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[STAMPA] Dario Fo al Teatro Strehler con una serata a sorpresa dedicata al Don Giovanni

dario fo in don giovanniIn attesa della prima del Teatro alla Scala, che inaugurerà la stagione il 7 dicembre 2011 con Don Giovanni di Mozart, direzione Daniel Barenboin, regia Robert Carsen, al Piccolo Teatro Strehler lunedì 5 dicembre 2011 (ore 20.30) Dario Fo regala al pubblico una personalissima lettura della figura del grande seduttore con una lezione- spettacolo dal titolo "Don Giovanni e la Commedia dell’Arte".

Mettendo a confronto le due versione più note di Don Giovanni, – quella di Molière del 1665 e quella scritta da Lorenzo Da Ponte e musicata da Wolfgang Amadeus Mozart del 1787 – e il contributo offerto ai due capolavori dall’originale di Tirso da Molina, Dario Fo sottolinea come entrambe le opere siano state in realtà ispirate dalla Commedia dell’Arte, con i suoi meccanismi comici, gli inganni continui perpetrati dai personaggi e i loro improbabili travestimenti.

Fo analizza le sorti dei due lavori più rappresentati, le imposizioni della censura (a Molière fu ordinato di distruggere tutte le copie in circolazione), il tema del potere che pervade l’opera (la vera seduzione di Don Giovanni non è altro che la seduzione esercitata dal potere, tema più che mai attuale e vicino alle cronache recenti). Infine il grande attore reciterà un brano del Don Giovanni di Molière: si tratta di un frammento emblematico sull’incapacità di redimersi del protagonista ormai accecato dalla bramosia di possesso, anche davanti allo spettro della morte.

fonte: contattonews.it


[STAMPA] Una settimana con i ritmi di Mozart

di Chiara Campo - 02 dicembre 2011, 08:00

Buona la Prima. Ma anche le altre: il «Don Giovanni» di Mozart per una settimana diventa come ha anticipato l'assessore alla Cultura Stefano Boeri «la colonna sonora della città».

Arie diffuse dalle sei di sera fino a mezzanotte in Galleria (da domani al 6 dicembre), una lezione-spettacolo con Dario Fo, l'incontro con il maestro Daniel Baremboim. E il 7 dicembre, l'ouverture della Scala verrà proiettata in contemporanea in cinque cinema, al carcere di San Vittore e Bollate, al Teatro Ringhiera di via Boifava, al Teatro della Cooperativa di via Hermada all'Auditorium di zona 3, in via Valvassori Peroni, fino alla Casa della carità. Come il Salone del Mobile o del Turismo, anche la Scala continua la tradizione del «fuori-Prima».
Si potrà scoprire in anteprima allo Spazio fumetto «Wow» di viale Campania la storia «Doubleduck e il Convitato di Gesso» in uscita sul prossimo numero di Topolino in omaggio alla 223esima apertura della Stagione alla Scala, Paperino si prepara ad assistere all'opera «Donnie Johnnie» diretta dal maestro «Badaboing». Una chicca della mostra «Mozart a strisce» che si potrà visitare con ingresso libero da oggi all'11. Un racconto a fumetti del genio passando dal tratto elegante di Milo Manara alle tavole della serie Martin Mystère alle avventure di Geronimo Stilton.
Va in scena al Piccolo Teatro Strehler lunedì alle 21 invece la lezione-show «Il Don Giovanni e la commedia dell'arte» di (e con) Dario Fo. L'ingresso è gratis ma bisogna ritirare prima i biglietti (tutti i giorni dalle 9.45 alle 18.45 e domenica dalle 13 alle 18.30 alla biglietteria del Piccolo o sul sito www.piccoloteatro.org/dariofo). Martedì alle 18 è la volta del maestro Daniel Baremboim, alla vigilia della Prima incontrerà i milanesi al Teatro Ringhiera.
E il Ringhiera è anche uno dei palchi scelti dal Comune per proiettare in contemporanea - e gratis - la Prima del 7 dicembre. Cancellata la tradizione del Teatro Dal Verme, dove da anni si riunivano per seguire la diretta sul maxischermo e festeggiare con una fetta di panettone circa 2.500 over 65i. Questa volta, attraverso consigli di zona e centri socio-ricreativi sono già stati distribuiti a 1.185 anziani e disabili gli ingressi per la diretta in 5 cinema, Apollo, Gloria, Gnomo, Palestrina e Uci Bicocca. Per il dal Verme, puntualizza l'assessore al Welfare Piefrancesco Majorino «si spendevano 46mila euro, adesso solo 12mila». Su prenotazione o fino a esaurimento dei posti potranno accedere tutti al Ringhiera e al Teatro della Cooperativa, solo i residenti di zona 3 invece all'Auditorium di via Valvassori Peroni. Per gli ospiti e gli abitanti del quartiere Crescenzago, la Prima è anche all'auditorium della Casa della Carità. Dalle 18 le note di Mozart entrano in diretta al carcere di San Vittore e per la prima volta a Bollate per i 150 detenuti.
Coinvolte dieci scuole medie della città con laboratori sul «don Giovanni» coordinati in questi giorni dall'Accademia della Scala, mentre - ultimo appuntamento - il 16 dicembre alla Caserma Magenta di via Mascheroni dalle 20 alle 24 trenta 30 pianisti si alterneranno su 8 pianoforte per una non-stop ispirata a Mozart, un «preludio» della tre giorni di «Piano City» la prossima primavera. Quando un centinaio di artisti come a Berlino apriranno le porte di casa o dello studio per un grande «concerto diffuso». E da ieri al 5 chi pedala in piazza Scala sulle bici-generatori installate da Edison «produce» parte dell'energia pulita necessaria agli eventi.
Con queste novità «non si può più dire che la Scala sia un teatro riservato a un'elite - ha detto il sovrintendente Stephane Lissner - sono felice che si respiri l'idea che il teatro apra le proprie porte, perchè un'istituzione deve essere forte nella propria città, per poter avere fama all'estero». E tira un sospiro di sollievo, «praticamente esauriti i 110 biglietti che erano destinati alle autorità e il Comune ha messo in vendita per beneficenza. Ne restano 12. Costavano da 1.800 a 2.400 euro, un successone ma ero preoccupato».

fonte: ilgiornale.it


[STAMPA] “Dio è nero!” e ha pure il senso dell’umorismo

dio è nerodi Francesco Greco. Ora qualcuno sarà tentato di dare una mano di caffellatte al Bambinello nel presepe. Sarebbe un sacco provocatorio e iconoclasta, in linea con la filosofia e l’estetica del miglior Dario Fo: sapido, irriverente, paradossale. Che contaminando la scienza col teatro, ha riletto l’evoluzione della specie di Charles Darwin e come al gioco dell’oca ha fatto tutti i collegamenti che noialtri piccolo-borghesi per pudore, pavidità, opportunismo ci rifiutiamo di fare.

E decodificando a modo suo le notizie scientifiche apparse negli ultimi anni sui quotidiani e le riviste più autorevoli (“Nature” in primis), è giunto alla conclusione che Dio è nero. Non solo, a epatèur le bourgeois, aggiunge che è pure femmina. Il nostro primo avo ha la pelle scura e le mestruazioni. Aprì gli occhi nell’Africa subsahariana, Corno d’Africa, l’attuale Etiopia, intorno a 200mila anni fa. “Sono ottomila generazioni – riflette Telmo Pievani in postfazione – prendete un vostro nonno e poi andate indietro al nonno di vostro nonno, per quattromila volte, e poi ancora al nonno del nonno di vostro nonno e arrivate al vostro anziano supernonno che faceva parte del gruppo di pionieri…”.

Il puzzle prende forma sino al sillogismo automatico: Se il primo uomo è nero, il loro Dio non può che avere lo stesso colore di pelle. Farà inorridire i razzisti, i leghisti dop, il Kkk e tutto il pensiero farneticante nidificato attorno alla purezza della razza, ma “Dio è nero!” (Il fantastico racconto dell’evoluzione), Raffaello Cortina Editore, Milano 2011, pp. 104, € 21 (libro con 44 disegni dell’attore + dvd, a cura di Franca Rame e Felice Cappa) apre insospettati orizzonti a un’umanità che ha relativizzato tutto e che ora ha almeno una certezza cui aggrapparsi nel mare procelloso del revisionismo (g)local: la pelle scura del Dio dei cristiani, e la vagina della Grande Madre.

Il monologo (“dialogo fra due esseri comuni”) di Dario Fo in veste di “sciamano che crea miti fatti di sapienza e immaginazione” (Felice Cappa in prefazione) andò in scena a Milano (aula magna del Museo di Storia Naturale) la sera del 13 febbraio scorso in occasione dell’Evolution Day. Un happening commuovente in cui l’istrione (Nobel 1997 per la Letteratura) inventore di mille gramelot e il pubblico toccarono vette di complicità intellettuale e sensuale: un mantra, un’alchimia oscura rada nel teatro da Sofocle a Arthur Miller e Jean Genet.

La password della “Genesi” è quella che attraversa come fuoco greco tutta l’opera del giullare: lo scetticismo dei Lumi, l’irriverenza maieutica, il lazzo ateo, il ghigno sulfureo e poetico di chi denuda il Re, i teologi, gli scienziati, i politici, gli economisti che teorizzano il “progresso infinito” (delle bolle, i default, i cigni neri che finanziano le banche fallite e affamano miliardi di persone). Zolfo a piene mani sui miti, le icone, le menzogne della modernità che ci fa ingollare il becchime di ogni regime come polli d’allevamento e mette “gli uomini più potenti in cima alla piramide del mondo, creandosi un Dio a propria immagine e somiglianza” (Cappa).

Non resta che chiedere anche noi a Fo, citando Federico, il bambino di 10 anni che l’ha fatto quella sera tra scimmie, uccelli, serpenti, ossa, piante carnivore, fossili, ecc., beccandosi la standing-ovation: “Come si diventa primitivi?”. Magari col desiderio inconscio di tornare nell’utero rassicurante della nostra Eva nera con cui condividiamo il dna mitocondriale. Se il Dio che gli uomini si sono dati “per proteggersi da quello che non conoscevano, o non riuscivano a dominare” (Cappa) non può più far niente per noi, forse saremo salvati dai bambini: bianchi, neri, ramati, occhi a mandorla, pel di carota…

fonte: giornaledipuglia.com


[STAMPA] Dario Fo in tournée con il suo Mistero Buffo

dario fo

Era il 1 ottobre 1969, quella sera a Sestri Levante Dario Fo portava in scena per la prima volta la sua opera teatrale più famosa e più replicata. L'autore, attore e drammaturgo italiano premiato nel 1997 con il premio Nobel per la letteratura torna ancora una volta in tournée nelle principali città italiane per replicare il suo Mistero Buffo

L'insieme di monologhi di ispirazione biblica (con ampi riferimenti ai vangeli apocrifi) è un successo indiscusso da più di 40 anni con il suo grammelot, autentico marchio di fabbrica dell'inimitabile stile di Fo. Da Mistero Buffo hanno tratto ispirazione i più importanti protagonisti del teatro di narrazione, basti pensare a Marco Paolini, ma non smette di incuriosire gli spettatori.

Il pubblico, soprattutto quello composto dagli appassionati, potrà apprezzare certamente l'ennesima variazione ed integrazione che Fo ama apportare al Mistero Buffo ogni qualvolta ne ha occasione. La prima data del nuovo tour sarà a Bergamo, il 26 novembre 2011 alle ore 21 al Teatro Creberg di Bergamo. 

fonte: blogo.it


[INTERVISTE] A Colazione con Radio Alta Dario Fo e Fausto Terenzi

Mercoledi 23 novembre Colazione con Radio Alta ospita Dario Fo il premio Nobel per la letteratura (1997) che sarà in scena con la moglie Franca Rame sabato 26 novembre al Creberg Teatro con lo spettacolo Mistero Buffo. L'appuntamento telefonico con Dario Fo è per le 9,10.

Quasi un'ora prima - alle 8,20 - ospite della trasmissione condotta da Teo Mangione sarà Fausto Terenzi, uno dei conduttori storici della Radio. Si racconteranno aneddoti del periodo d'oro di alcune realtà radiofoniche degli anni 70, da Radio Milano International a Radio Montecarlo. Non mancheranno curiosità per sapere come nacque l'idea di una trasmissione che vedeva protagonisti personaggi presi in prestito dal nostro territorio: Radio Cantiere Nework, senza la T. 

Radio Alta 100.700 – 101.700 BergamoTv can 17 dgt e can 842 sky 

 

fonte: ecodibergamo.it


[STAMPA] Fo e Rame al Creberg Teatro ripresentano «Mistero Buffo»

dario fo e franca rame

Quarantadue anni dopo la prima rappresentazione, torna «Mistero Buffo», di e con Dario Fo e Franca Rame, il cui tour partirà sabato 26 novembre 2011 alle ore 21 dal CrebergTeatro di Bergamo. Dal 1969, anno in cui Dario Fo e Franca Rame lo misero in scena per la prima volta a Milano, in un capannone di Porta Romana, «Mistero Buffo» è stato replicato migliaia di volte in tutto il mondo.

Lo spettacolo nacque con l'intento di dimostrare l'esistenza di un teatro popolare di grande valore, che nulla aveva da invidiare ai testi di tradizione erudita, che erano espressione della cultura della classe sociale dominante. C'erano monologhi di tradizione popolare, tratti da giullarate e fabliaux del medioevo, non solo italiane, ma provenienti da tutta Europa.

«Debuttando anche fuori dall'Italia, dall'Inghilterra alla Spagna, per poi arrivare in Grecia e in Russia - ricordano i due attori - rintracciavamo brani del tutto sconosciuti raccolti da ricercatori di Paesi e culture diverse. Noi li si metteva in scena quasi a soggetto. Il testo definitivo lo si stendeva solo dopo averlo recitato per mesi interi. Ritrovammo canovacci rappresentati secoli fa dai comici dell'arte, soprattutto in Francia, brani recitati da Arlecchino e da altre maschere, e in seguito a un nostro viaggio in Cina riuscimmo ad arricchire il nostro repertorio anche della "Storia della tigre". Così, ad un certo punto, ci accorgemmo recitando a Roma nello chapiteau di un circo viaggiante che raccoglieva più di 2000 persone, che la mole del testo di Mistero Buffo si era ormai decuplicata. Per riuscire a misurarne la dimensione decidemmo di recitare ogni sera uno spettacolo con testi completamente differenti. Così si giunse a mettere in scena la bellezza di sei "Misteri Buffi"».

«Dovete capire - continua la coppia - per noi recitare non è solo un mestiere, ma è anche e soprattutto un divertimento. Che raggiunge il massimo del piacere quando riusciamo a inventarci nuove situazioni e buttare all'aria convenzioni e regole. Speriamo di comunicarvi questo nostro spasso e di riuscire a sorprendervi, farvi ridere e magari pensare».

Lo spettacolo in dicembre sarà il 10 e l'11 a Modena, il 20 a Bologna. Da gennaio in poi le città toccate saranno Milano (16 gennaio), Roma (20 gennaio), Firenze (23 gennaio), Varese (18 febbraio), Torino (20 marzo).

 

fonte: ecodibergamo.it