mostra per salutare i visitatori che riusciranno a superare le transenne approntate per la visita del Santo Padre.

 

 


Dario Fo "Il Papa e la Strega"

Un Papa interpretato da Dario Fo ne "Il Papa e la Strega" bloccato dalla Spondilite Anchilosante in una strana posizione...

 

"Il Papa e la Strega" in dvd + libro è su CommercioEtico.it


[STAMPA] Family 2012 - Dario Fo: "non era il caso visita del Papa a Milano"

Milano, 30 mag. (Adnkronos) - "Non era proprio il caso" di organizzare la visita del Papa. Questo e' il commento all'Adnkronos di Dario Fo, Nobel per la letteratura nel 1997, varesotto di nascita, ma milanese di adozione.

"Non mi accorgero' della sua visita - spiega -. La visita del Papa va rispettata, ma per me non cambia nulla. Sono un ateo distaccato dal mondo e dalla struttura della chiesa. Per me non cambiera' niente. Sono molto piu' preoccupato per quello che sta succedendo in questo Paese".

Il premio Nobel ha lo stesso giudizio per l'altro evento del fine settimana, la parata per la festa della Repubblica, il 2 giugno a Roma. Il VII Incontro mondiale delle Famiglie, infatti, "e' un po' come quello che succede a Roma: una festa straordinaria con cavalli, cavalieri, fanfare, transenne, sventolamenti di bandiere. Si era chiesto al presidente di sospendere questo rituale, e lui ha detto no. Buttiamo via dei soldi". Secondo Fo, in questi giorni di terremoti e di sfollati, non e' un problema soltanto di risparmiare, ma "di avere in giorni come questi un'attenzione totale verso quei disperati che rischiano la vita, che non possono lavorare, questi che sono andati in fabbrica e sono morti perche' volevano tenerla in piedi lavorando".

Sull'evento con il Pontefice conclude: "Non era proprio il caso. Non era il caso del 2 giugno e non era proprio il caso neanche di questa sfilata".

fonte: iltempo.it


APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO

 

Appello al Presidente della Repubblica

di Franca Rame, Jacopo e Dario Fo

Dopo la catastrofe del terremoto in Emilia Romagna, Antonio Di Pietro e molti altri hanno chiesto al presidente della Repubblica di annullare il ricevimento del 1° giugno nei giardini del Quirinale e la parata militare del 2 giugno perché – ha detto Di Pietro - “è una follia sperperare tanti soldi: in un momento così difficile per il nostro Paese, colpito da una gravissima crisi economica e flagellato in queste ore dal terremoto, è opportuno utilizzare quei fondi per fini sociali e di solidarietà. Sarebbe il modo migliore per onorare la nostra Repubblica”. Ma il presidente Giorgio Napolitano ha risposto che non intende annullare nulla, e anzi  “non è il momento dei piagnistei”. Ne deduciamo che una popolazione terremotata con sedici morti si salva solo con i ricevimenti e con le sfilate, o abbiamo capito male? Signor, Presidente, per favore, ci illumini. E poi chieda scusa e cambi idea.


Terremoto: Di Pietro, annullare parata 2 giugno e fondi in solidarietà. ​Diffondete il più possibile!

 

29 Maggio 2012 - 15:21

(ASCA) - Roma, 29 mag - ''E' una follia sperperare tanti soldi per la parata militare del 2 giugno. In un momento così difficile per il nostro Paese, colpito da una gravissima crisi economica e flagellato in queste ore dal terremoto, e' opportuno utilizzare quei fondi per fini sociali e di solidarietà. Sarebbe il modo migliore per onorare la nostra Repubblica. Per questo, anche l'Italia dei Valori si unisce all'appello di quanti chiedono di annullare la parata del 2 giugno''.

NAPOLITANO HA DETTO CHE NON SI ANNULLA

UNA POPOLAZIONE TERREMOTATA CON SEDICI MORTI… SI SALVA SOLO CON LE SFILATE!

Franca Rame, Jacopo e Dario Fo