«Ci mancava solo la bestemmia dentro la barzelletta del presidente». Comincia così l’editoriale di Avvenire firmato dal direttore Marco Tarquinio, all’indomani del video pubblicato dal sito de L’Espresso, in cui Berlusconi racconta una barzelletta contro Rosy Bindi che si conclude con una bestemmia.
L'affondo del quotidiano è durissimo. «C’è una cultura della battuta a ogni costo che ha preso piede e fa brutta la nostra politica. E su questo tanti dovrebbero tornare a riflettere», è l'appello lanciato dal direttore del giornale dei vescovi. «Ma su ogni uomo delle istituzioni - prosegue l’editoriale - su ogni ministro e a maggior ragione sul capo del governo grava, inseorabile, un più alto dovere di sobrietà e di rispetto. Per ciò che si rappresenta, per i sentimenti dei cittadini e per Colui che non va nominato invano». Più cauto invece il commento di Monsignor Rino Fisichella: «Bisogna sempre in questi momenti saper contestualizzare le cose - spiega il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione - e, certamente, non bisogna da un lato diminuire la nostra attenzione, quando siamo persone pubbliche, a non venir meno a quello che è il nostro linguaggio e la nostra condizione; dall’altra credo che in Italia dobbiamo essere capaci di non creare delle burrasche ogni giorno per strumentalizzare situazioni politiche che hanno già un loro valore piuttosto delicato».
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Intanto la polemica politica infuria. «Le barzellette sono un problema di gusto e di rispetto per gli altri. Un problema per cui ciascuno risponde della barzellette che dice», attacca il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Per il vicesegretario del Pd Enrico Letta «l’Italia non può permettersi un primo ministro così». «Se la bestemmia fosse scappata ad un altro presidente del Consiglio sarebbe venuto giù il mondo - dice il vicesegretario del Pd - , l’ha detta Berlusconi e noto reazioni troppo timide. Questo mi preoccupa perchè significa che da lui si tollera tutto». Ma il Pdl fa quadrato intoirno al Cavaliere. Per il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi «Berlusconi ha sbagliato, ma ha chiesto scusa. Quando accadono questi fatti ci sono solo poche cose da fare: dare un giudizio, e lui ha sbagliato, chiedere scusa, e lui lo ha fatto, e, per un cattolico, andarsi a confessare. È inutile ora continuare ad alimentare polemiche e strumentalizzare».
Non si placa quindi la bufera sulle barzellette di Berlusconi "rubate" in due video. La "storiella" incriminata, raccontata a un gruppo di fan e conclusa con una bestemmia, ha trasformato la giornata di ieri del premier in un venerdì ad alta tensione. A sera dopo che le opposizioni avevano stigmatizzato duramente le sue parole era scesa in campo Famiglia Cristiana definendo la bestemmia «un’offesa a tutti i cattolici». Eppure il Cavaliere si era detto convinto convinto che gli attacchi erano «strumentali». Certo, Berlusconi si è scusato se ha urtato la sensibilità di qualcuno (di barzellette tra l’altro ne ha raccontate più d’una concedendosi dell’ironia anche sugli ebrei) ma ha spiegato di non averle certo inventate lui queste «storielle». Sono vecchie, ha minimizzato, circolate più di un anno fa in Parlamento.
Ciò che è certo è che la bufera nella quale si trova coinvolto il presidente del Consiglio nasce "a tradimento": le sue parole sono infatti state registrate e poi diffuse a sua insaputa, la sera del suo compleanno ( la notte tra il 28 e il 29 settembre, appena dopo aver incassato la fiducia alla Camera) mentre intratteneva sotto la sua residenza romana un gruppo di fan. Le barzellette rubate, quella che ancora una volta prende di mira Rosy Bindi e che finisce con una bestemmia e quella sugli ebrei, hanno scatenato una ridda di polemiche. «Penso che questa volta il presidente del Consiglio - ha detto la diretta interessata - prima che a me debba chiedere scusa a tutti i credenti di questo Paese, alla Chiesa e a quella stampa cattolica di cui ieri si è vantato di avere l’attenzione». Nell’insieme, ha affermato il leader del Pd Pier Luigi Bersani, si tratta di affermazioni «inaccettabili». Indegne e sconcertanti, ha aggiunto l’Italia dei Valori che oggi scende in piazza per il nuovo No-B day. Eppure, è stata la replica del vicepresidente dei deputati Osvaldo Napoli, «la libertà, come diceva Hugo, inizia dall’ironia».