[STAMPA] Dario Fo a Milano. Lazzi, Sberleffi, Dipinti

Fino al 3 giugno è possibile visitare presso il Palazzo Reale di Milano, la prima mostra dedicata all’opera artistica di Dario Fo. Un evento espositivo composto da oltre 400 lavori realizzati dal capostide della satira, esposti in una mostra che si muove partendo dalle pitture a olio su tela, fino agli acrilici più attuali.

Fin dai suoi esordi Fo, in concomitanza con l’attività teatrale e letteraria, ha coltivato il rapporto con l'arte, interessandosi ai grandi maestri del passato. Rientra nel percorso espositivo anche la Bottega d'Artista, un vero e proprio atelier studiato per conoscere le tecniche e le fasi di lavorazione dell'opera d'arte; è nella bottega infatti, come nell'epoca rinascimentale, che Dario Fo elabora le sue opere.

Una mostra ricca di colore, che ci permette di vivere attraverso esso il figuratismo dell'immagine; il gusto utilizzato nei lavori di questo artista è lo stesso del teatro di narrazione, recitato nel suo grammelot padano, incomprensibile per molti, chiarissimo per tutti, poiché utilizza il linguaggio dei suoni, della parola, del canto e dell’onomatopea.

Per molti questa mostra è considerata inusuale, poiché conosciamo Fo come drammaturgo, scrittore o comico, ma chi lo conosce per davvero non ha dubbi: Dario Fo prima di tutto è pittore. Già sua madre lo aveva capito e per tenerlo lontano dai guai adolescenziali, gli ripeteva, tenendolo a casa:“Vai bel testòn, spantégame una frappata di belle figure!”. E lo ricorda anche Felice Cappa, uno dei suoi più cari amici, affermando:“Se cerco di ricordare qual è, per me, l’immagine più familiare di Dario, in oltre trent’anni di frequentazione prima come spettatore, poi come giornalista e, finalmente, come suo allievo e collaboratore, mi viene in mente sempre Dario che disegna”.

Possiamo inoltre affermare non solo che Dario Fo sia un pittore, ma che sicuramente sia un bravo e originale artista..., potrete confermarlo voi stessi visionando le oltre 400 opere tra Lazzi, sberleffi dipinti, che testimoniano l'ingegnosità di questo artista. Attraverso Tele, tavole e tappeti viene raccontata la storia di un popolo immaginario, che ricorda le opere di Hieronymus Bosch; la mostra appare agli occhi del fruitore come se fosse un giornale a fumetti di formato extra-large.

Le opere narrano vicende della nostra apoca, utilizzando una tecnica pittorica ricca di colore e ironia, pur presentando a volte delle tragiche vicende, come Il terremoto dell’Aquila, che si sofferma sul crollo delle bellezze artistiche del paese, o Lo sbarco di Lampedusa, dove due arche non riescono ad accogliere tutte quelle persone bisognose di riparo.

Nelle opere di Fo non solo sono narrate vicende di attualità, ma anche episodi religiosi; nella Torre di Babele per esempio, rifacimento di quella di Pieter Bruegel , il Saviano con leone e statua diventa un moderno San Gerolamo. L'opera più curiosa resta il quadro dove Dario Fo e Franca Rame avanzano come se fossero i personaggi del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo. Altre opere dell'artista rimandano a capolavori, come Il giudizio Universale di Michelangelo; tutto ciò porta ad un ritorno alla pittura del passato, che non vuole essere soltanto un'imitazione, ma un vero e proprio strumento per sbeffeggiare la realtà attuale.

Una mostra dalle tinte originali, un percorso espositivo accattivante, un progetto moderno, tutto questo è la mostra Dario Fo a Milano, Lazzi Sberleffi Dipinti, a Palazzo Reale.

Info:
Palazzo Reale Dal 24/03/2012 al 03/06/2012
Lunedì: 14:30-19:30
Da martedì a domenica: 09:30-19:30
Giovedì e sabato apertura prolungata fino alle 22:30
COSTO:
9 € intero | 7,50 € ridotto | 4,50 € ridotto speciale

fonte: 2duerighe.com


[VIDEO] La Pasqua di Dario Fo con i licenziati dei Treni Notte

Una Pasqua a Palazzo Reale per il maestro Dario Fo. Una Pasqua in solidarietà con i lavoratori licenziati dei Treni Notte, per la loro lotta e protesta contro la soppressione di un servizio che, oltre a lasciare a casa centinaia di lavoratori, è sempre stato fondamentale per tenere unita l’Italia permettendo a prezzi accessibili il collegamento tra il Sud e il Nord del paese.
 
Dario Fo ha presentato al pubblico il suo dipinto intitolato “Dobbiamo salire sempre più in alto per farci sentire“, dedicato anche alla protesta del Binario 21 in Stazione Centrale a Milano dove da quattro mesi i licenziati si sono barricati su una torre. Ha spiegato davanti alle telecamere l’importanza della protesta incitando alla partecipazione e all’unità. Al telefono con Stanislao, uno dei due licenziati sulla torre, Dario Fo ha promesso che a breve passerà a trovarli, annunciando iniziative di supporto alla loro causa.
 

[FOTO] Dario Fo: un dipinto per gli ex lavoratori Wagon Lits

di Anna Giolitto

Pasqua, 8 aprile 2012. Dario Fo invita alla sua mostra a Palazzo Reale «Lazzi, sberleffi e dipinti» una delegazione dei lavoratori licenziati ex Wagon Lits, in protesta da dicembre sulla torre faro della stazione Centrale di Milano per la chiusura dei treni notte.
Dario Fo dedica loro un quadro: «Sempre più in alto dobbiamo arrampicarci perché si accorgano della nostra tragedia». Davanti al suo dipinto, Dario Fo telefona a Stanislao Focarelli, sulla torre da più di un mese, e dice: «Siamo qua in tanti, in un salone dove c’è questa pittura e dove ci sei tu, lassù in alto, dipinto insieme a tutti i tuoi compagni. Questo per ricordare a tutti quanti l’importanza del gesto straordinario che state compiendo».
 
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fonte: asacube.com

[STAMPA] Da Natale a Pasqua sulla torre. E Dario Fo incontra i lavoratori

la torre

Milano, 8 aprile 2012 - Quando in tre si arrampicarono sulla torre faro del Binario 21, era l’Immacolata, in pochi scommettevano che avrebbero mangiato il panettone. Invece gli ex Wagon Lits in protesta dopo essere stati licenziati (in 800 solo a Milano) quando Trenitalia ha soppresso de facto i treni notturni Nord-Sud oggi mangeranno anche la colomba. Dopo quattro mesi di presidio ad alta quota, una staffetta che batte ogni record nel genere inaugurato alla Innse nell’estate 2009. «Ci saremo» anche ai piedi della torre, conferma Angelo Mazzei della Cgil, «a Pasqua come ogni giorno, al di là delle visite che ogni tanto arrivano di volti noti, politici e non». Meglio tendenzialmente i «non», gli artisti «senza bandiere né simboli», perché, insistono al presidio, «non ci facciamo mettere il cappello», «non vogliamo perdere la nostra autonomia. Lottiamo per la coesione sociale dell’intero Paese, perché è un diritto».

Non solo il lavoro, anche la mobilità. Sotto la torre sono stati, tra gli altri, Moni Ovadia, Vinicio Capossela, Daniele Silvestri. Oggi tocca a Dario Fo, che alle 16 ha invitato una delegazione alla sua mostra di dipinti a Palazzo Reale. Il Nobel ne ha fatto uno sulla battaglia della torre, c’è scritto: «Sempre più in alto dobbiamo arrampicarci perché si accorgano di noi e della nostra tragedia. Così pur di sopravvivere, rischiamo la vita».
Sulla torre salirono per primi Beppe Gison, Carmine Rotatore e Oliviero Cassini. Beppe è sceso il 21 gennaio, Carmine il 25, Oliviero il 24 febbraio, con 78 giorni compreso il grande freddo sulle spalle dei suoi 48 anni, e a dargli il cambio è arrivato nel giro di 24 ore il 28enne Rocco Minutolo. Ma la vedetta non è rimasta sguarnita, perché intanto, la sera del 2 febbraio, era salito Stanislao Focarelli, 37 anni, che da poco è anche partigiano perché l’Anpi di Voghera gli ha conferito una tessera ad honorem.

Stanno bene tutti e due, ha confermato il medico che li controlla. Il presidio è alimentato dalle donazioni di decine di sostenitori. Nessun dubbio, si va avanti. Nonostante, anche, la conferma delle assunzioni di 152 ex lavoratori dei treni notte in base all’accordo sottoscritto in Regione il 30 dicembre, senza la Cgil. «È un’amarezza, ma capisco quelli che hanno famiglia. Il punto è che il lavoratore non dovrebbe mai trovarsi davanti a una scelta del genere», ha scritto Focarelli nel diario che tiene su E, il mensile online di Emergency, sui primi 23 assunti da Trenord. E martedì, giorno 118 della protesta: «Ci giungono voci attendibili che potrebbero ripristinare i treni notturni. Noi siamo sempre stati ferrovieri, non permetteremo che ci svendano a cooperative varie di dubbia natura. I treni sono un bene essenziale per i cittadini e noi vogliamo tornare a fare il nostro lavoro».

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fonte: ilgiorno.it


[STAMPA] Jannacci canta per Dario Fo a Palazzo Reale

'El purtava i scarp del tennis' cantata in coro a Palazzo Reale. E' stato il momento più intenso della mattinata straordinaria per la mostra di Dario Fo 'Lazzi sberleffi dipinti'.

Una insolita jam session del duo di Enrico Intra e Franco Cerri ai quali si e' unito prima Enzo Jannacci e poi, una mezz'ora più tardi, ormai inaspettato da molti, Adriano Celentano. Nonostante le sue non buone condizioni di salute, Jannacci ha concesso alla piccola platea, in parte seduta per terra in parte in piedi, il momento più emozionante della mattinata intonando una delle sue canzoni più famose dedicata alla lunghissima amicizia con Dario Fo (video di Luigi Bolognini)

fonte: video.repubblica.it