SAN MARINO - Non ci azzardiamo a scrivere una critica sulla pittura di Dario Fo: meglio di noi si è sperimentato – con successo – il curatore della mostra sammarinese, Felice Cappa.
“Dario Fo pittore. Qualcuno potrà anche meravigliarsi, qualcun altro potrà anche conoscere poco o non del tutto questa attività di Fo, ma va subito detto che nella sua lunga, articolata ed eclettica carriera, quella di pittore è la principale. È lui stesso a dire: ‘Mi sento attore dilettante e pittore professionista. Se non possedessi questa facilità naturale del raccontare attraverso le immagini, sarei un mediocre scrittore di testi teatrali’ Coerentemente con il suo lavoro teatrale e letterario, che si rifà ai giullari del Medioevo, l’artista guarda il mondo alla rovescia, a testa in giù”.
Cappa commenta con queste parole la selezione della mostra ospitata sul Titano: “Fedele alla dimensione narrativa della sua pittura, Fo propone alcuni fondamentali momenti politici della storia italiana degli ultimi anni e di grandi avvenimenti internazionali dell’era ella globalizzazione e della dittatura finanziaria. Sono inoltre documentate la lunga fase del berlusconismo, la deriva e l’imbarbarimento della politica italiana, gli episodi di corruzione e speculazione edilizia, la mala gestione delle emergenze nei soccorsi alle zone colpite dai terremoti e così via. questa sezione verrà ad arricchirsi con le sue opere che verranno terminate nella bottega d’artista”.
Il percorso si apre con una serie inedita di “grandi tele parlanti, realizzate negli ultimi anni con le quali Fo – fedele a un’arte engagé e a una pittura narrativa che vuole parlare a tutti – racconta e interviene sull’ultimo ventennio”. Si passa “dalle lotte per il lavoro e le morti bianche” alle “guerre per esportare la democrazia” sino all’eterno “sfruttamento dei poveri del continente africano. E quella tela, che parla anche di San Marino…
fonte: sanmarinofixing.com