Lazzi Sberleffi Dipinti

Dario Fo a Milano.

[STAMPA] Per esporre i lazzi di Dario Fo salta la mostra sui Celti

Il comune di Milano boccia l'esposizione sui popoli celtici prevista a Palazzo Reale: lo spazio serve per i dipinti del premio Nobel

Fuori la mostra “Celti d’Italia e d’Oltralpe”, dentro “Lazzi sberleffi dipinti” di Dario Fo. È bastato un fax, inviato due giorni prima di Natale, a mandare in frantumi due anni di lavoro con Palazzo Reale e con 74 musei di tutta Europa, quasi pronti a impacchettare alcune delle 700 opere archeologiche da esporre. Mittente: il Comune di Milano. Destinatario: l’associazione Capodanno Celtico. «Il fax lo abbiamo visto per caso», spiega Emanuela Magni, responsabile culturale della mostra, «altrimenti nemmeno ci saremmo accorti che il nostro lavoro sarebbe andato in frantumi».

Un lavoro presentato due anni fa a Palazzo Reale, come da prassi visto che i calendari delle mostre vengono definiti  a cadenza biennale, e subito accettato dal comitato scientifico composto da accademici di fama internazionale.  Un progetto condiviso a tal punto che Palazzo Reale «non solo fa sapere che la mostra è co-prodotta, ma invia le lettere ai musei interessati per chiedere le opere in prestito», ricorda la Magni. Mentre l’associazione si occupa delle  campagne fotografiche, dei restauri di alcune opere e del catalogo di 450 pagine.

Tutto fila liscio, fino a che a Palazzo Marino non cambia la giunta. Ecco, allora, che da Palazzo Reale arrivano i primi segnali che qualcosa inizia a scricchiolare. «Ci chiedono di produrre una brochure dettagliata da consegnare all’assessore Stefano Boeri, che avrebbe dovuto prendere visione del calendario. Anche se per Palazzo Reale, dato l’alto valore scientifico della mostra, non ci sarebbe stata alcuna retromarcia», sottolinea la responsabile culturale della mostra. Invece le cose sono andate diversamente: sul fax del Comune di Milano c’è scritto che, a causa di una nuova visione dell’assessore alla Cultura, che nel frattempo ha deciso di optare una nuova programmazione e una nuova destinazione alle sedi museali di Milano, la mostra su Celti non può essere più presentata. «Per non utilizzare la parola cancellazione», ricorda amaramente la Magni, «sul fax viene proposto di spostare la mostra al Palazzo della Ragione, che però nel frattempo è inagibile». Lo sarà, forse, in autunno, quando la mostra sarà esposta a Stoccarda, in Germania e le opere non saranno più disponibili. «Ma la cosa più grave», conclude la Magni, «è che nel fax si fa riferimento ad una nuova delibera sulla programmazione culturale che è stata approvata a febbraio di quest’anno e non a dicembre scorso quando ci hanno inviato la comunicazione. Questo è un atto gravissimo». Per non parlare dei rapporti compromessi con i musei europei, che hanno ricevuto comunicazione del mancato appuntamento dall’associazione e non dal Comune o da Palazzo Reale.

Intanto lunedì sarà presentata dall’assessore Boeri la mostra di Dario Fo. Aprirà al pubblico i prossimo 24 marzo e un assaggio dei lavori del premio Nobel si è avuta a gennaio quando Roberto Saviano ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal sindaco Giuliano Pisapia. Allo scrittore napoletano, Dario Fo ha regalato il bozzetto di un quadro.

di Tiziana Lapelosa - 10/03/2012

fonte: liberoquotidiano.it


[STAMPA] A Milano 'lazzi dipinti' di Dario Fo

Esposti suoi acquerelli e bozzetti, dal 24 marzo al 3 giugno

dario foA Milano 'lazzi dipinti' di Dario Fo (ANSA) - MILANO, 8 MAR - 'Lazzi sberleffi dipinti', cosi' ha intitolato Dario Fo la sua mostra di 400 opere ospitata nel Palazzo Reale dal 24 marzo - giorno in cui compie 85 anni - al 3 giugno. Sono dipinti, arazzi, acquerelli, disegni, bozzetti per costumi, fondali teatrali, scenografie e stampe da lui eseguiti per accompagnare la sua poliedrica attivita' teatrale, per la quale nel '97 ha ricevuto il Nobel per la Letteratura. Prima di divenire autore teatrale, regista e attore, Fo ha frequentato l'Accademia di Brera.

 

fonte: ansa.it


[STAMPA] A lezione dal pittore, Dario Fo

Nella sua "BOTTEGA D'ARTISTA"
di Giuseppina Manin - Ultimo aggiornamento: 06/03/2012

dipinto di dario foGli ultimi quadri, tele extra-size, tre metri per tre e oltre, li completerà in diretta con i giovani. Studenti di Brera e di altre scuole milanesi, tutti invitati a partecipare alla "Bottega d’artista" di Dario Fo. Che da martedì 13, e per un’intera settimana, aprirà i battenti nelle sale comunali di piazzetta Reale, a fianco del Museo del ‘900. Lezioni di pittura, di satira e di vita di un grande e poliedrico artista, attore-autore premio Nobel osannato e rappresentato in tutto il mondo, che mai ha dimenticato la sua prima passione, quella per le arti figurative, appresa da ragazzo all’Accademia di Brera sotto la guida di maestri come Carrà, Funi, Carpi… Grandi lezioni che Fo ha coltivato con crescente perseveranza fino all’exploit di questi ultimi anni, quando il colore e il disegno sono diventati per lui un inarrestabile bisogno creativo. “In realtà sono un attore dilettante e un pittore professionista”, scherza lui.

"AMO LAVORARE CON I GIOVANI" Così oggi, ormai conclamato maestro del pennello, Dario vuole rendere ai giovani quella meravigliosa occasione di “andare a bottega”, di assistere alla nascita di un’opera d’arte, magari di parteciparvi prendendo in mano, sotto la sua guida, matite e pennelli. Tre gruppi di 45 persone al giorno per una settimana. Prenotazione obbligatoria (tel. 02 54913 www.mostradariofo.it). “Mi piace molto quell’atmosfera di allegra complicità che si crea con i giovani nel metter a punto un quadro, succede abitualmente nel mio studio-atelier di Porta Romana”, racconta. Un modo di lavorare che gli ricorda la sua lontana vita di bohème, quando Brera era il cuore dell’arte e non della moda. “In quegli anni di guerra in Accademia ci si muoveva molto liberamente. Si poteva entrare in ogni aula, frequentare anche quelle non del tuo corso. Così si imparava di tutto, non solo a dipingere ma anche le tecniche dell’incisione, dell’affresco… Eravamo in pochi, ci conoscevamo tutti. Era normale andare a bere il caffè o mangiare in latteria con i professori. Che spesso ci chiamavano per aiutarli a completare qualche lavoro. Con i primi soldi guadagnati disegnando cavalli per un padiglione della Fiera me ne andai a Parigi per un mese a studiare Picasso e gli espressionisti russi”.

dario fo dipinge"LA MIA VITA, PITTURA E SATIRA" Un clima gioiosamente informale che Fo ricreerà ora nella sua Bottega, anticipo della grande mostra, “Lazzi sberleffi dipinti” (a cura di Felice Cappa) che il 24 marzo, giorno del suo compleanno, 86 anni portati con indomita energia, si aprirà nelle sale di Palazzo Reale, raccogliendo oltre 400 lavori tra tele, sagome, maschere e pupazzi ideati da lui con Franca Rame in oltre mezzo secolo di vita e teatro. Un teatro che per Fo è sempre nato “dipinto”. “Ogni mia commedia ha dietro un canovaccio di immagini, di figure…In fondo il mio percorso è sempre stato in queste due direzioni: evocare la satira attraverso la pittura e mettere in luce la vena satirica sempre insita nei capolavori dei grandi maestri”.

 

fonte: vivimilano.corriere.it


[STAMPA] Lazzi, sberleffi e dipinti: Dario Fo in mostra

Il Comune di Milano celebra l'arte in tutte le sue forme: il talento di Dario Fo, nella storica e riuscitissima coppia artistica con Franca Rame, sarà in mostra a Palazzo Reale, in primavera.

dario fo e franca rame

 

Nel ricco e variegato panorama del Programma Mostre 2012 del Comune di Milano, presentato dall’assessore alla cultura Stefano Boeri lo scorso 13 febbraio, a Palazzo Reale, sarà riservato uno spazio anche alla satira, con la mostra dal titolo “Lazzi, Sberleffi e Dipinti”.

Si tratterà di un’antologica-atelier, un mostra dedicata alla satira ed al buon umore, “per far sghignazzare“, appunto, come ha spiegato il premio Nobel Dario Fo in un breve intervento il giorno della presentazione. La mostra, in realtà, ripercorrerà i momenti fondamentali della formazione artistica di questo poliedrico personaggio, senza dimenticare, ovviamente, la figura di Franca Rame, che ha affiancato con successo il premio Nobel in innumerevoli progetti, sin dagli anni cinquanta, costruendo al suo fianco una carriera di successo, che, a tratti, non ha mancato di suscitare polemiche.

Durante il periodo di apertura della mostra, sono previsti anche una serie di incontri con l’artista, strutturati come delle vere e proprie lezioni; sarà, inoltre, aperta una bottega-laboratorio, all’interno della quale chiunque potrà mettersi alla prova, esibendo la propria creatività.

Un evento culturalmente interessante, moderno ed interattivo, certamente insolito, che sarà ospitato nelle eleganti sale di Palazzo Reale quasi in contemporanea con un’altra evento importante: la mostra dedicata a Tiziano ed al paesaggio moderno.

fonte: befan.it


[Stampa] Da Picasso a Dario Fo ecco le mostre di Boeri

Una notizia buona e una cattiva. La buona è che, dopo molti mesi di enclave, l'assessore Boeri ha finalmente enunciato i contenuti della sua visione della cultura in città, snocciolando i titoli degli eventi espositivi per il 2012. Ingrandisci immagine Ovvero il programma delle mostre

che, come ripete dal giorno del suo insediamento, «dovranno restituire precise identità agli spazi pubblici milanesi». La cattiva è che, all'interno di un'impalcatura apprezzabile e rigorosa, non mancano le solite derive politichesi che in Italia sempre contaminano la cultura indipendentemente dalle casacche. Nella fattispecie, innesti che non mancheranno di far discutere («ma la polemica ossigena la cultura» dice lui, sarà...) come la celebrazione a Palazzo Reale della coppia Dario Fo e Franca Rame («Lazzi sberleffi e dipinti») e la mostra «Addio Anni '70, Arte a Milano» che celebreranno gli anni della contestazione e in particolare il «guernica» di Enrico Baj, ovvero «I funerali dell'anarchico Pinelli». Oggetto 40 anni fa di forti critiche, il grande pannello di tre metri per uno è stato conservato finora alla Fondazione Marconi e a maggio, proprio in coincidenza dell'anniversario dell'omicidio Calabresi, tornerà nel luogo in cui avrebbe dovuto essere «battezzato». Un contrappunto che si poteva evitare? Forse sì, giacchè le intenzioni del programma generale hanno molti punti positivi e vorrebbero poggiarsi su una base di mera scientificità. Positivo, ad esempio, il fatto che il Comune riprenda a produrre mostre e dia una logica precisa alle singole hall. Palazzo Reale, dedicato solo alle grandi esposizioni, già questa settimana ospiterà «Tiziano e il paesaggio moderno» con 50 opere del Vecelio e dei grandi luministi veneti; a settembre, invece, torna a Milano dopo 40 anni Pablo Picasso con capolavori del Museo Nazionale di Parigi. Ben due mostre fotografiche saranno dedicate alla famiglia: la prima inaugurerà a marzo a Palazzo Reale come excursus sui mutamenti sociali nell'Italia del '900. La seconda sarà ispirata alla famosa mostra del 1955 «Family of man» del Moma di New York e inaugurerà a maggio (buona notizia) i famigerati spazi dell'ex Ansaldo, destinati a focus sulle interculturalità; la mostra successiva, infatti, ospiterà in autunno «Dak'art», una selezione di artisti della più importante biennale africana. Il Pac, invece, sarà destinato esclusivamente alla ricerca artistica nel contemporaneo come era nella sua vocazione e il programma illustrato da Boeri offre due momenti di indubbio spessore: a marzo una mostra dedicata a Marina Abramovic, l'artista serba che più di tutte oggi rappresenta, con le sue «live installations», l'espressività legata al corpo. A ottobre, invece un'antologica di Alberto Garutti, maestro italiano di arte neoconcettuale che proprio a Milano ha sviluppato il suo importante percorso in quarant'anni di carriera. Un degno omaggio, questo, ai grandi artisti del nostro territorio. Riflettori anche sul Castello Sforzesco i cui musei (poco conosciuti) si apriranno a focus sull'arte antica lombarda e non solo. A maggio, a cura di Giovanni Agosti, inaugurerà una mostra sulla figura del Bramantino che intende mostrare in ordine cronologico le opere dell'artista bergamasco del '500 presenti a Milano. Infine, una speranza per a due spazi «abbandonati» che sarebbe bello restituire alla città: la Gam di via Palestro che ospiterà il prossimo inverno un percorso dedicato allo scultore Medardo Rosso, e la Besana, che sarà destinata alla creatività dei bambini con mostre e laboratori. Vedremo.

fonte: ilgiornale.it