Diario d'artista: Darwin, Cesenatico... Cosa c'è in cantiere?
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Valorizzare Altino e il suo patrimonio storico-archeologico, portando il premio Nobel Dario Fo e le sue opere nella sede museale tra fine luglio e settembre: è questo l’obiettivo del progetto sviluppato dal Comune di Quarto d’Altino in partenariato con il Polo Museale del Veneto – Direzione del Museo Archeologico Nazionale di Altino, il patrocinio dei Comuni di Roncade, Casale sul Sile, Marcon e Mogliano Veneto e grazie alla collaborazione di tante realtà del mondo dell’associazionismo e produttive del territorio.
Il Progetto ha preso avvio lunedì 18 luglio, con un corso di pittura di una settimana, tenuto, a titolo gratuito, dal Maestro Enrico Berico, che si svolgerà presso Villa Marignana Benetton a Mogliano Veneto: destinatari sono sedici giovani artisti del territorio veneziano e trevigiano, di età compresa tra i 14 e i 30 anni, che saranno guidati ad apprendere le tecniche pittoriche di Dario Fo sui bozzetti realizzati per il Johan Padan, spettacolo teatrale scritto dallo stesso Fo. Al termine del corso, le tele realizzate dai giovani artisti verranno trasferite presso il Museo di Altino, dove verranno completate e firmate da Dario Fo, per essere poi esposte presso le sale della sede museale dal 24 luglio al 30 settembre; all’inaugurazione della mostra sarà presente lo stesso Fo. Il ricavato dalle offerte libere per visitare la mostra e dalla vendita dei gadgets sarà donato al Comitato Il Nobel per i disabili Onlus, organizzazione non lucrativa di utilità sociale fondata da Dario Fo, Franca Rame e Jacopo Fo a sostegno delle persone affette da disabilità fisiche o mentali.
COMUNICATO STAMPA
Roma, giovedì 16 giugno 2016 - A causa di una laringotracheobronchite che ha colpito il Maestro Dario Fo, lo spettacolo previsto questa sera nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, è rinviato all’1 agosto ore 21.
Ma ecco le parole dello stesso Fo: “Tenevo molto a questo incontro nella capitale. Roma per me e per Franca non è stata una delle tante città del nostro Paese con cui abbiamo tenuto rapporti importanti, ma una città speciale. Abbiamo abitato lungamente a Roma. Qui è nato nostro figlio Jacopo, qui abbiamo allestito centinaia di spettacoli in teatri antichi e in cavee allo scoperto. Per quasi un anno abbiamo recitato dentro uno chapiteau da circo, il Teatro Tenda di piazza Mancini che poi è diventato un monumento davvero spettacolare e per finire è qui che abbiamo allestito per la prima volta una gran quantità di giullarate del genere Mistero Buffo. Quello che ci preparavamo a portare in scena, oggi 16 giugno, era il capostipite di una serie di rappresentazioni che hanno girato per tutto il mondo. Mi spiace, ho fatto di tutto per essere in grado di rappresentare questi antichi fablieau, ma fra un mese circa io sarò qui di nuovo. Vi prego perdonate se mi sono comportato al livello di un normale essere umano.”
I biglietti acquistati per lo spettacolo del 16 giugno restano validi (senza bisogno di cambiarli) per la data dell’1 agosto. In alternativa è possibile chiedere il rimborso entro cinque giorni a partire da domani, quindi fino al 21 giugno 2016.
Per maggiori info www.auditorium.com
"Ho iniziato a dipingere da bambino. Mia madre, che conosceva la passione che avevo per la pittura, quando non voleva che andassi in giro a far ragazzate con i compagni che come me sentivano il “richiamo della foresta”, stendeva sul tavolo di cucina una mazzetta di fogli bianchi, rovesciava una quantità di pastelli e matite colorate e, invitandomi all’orgia diceva: “Vai, bel testòn, spatègame una frappàta de belle figure!” E io, via che mi buttavo a spantegàre colori sul foglio bianco, a rincorrere, con giravolte di righe, immagini che montavano una dietro l’altra come se le avessi stampate a memoria. Man mano che entravo nel gioco degli incastri e stendevo spazi, piani di colori, mi prendeva uno sballo d’incanto. ..."
La mostra sarà aperta al pubblico dal 27 maggio al 14 giugno e visitabile tutti i giorni, esclusi i festivi, dalle ore 10.30 alle ore 12.30 e dalle ore 16.00 alle ore 19.30
Le opere, ospitate negli spazi della galleria Monogramma al 102 di Via Margutta a Roma, sono una selezione dei numerosi dipinti realizzati da Dario Fo tra il 2011 e il 2014 e che sono stati utilizzati come copertine e illustrazioni dei suoi libri o per le scenografie degli ultimi spettacoli teatrali.
Per maggiori informazioni tel. +39 06 32650297
Ufficio Stampa Monogramma:
Gianluca Morabito +39 348 0537611
Dal 13 maggio al 12 giugno Mi Art Gallery ospita la mostra "Razza di zingaro" del premio Nobel Dario Fo, che porta lo stesso titolo del volume edito da Chiarelettere, in cui il premio Nobel ricostruisce la vera storia di Johann Trollman, un pugile sinti della Germania nazista.
Circa una quarantina le opere esposte, tutte ispirate al libro “Razza di zingaro”. Testo nel quale Fo racconta la storia del pugile sinti Johann Trollmann, dal talento eccezionale, la cui vita professionale e privata viene stroncata dal nazismo.
La necessità di proseguire in un percorso culturale che preservi la memoria, rende questa mostra attuale e testimonianza preziosa di ciò che non può essere dimenticato, ma anche un modo per rivolgere lo sguardo e “per parlare indirettamente del presente che non vogliamo vedere”.
Il maestro compie attraverso la pittura un atto espressivo che accompagna, segue e precede i suoi scritti, le rappresentazioni e le centinaia di commedie firmate Fo e Rame.
Tra le opere esposte negli spazi di Miart Gallery, una fra tutte esprime il dolore universale delle separazioni violente “Ultimo dialogo fra Olga e Rukeli: se vuoi salvare la vita tua e del nostro bambino divorzia da me”: attraverso un segno deciso e delicato al tempo stesso, il maestro ferma sulla tela un abbraccio disperato e impotente.
Al centro delle sue rappresentazioni Dario Fo descrive l’uomo impegnato nelle sfide della vita, i figuranti danzano, si rincorrono e si confrontano su un ring regolato da rispetto e lealtà.
Come in una rappresentazione teatrale, i quadri di Fo mostrano gli scenari, i ritratti, i movimenti dei personaggi che animano il racconto scritto, nato da un'inchiesta di Paolo Cagna Ninchi. "Il libro è stato realizzato dopo un'inchiesta condotta da un mio amico e - ha ricordato Fo - mi sono messo subito di buzzo buono, tanto che gli ho chiesto di tornare in Germania per trovare altre informazioni su questo pugile che ha iniziato giovanissimo a fare boxe senza saperne nulla ed è entrato in una scuola dove ha sconvolto i maestri perché danzava sul ring ed era una novità completa. Tutti quelli della vecchia guardia non ne volevano sapere, ma lui vinceva sempre perché andava oltre le regole". La mostra è visitabile dalle 11 alle 19.
Per maggiori informazioni clicca qui.
Ma cosa è successo, perché la gran parte del nostro Paese non ne sa niente.
Ci siamo rivolti ad alcuni direttori dei giornali più importanti e di alcune televisioni ma nessun fra quelli di maggior tiratura, a parte il Fatto Quotidiano, si è dato disponibile a pubblicare la notizia che ora vi andiamo illustrando.
E’ successo che da noi, in Italia, un gruppo di ricercatori della Università di Siena coadiuvati da altri scienziati del CNR di Pavia avrebbero scoperto un metodo davvero geniale per combattere e annientare i virus di un numero incredibile di patologie che da anni affliggono l’umanità. La tecnica impiegata normalmente, da parte dei medici di tutto il pianeta, è quella classica cioè attaccare frontalmente i virus causa delle infezioni, spesso mortali, nel tentativo di liberare il paziente distruggendo il morbo. E molti sono i casi in cui il farmaco usato raggiunge il risultato di guarire l’ammalato. Ma spesso ecco che dobbiamo assistere al riemergere della malattia grazie ad un virus che si è modificato per riattaccare spietatamente la vittima.
La cosa ci sorprende poiché scopriamo che il virus ha facoltà imprevedibili: è scaltro e caparbio e soprattutto possiede un cervello collettivo, sì un vero e proprio apparato pensante che inventa, che ricrea di volta in volta la propria personalità con nuova e inaspettata violenza.
Davanti a un fenomeno del genere Charles Darwin si sarebbe messo a urlare di soddisfazione: “Avevo ragione. I virus sono esseri dotati di intelligenza e sanno evolversi nel massimo della criminalità, proprio come gli esseri umani!”.
Sei anni fa il gruppo di ricercatori di Siena e Pavia ebbero un vero e proprio colpo di genio. All’istante si chiesero: “Questo metodo che noi applichiamo non pone forse l’obbligo di analizzare il problema con tutt’altra logica? Per esempio partire non dall’attacco al virus ma piuttosto dall’alveo in cui si è installato il virus. E’ il luogo in cui si annida il portatore del morbo che dobbiamo rendere inospitale, peggio... invivibile. Appena il killer tenta di affacciarsi alla cellula per moltiplicarsi in quantità da strage ecco che noi introduciamo nell’alveo abitativo una molecola che ha in sé il potere di spegnere la proteina cui il virus si attacca, rendendola inutilizzabile”.
In poche parole senza quella specifica proteina il virus è sconfitto. E con questa idea ecco che inizia un metodo del tutto nuovo di affrontare il problema.
Franca in quel tempo, sempre 6 anni fa, si trovò ad assistere ad una trasmissione televisiva in cui uno degli autori di questa nuova fase della ricerca descriveva il programma che il gruppo di scienziati intendeva ora seguire, lamentava le difficoltà sul piano finanziario e chiedeva un intervento pubblico giacché il Ministero della Sanità prendeva tempo, dilazionando ogni intervento. Franca, convinta che quella equipe di studiosi fosse da prendere in seria considerazione, telefonò al responsabile dell’Ateneo e offrì il proprio appoggio impegnandosi a coprire l’ammontare dello stipendo di un ricercatore indispensabile utilizzando quello che aveva percepito come senatrice della Repubblica. E l’ha mantenuto, per tre anni.
Il risultato delle sperimentazioni è stato reso noto il 26 aprile ed è proprio in quell’occasione che l’equipe di ricerca dava una notizia veramente straordinaria, cioè: la molecola identificata ha dimostrato di essere in grado di inibire la proteina e quindi di sconfiggere il virus dell’HIV, dell’epatite C e della Dengue.
Una notizia sconvolgente che avrebbe dovuto riempire le prime pagine dei giornali per non parlare dei servizi televisivi! E invece, come abbiamo già accennato, niente!
Oltre alla notizia sarebbe stato importante avvertire il pubblico delle difficoltà che ci sono ancora nella ricerca, prima di arrivare al successo completo. I ricercatori hanno prodotto già dei test andati a buon segno in vitro e con animali che possiedevano caratteristiche simili a quelle degli esseri umani e anche con queste questi test avevano ottenuto un risultato positivo.
Ma le difficoltà cominciano con le prove su esseri umani perché per abbattere il virus non bisogna danneggiare la cellula ma solo inibire una proteina e quindi la cautela deve essere portata al massimo dei livelli, altrimenti si rischia di uccidere l’uomo (si rischiano effetti nocivi). Questo significa esperimenti più mirati e ad alto controllo.
Ora, visto che spesso i mass media scantonano quasi infastiditi all’idea di informare il pubblico su certi avvenimenti storici come questo, non ci resta che produrre tutti noi una rete di informazione che sostituisca il silenzio della stampa.
Naturalmente per poter comunicare bisogna essere noi per primi informati e soprattutto in grado di spiegare con chiarezza e semplicità di linguaggio i termini della scoperta e dei metodi di indagine e ricerca che si stanno seguendo: informare vuol dire rendere edotti, arricchire di coscienza e conoscenza, a cominciare dai giovani per finire alle persone adulte.
Non è un’operazione facile, lo sappiamo, ma siamo convinti che l’insistere e l’inventare nuovi modi di comunicare usando tutti i mezzi a disposizione, possa portare a un successo.
Proviamoci ancora.
Dario Fo
Articoli sullo stesso argomento:
Lettera aperta di Dario Fo del 4/05/2016
Video di Jacopo Fo e Articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano
Scoperti nuovi agenti antivirali. Siamo orgogliosi di aver appoggiato questa ricerca.
L’Università di Siena e il Cnr hanno annunciato una scoperta storica che potrebbe determinare una vera e propria rivoluzione nell’approccio terapeutico per le malattie causate da virus. L’equipe diretta dal professor Maurizio Botta e dal professor Giovanni Maga ha individuato nuove molecole capaci di inibire la proteina umana DDX3 di cui “si nutrono” i virus. La sperimentazione diretta dal professor Maurizio Zazzi ha già dimostrato l’efficacia di questa metodologia contro Aids, Epatite C e Dengue.
Nel comunicato stampa ufficiale dell’Università di Siena si cita il fatto che la ricerca è stata possibile grazie a finanziamenti pubblici e anche grazie alla donazione offerta dal nostro Comitato il Nobel per i Disabili. Aver contribuito a questo grande successo ci rende particolarmente felici e orgogliosi.
Ci teniamo però a raccontare come siamo arrivati a prendere la decisione di finanziare questa ricerca.
Il merito va tutto a Franca che 6 anni fa rimase colpita da alcune notizie che aveva appreso seguendo una trasmissione televisiva. L'equipe medica incontrava difficoltà a finanziare questo progetto. Come sempre Franca agì d’impulso, immediatamente telefonò ai ricercatori chiedendo quali difficoltà economiche impedissero di portare a termine il loro lavoro. Mancavano i fondi per pagare lo stipendio a un ricercatore indispensabile. Franca decise quindi che il Comitato il Nobel per i Disabili si sarebbe accollato l’intero costo di uno stipendio per 3 anni (dal 2010 al 2012).
Ancora una volta Franca ci ha dimostrato di possedere, oltre a una grande generosità, un intuito straordinario perché, pur non possedendo una formazione scientifica, parlando con questi ricercatori, aveva capito che erano scienziati ai quali era giusto dare fiducia. Si tratta di un caso molto particolare anche perché l’attività fondamentale del Comitato non è certo quella di finanziare la ricerca scientifica.
Da quando Franca ed io si è deciso di devolvere l’intero ammontare del Premio Nobel a cause sociali ci siamo occupati di fornire 36 pulmini attrezzati per il trasporto di disabili in carrozzina ad altrettante associazioni, di venire in aiuto ai nostri soldati contaminati dall’uranio impoverito durante la guerra del Kosovo e di altre situazioni drammatiche.
Per finire vorremmo anche ricordare che nelle casse del Nobel per i Disabili, oltre al denaro del premio è confluito anche l’intero stipendio ricevuto da Franca nella sua qualità di senatrice.
Dario Fo
4/05/2016