Godelli presenta iniziative per Dario Fo a Brindisi

L’Assessore al Mediterraneo e Attività Culturali, Silvia Godelli ha presentato questa mattina – insieme al sindaco di Brindisi Mimmo Consales e al presidente del Teatro Pubblico Pugliese Carmelo Grassi – “Dario Fo a Brindisi”, l’insieme di iniziative che culmineranno nella rappresentazione di Mistero Buffo al teatro Verdi, che celebrerà il ritorno sulle scene pugliesi del premio Nobel e della sua compagna Franca Rame.

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Dario Fo - Lazzi Sberleffi Dipinti a Brindisi

dario fo lazzi sberleffi e dipinti"Dico sempre che mi sento attore dilettante e pittore professionista."
"Se non possedessi questa facilità naturale del raccontare attraverso le immagini, sarei un mediocre scrittore di testi teatrali, ma anche di favole o di grotteschi satiricì” Dario Fo

 

Comune di Brindisi / Assessorato alla Cultura, Teatro Pubblico Pugliese e Compagnia Teatrale Fo-Rame presentano a Palazzo Granafei Nervegna una grande mostra dei lavori pittorici di Dario Fo e, nel foyer del Nuovo Teatro Verdi, la straordinaria carriera della compagnia che il maestro ha fondato e diretto con Franca Rame attraverso le locandine e i manifesti degli spettacoli che hanno scandito 60 anni di carriera.

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Dario Fo a "La zanzara": "Grillo non ha difetti, solo pregi"

Le dichiarazioni del premio nobel Dario Fo: "Voto Grillo"

Il premio nobel Dario Fo ospite della trasmissione radiofonica "La Zanzara" ha espresso la sua opinione su Beppe Grillo. 
Queste le sue parole: "Voto Grillo, non ha difetti, vedo solo pregi. Ha coraggio, si informa, non parla a vuoto. Siamo fortunati ad avere Grillo". 
 

 


UN FUMO SALE SEMPRE LENTO NEL CIELO – DARIO FO - 19 NOVEMBRE 2012

Si racconta che secoli fa, la prima volta che piantarono su un colle di Gerico una pianta di cedro, i contadini del luogo danzarono di gioia. L’arbusto cresceva rapido e possente, dava bei fiori che spandevano un profumo inebriante; ma tanta bellezza portava con sé un guaio: il cedro del Libano ha bisogno di molta acqua per vivere e perciò prosciuga il terreno sottostante fin nel profondo.

Così uccide tutte le piante intorno, togliendogli l’acqua. Morivano gli ulivi, i mandorli e la vite dell’uva. I coltivatori di queste piante cominciarono a mozzare i cedri giganti e anche i loro piccoli arbusti intorno.

Gli agricoltori cominciarono a farsi guerra: bruciandosi l’un l’altro le case, uccidendo i gli uomini e anche i bambini.

Appena finita l’ultima grande guerra gruppi di giovani scrissero e cantarono belle canzoni. Uno di quei gruppi si chiamava “I Nomadi”. Guccini scrisse per loro un canto dedicato ad Auschwitz

Son morto con altri cento, 
son morto ch'ero un bambino, 
passato per il camino 
e adesso io sono nel vento. 
E adesso sono nel vento

Ad Auschwitz c'era la neve, 
il fumo saliva lento, 
nel freddo giorno d'inverno 
e adesso io sono nel vento. 
e adesso io sono nel vento. 
 

L’altro giorno gli uomini di Hamas hanno spalancato la porta dell’inferno lanciando 1100 razzi che hanno raggiunto e ucciso tre israeliani.

Come risposta gli israeliani hanno organizzato un raid e hanno lanciato a loro volta razzi sulla Striscia di Gaza, causando la morte di 71 Palestinesi.

Fra questi, una donna, un bambino e la madre. E poi altri tre bambini e sei ancora.

La Solita Strage degli Innocenti, dipinta e ridipinta in dieci secoli, a cominciare da Giotto, ma continua ancora. Ma il fumo di Auschwitz sale di nuovo ogni volta che va in fiamme una casa con dentro bambini.

Son morto con altri cento, 
son morto ch'ero un bambino, 
passato per il camino 
e adesso io sono nel vento. 
E adesso sono nel vento

Naturalmente ogni volta i contendenti si danno la responsabilità l’un l’altro per quei massacri. I potenti guardano, borbottano qualche lieve accenno all’orrore e si rivolgono subito a considerare altri problemi.

Nell’isola di Creta qualche anno fa hanno scoperto una grotta del XV sec. a.C. in cui erano ammucchiati centinaia di resti di bambini. Nessuno era morto per cause naturali ma perché colpito da armi da battaglia. Qualche ricercatore azzardò: “Forse si tratta di vittime di un rito, o di una normale strage.” Appunto, la solita strage d’ogni tempo.

Un canto che si ritrova cantato da una donna nella Lisistrata di Aristofane così si esprime:

“Beato fra gli tutti gli uomini sia quello che per primo costruì il liuto perchè potessero accompagnare il loro canto, ma sia maledetto, e con lui tutta la sua razza, colui che costruì per primo un’arma da guerra per uccidere donne, uomini e i loro bambini che danzano”.