Nella sua "BOTTEGA D'ARTISTA"
di Giuseppina Manin - Ultimo aggiornamento: 06/03/2012
Gli ultimi quadri, tele extra-size, tre metri per tre e oltre, li completerà in diretta con i giovani. Studenti di Brera e di altre scuole milanesi, tutti invitati a partecipare alla "Bottega d’artista" di Dario Fo. Che da martedì 13, e per un’intera settimana, aprirà i battenti nelle sale comunali di piazzetta Reale, a fianco del Museo del ‘900. Lezioni di pittura, di satira e di vita di un grande e poliedrico artista, attore-autore premio Nobel osannato e rappresentato in tutto il mondo, che mai ha dimenticato la sua prima passione, quella per le arti figurative, appresa da ragazzo all’Accademia di Brera sotto la guida di maestri come Carrà, Funi, Carpi… Grandi lezioni che Fo ha coltivato con crescente perseveranza fino all’exploit di questi ultimi anni, quando il colore e il disegno sono diventati per lui un inarrestabile bisogno creativo. “In realtà sono un attore dilettante e un pittore professionista”, scherza lui.
"AMO LAVORARE CON I GIOVANI" Così oggi, ormai conclamato maestro del pennello, Dario vuole rendere ai giovani quella meravigliosa occasione di “andare a bottega”, di assistere alla nascita di un’opera d’arte, magari di parteciparvi prendendo in mano, sotto la sua guida, matite e pennelli. Tre gruppi di 45 persone al giorno per una settimana. Prenotazione obbligatoria (tel. 02 54913 www.mostradariofo.it). “Mi piace molto quell’atmosfera di allegra complicità che si crea con i giovani nel metter a punto un quadro, succede abitualmente nel mio studio-atelier di Porta Romana”, racconta. Un modo di lavorare che gli ricorda la sua lontana vita di bohème, quando Brera era il cuore dell’arte e non della moda. “In quegli anni di guerra in Accademia ci si muoveva molto liberamente. Si poteva entrare in ogni aula, frequentare anche quelle non del tuo corso. Così si imparava di tutto, non solo a dipingere ma anche le tecniche dell’incisione, dell’affresco… Eravamo in pochi, ci conoscevamo tutti. Era normale andare a bere il caffè o mangiare in latteria con i professori. Che spesso ci chiamavano per aiutarli a completare qualche lavoro. Con i primi soldi guadagnati disegnando cavalli per un padiglione della Fiera me ne andai a Parigi per un mese a studiare Picasso e gli espressionisti russi”.
"LA MIA VITA, PITTURA E SATIRA" Un clima gioiosamente informale che Fo ricreerà ora nella sua Bottega, anticipo della grande mostra, “Lazzi sberleffi dipinti” (a cura di Felice Cappa) che il 24 marzo, giorno del suo compleanno, 86 anni portati con indomita energia, si aprirà nelle sale di Palazzo Reale, raccogliendo oltre 400 lavori tra tele, sagome, maschere e pupazzi ideati da lui con Franca Rame in oltre mezzo secolo di vita e teatro. Un teatro che per Fo è sempre nato “dipinto”. “Ogni mia commedia ha dietro un canovaccio di immagini, di figure…In fondo il mio percorso è sempre stato in queste due direzioni: evocare la satira attraverso la pittura e mettere in luce la vena satirica sempre insita nei capolavori dei grandi maestri”.
fonte: vivimilano.corriere.it