Il Teatro di Dario Fo e Franca Rame

Il teatro di Dario Fo e Franca Rame

[STAMPA] Dario Fo, regista, blogger, attore, pittore e Premio Nobel 1997.

autoritratto dario fodario fo dipingeomaggio alla tempesta di Giorgione

I più lo conoscono per le celeberrime pièce “Mistero buffo”, “Morte accidentale di un anarchico” o “Sottopaga! Non si paga!” e per la ancora più famosa sede in cui queste vennero proposte al grande pubblico, la Palazzina Liberty dell’antico Verziere di Milano: ma lui, Dario Fo, è anche letterato (insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1997), regista, blogger e soprattutto pittore.

“Dico sempre che mi sento attore dilettante e pittore professionista”Nato nel 1926 a San Giano, un paesino presso il Lago Maggiore in provincia di Varese, da piccolo trascorre i primi periodi di vacanza in Lomellina: qui vive il nonno materno, agricoltore, che per invogliare i clienti ad acquistare la verdura prodotta in proprio inventa e racconta favole grottesche popolareggianti, servendosi della cronaca dei fatti avvenuti nel paese e nelle zone limitrofe per realizzare un vero giornale satirico del tutto improvvisato. Figlio di un ferroviere, inoltre, segue il padre nei trasferimenti che la Direzione delle Ferrovie gli impone: di paese in paese ascolta la narrazione non ufficiale dei maestri soffiatori di vetro, dei pescatori di lago che in osterie, piazze e porti raccontano favole paradossali e grottesche tipiche della tradizione dei “fabulatori” nelle quali affiora una pungente satira politica.

Il giovane Dario decide così di sviluppare le capacità apprese per strada presso l’Accademia di Brera di Milano, affinando ulteriormente la tecnica della fabulazione ascoltando, presso il neonato Teatro Stabile Piccolo di Milano, le prime traduzioni di Brecht, Majakovskij e Lorca: il suo talento è tale che nell’estate del 1950 riesce a fare colpo sull’attore Franco Parenti grazie a un suo testo autografo, “Poer nano”, satira che racconta la storia di un imbranato Caino in perenne competizione con lo splendido fratello Abele. L’ingaggio è immediato.

terremoto dell'Aquilalo spernacchiamento

Da qui in poi la storia di Dario Fo è un crescendo di collaborazioni con la radio, la televisione e il teatro che lo porteranno, su una strada che non gli risparmierà difficoltà e censura, alla fama mondiale (Argentina, Australia, Bangladesh, Cina, Germania, India, Giappone, Russia, Uzbekistan e Yemen sono solo alcune delle nazioni in cui diverse compagnie straniere hanno portato in scena le opere di Dario Fo e Franca Rame). Ma nonostante le tournèe, il successo e la visibilità, Fo non dimentica mai le attitudini goliardiche e giullaresche del popolo da cui è nato e tra cui è cresciuto: capacità che egli registra in disegni e dipinti, schizzi presi “dal vivo” di una realtà un po’ folle dai quali trarrà ispirazione per la realizzazione dei suoi canovacci meglio riusciti.

rapporto sessualesaviano con leone e statua

“Dico sempre che mi sento attore dilettante e pittore professionista”, dichiara Fo: non per nulla nel corso della sua (non ancora finita) carriera di maestro poliedrico ha realizzato una personalissima “Bottega d’artista”, un vero e proprio laboratorio creativo di sapore rinascimentale in cui sono custoditi più di 18 mila schizzi, frutto di un lavoro che dura ininterrottamente ormai da 60 anni.

Il Comune di Milano, in collaborazione con la Compagnia teatrale Fo – Rame, ha deciso di aprire le porte di tale preziosissimo fondaco in una mostra dal titolo “Lazzi sberleffi dipinti” che, durata dal 24 marzo al 3 giugno, ha proposto al grande pubblico 400 opere tra pitture, collages, bozetti, acquerelli, fondali e stampe, ma anche arazzi, maschere, marionette e burattini. Lavori, questi, che ripercorrono un lungo viaggio attraverso la storia dell’arte: dai lavori ispirati alle incisioni rupestri preistoriche al linguaggio pop dei giorni nostri, percorrendo le esperienze dell’arte greca e romana, dell’arte bizantina e ravennate.

Grande interesse, poi, è quello dimostrato da Dario Fo per l’arte medievale e rinascimentale, testimoniato dai lavori che celebrano i rilievi scultorei del Duomo di Modena e di Parma, ma anche i remake di Giotto, Mantegna, Michelangelo, Leonardo, Raffaello e Caravaggio e dei contemporanei Funi, Carrà e Carpi.

Ma il mondo di Fo è il teatro che egli magistralmente rappresenta negli acrilici che raffigurano scene tratte da “Il barbiere di Siviglia”, “L’italiana in Algeri”, “La Gazzetta”, “Il viaggio a Reims”, ma anche della stagione creativa alla Palazzina Liberty e del suo incontro d’amore con Franca Rame, sua compagna e collega.

Una vita di passioni realizzata per immagini, che ha portato Fo a dichiarare (a ragione) che “se non possedessi questa facilità naturale del raccontare attraverso le immagini, sarei un mediocre scrittore di testi teatrali, ma anche di favole e di grotteschi satirici!”.

di Clara Amodeo

fonte: massacritica.eu


[STAMPA] Dario Fo e Franca Rame ancora censurati

di Jacopo Fo | 9 luglio 2012

Da quando mio padre ha dato fastidio a Giotto (!) niente più Rai.
 
La storia del rapporto tra i miei e la Rai è molto sofferta. Dal 1962 per 15 anni i loro nomi furono banditi dalla tv di Stato. Avevano osato rifiutare le censure all’ultimo momento (su un testo già approvato). Lo scontro era stato provocato dal fatto che, presentando Canzonissima, che allora era la trasmissione di maggior successo della Rai, avevano mandato in onda uno sketch sulle morti sul lavoro e un altro sulla mafia… Pare assurdo ma è così, il pezzo recitato dai miei non portava accuse ai politici o ai colletti bianchi. Si diceva solo e unicamente che la mafia esisteva e uccideva. Nient’altro… Ma allora non si poteva parlare di mafia… Il senatore Malagodi, che poi diventò senatore a vita, affermò in Parlamento che “Si insultava l’onore del popolo siciliano sostenendo l’esistenza di un’organizzazione criminale chiamata mafia.”
 
I miei furono perseguitati legalmente per inadempienza contrattuale, avendo abbandonato la trasmissione per protesta e persero pure tutti i contratti pubblicitari (allora c’era Carosello). 
Poi, nel 1977, ci fu il grande ritorno con Mistero Buffo. Poi, a fasi alterne, i miei genitori ebbero un minimo di possibilità, realizzando, sempre con molta fatica, alcune  trasmissioni. Dopo il 2000 andarono in onda una serie di puntate sul teatro e sui grandi pittori italiani: Caravaggio, Mantenga, Raffaello, Michelangelo, Leonardo e una serata dedicata al Duomo di Modena.
 
Poi Dario decide di raccontare Giotto e nello spettacolo si svela un segreto di Pulcinella: le meravigliose pitture della navata superiore della basilica di Assisi non sono opera di Giotto. La prova di questa affermazione è realizzata con l’ausilio di immagini proiettate. 
A quei tempi ogni pittore aveva un armamentario di sagome di cartone che venivano utilizzate per velocizzare la stesura del disegno. Ebbene, nella basilica superiore non vi è traccia dei cartoni di Giotto, che peraltro era giovanissimo e difficilmente avrebbe potuto dirigere una simile opera. Ci sono invece le impronte dei cartoni abitualmente utilizzati da un nutrito gruppo di grandi pittori. 
Peraltro la realizzazione dello spettacolo e delle relative riprese della Rai viene concordata col sindaco PdL di Assisi e con i frati Francescani (che lo sanno chi ha dipinto la basilica).
 
Arriviamo a fissare tutti i termini dell’accordo quando improvvisamente il vescovo di Assisi si mette di mezzo e blocca la possibilità di tenere lo spettacolo di fronte alla basilica, censurando il progetto realizzato con i frati, che invece ne erano entusiasti. Faccio una serie di incontri con sindaco e i frati francescani… I frati erano su tutto più a sinistra di mio padre… e il sindaco Pdl ad un certo punto sembrava di Lotta Continua.
 
Ma il vescovo riesce comunque a trionfare: niente spettacolo: non bisogna offendere le convinzioni del popolo, anche se sono sbagliate…
Alla fine, grazie al sindaco Boccali di Perugia si riesce a rappresentare lo spettacolo spostandolo nel capoluogo, di fronte a un’altra stupenda chiesa, anch’essa dedicata a San Francesco.
Realizziamo le riprese ma la Rai si dà uccel di bosco.
E anche gli spettacoli successivi della serie sui pittori non interessano più, nonostante il successo delle precedenti trasmissioni. 
Sinceramente quando Dario ha vinto il Nobel pensavo che le censure fossero finalmente finite.
Invece no.
I ragazzi terribili continuano a essere bastonati.
E alla fin fine va bene così.
Non è difficile essere ribelli a 20 anni, ma se sei considerato ancora un nemico irriducibile dopo gli 80, sei veramente un grandissimo rompicoglioni.
Alla salute cari genitori!
 
Attualmente le trasmissioni realizzate e mai trasmesse da una rete televisiva sono: 
Mistero Buffo (nuova edizione con Franca Rame)
Giotto o non Giotto,
Il Correggio dipingeva appeso al cielo
Ambrogio e l’invenzione di Milano
Dio è nero. Conversazione sul razzismo con Luca Cavalli Sforza
Lezione sull’architettura e il teatro
La vera Storia degli invincibili Seminole con Franca, Dario, Paolo Rossi, Toni Esposito, Modena City Ramblers, Sud Sound System, Sergio Laccona, Mario Pirovano, Jacopo Fo. 
Dario Fo canta le sue canzoni con Fausto Mesolella, i Bandabardò, Marco Zurzolo band, il gruppo A67, Raiz, Ugo Maiorano, Paolo Brancaleoni.
Il ’68, il risotto, il barbera e tutto il resto. Conversazione con Carlo Petrini, fondatore di Sloow Food. 
La nostra storia. Dal Dito nell’Occhio al Premio Nobel e oltre. Video biografia di due guitti pericolosi. 
Per un totale di una ventina di ore di trasmissione che per il momento non vedrete.
 

[STAMPA] Dario Fo torna con nuovi Misteri Buffi

dario fo

CESENA - Dopo 43 anni dalla prima esibizione di “Mistero buffo”, Dario Fo torna a Cesena per un nuovo appuntamento che, pur rendendo giustizia al tempo trascorso, resta fedele alla prima esibizione. Giuseppina Manin, giornalista del Corriere della Sera, infatti, ha proposto al Maestro di ripensare ad altri “misteri” che hanno scosso il nostro paese e di metterli tutti insieme.

Così è nato “Il paese dei misteri buffi”, opera che verrà presentata da Dario Fo in persona, insieme a Claudio Venturelli, domani sera al Chiostro di San Francesco a partire dalle 21.15.

Per l’occasione sarà venduta al prezzo di 15 euro una stampa bellissima e colorata che riproduce una tempera realizzata dal Maestro in modo del tutto estemporaneo, ma non per questo meno prezioso. Tutto il ricavato sarà devoluto al comune di Finale Emilia colpito dal terremoto.

fonte: romagnoli.it