Commento alla critica di Ugo Volli - La Repubblica 31.12.07

"Sottopaga! Non si paga!" di Dario Fo con Marina Massironi, Antonio Catania, Marina De Juli, Renato Marchetti, Sergio Valastro.

Come diceva Edoardo: “Gli esami non cessano mai”. E c’è da aggiungere: “Anche le bocciature”. Dico questo a proposito della critica scritta da Ugo Volli sulla Repubblica di qualche giorno fa, dedicata a me e allo spettacolo messo in scena a Rubiera, presso Modena, da una compagnia di giovani attori per la quale ho curato anche la regia. Il titolo della commedia è “Sotto paga! Non si paga!”. Il testo tratta di situazioni politico sociali attuali in forma satirico grottesca.

Come ci hanno insegnato Aristofane, Rabelais e Ruzzante, per fare satira bisogna attingere al presente partendo dal tragico.
E noi appunto nei giorni nostri viviamo addirittura nel ripetersi di fatti tragici oltre ogni misura. A proposito del “ripetersi”, il testo originale su cui abbiamo lavorato è stato da noi scritto (da Franca ed io) la bellezza di trentatre anni fa e messo in scena alla Palazzina Liberty di Milano.

Ebbe molto successo, tanto che recitammo lo spettacolo per due stagioni consecutive. Qualche anno dopo il testo di “Non si paga!” venne tradotto in molte lingue e allestito dai più importanti teatri d’Europa e del mondo, più di duecento compagnie.
Ultimamente abbiamo avuto occasione di assistere a una ripresa televisiva di quegli allestimenti e abbiamo subito esclamato: “Ma è tutto di un’attualità sconcertante! Sembra completamente scritto ai nostri giorni”. Anzi, situazioni che allora apparivano surreali e frutto di un’iperbole forzata, oggi si rivelano fatti del tutto normali.

Qui per Gianbattista Vico sarebbe una pacchia: i corsi e ricorsi storici si riproducono fino alla follia. Così abbiamo deciso di allestire di nuovo, qui in Italia, il “Non si paga!”: abbiamo trovato un impresario entusiasta dell’idea, una compagnia di giovani attori di notevole talento scenico con la quale abbiamo dato inizio alle prove.

Al debutto il pubblico per tre repliche consecutive ci ha decretato un’accoglienza festosa e un giudizio del tutto positivo. Molti spettatori, specie quelli di una certa età, commentavano: “Sembra impossibile che l’abbiate già messo in scena trentatre anni fa! Ci sono fatti di cui abbiamo letto appena in questi giorni sui quotidiani, gli stessi discorsi dei politici, le stesse ruberie di quel tempo, gli stessi bassi intrallazzi sia dei partiti che degli imprenditori,

e in mezzo i poveri cristi che crepano sul lavoro per poter campare, gettati fuori casa perché non ce la fanno a pagare il mutuo delle banche a strozzo!”.
Credevamo di aver fatto centro e invece ecco che Ugo Volli titola il suo articolo di forte stroncatura, sentenziando: “Caro Fo, il mondo cambia” e quasi aggiunge: ‘anche se tu non te ne sei accorto.’ Ma di noi due, caro Volli, chi non se n’è accorto?

In che senso il mondo è cambiato? In meglio? Ne sei sicuro?
Noi si denunciava allora l’arraffo spietato dei produttori e del mercato che impunemente aumentava i prezzi delle merci… eravamo nel ’75. Oggi, nel 2008, ci ritroviamo un’altra volta allo stesso punto, anzi peggio: in trentadue anni il costo della spesa è addirittura triplicato, mentre la paga è rimasta più o meno la stessa, e in certi casi il potere d’acquisto è letteralmente crollato.

E’ tutta colpa del petrolio che aumenta? E’ vero che stiamo sorpassando il picco del prezzo massimo al barile (115 dollari): i produttori ci dicono che la responsabilità è delle guerre.
Ma chi fa le guerre e produce stragi? Com’è che i conflitti avvengono sempre ed esclusivamente in paesi e territori dove si innalzano pompe per l’estrazione del greggio?
Chi provoca quelle guerre? E chi le finanzia? Vuoi vedere che forse ci sono di mezzo le sette sorelle e perfino Bush e la sua famiglia?

Inoltre, voglio ricordarti caro Ugo, che nel 1975 esisteva appena il problema dello smog e dell’inquinamento atmosferico… non parliamo del surriscaldamento globale! In quei tempi era ancora roba da fantascienza! Ma ecco che oggi siamo arrivati all’inquinamento più disastroso: morire di smog è quasi una routine. Così, dove si innalzano le raffinerie, operai e abitanti della zona sono vittime preannunciate, sempre in maggior numero.

Le discariche che invadono i territori o intere regioni, come Napoli e dintorni, allora non erano ancora apparse all’orizzonte: oggi la mondezza ci sovrasta e la camorra annusa felice. Stiamo battendo tutti i record, a partire dalle stragi degli operai: più di settemila in cinque anni, i giovani costretti nel precariato, i lavoratori in nero, la scuola in crisi, in crisi di credibilità verso la gente i partiti della sinistra che continuano a danzare il più pericoloso gioco dei compromessi: sulla legge che riguarda il conflitto d’interessi è meglio non insistere troppo, e l’abolizione delle altre leggi vergogna, promesse nell’ultimo programma di governo: tutto accantonato!

Non parliamo per carità nemmeno delle basi americane e delle servitù militari: ogive atomiche immagazzinate qua e là in bunker più o meno segreti. Non stiamo a far questioni. Non mugugniamo nemmeno sui cento caccia di attacco per il valore di centinaia di migliaia di dollari già prenotati dal nostro Ministero della guerra… pardon!... della pace!

E Volli dichiara che noi nel denunciare questa caterva di truffalderie politiche ci comportiamo da terroristi e preistorici! I personaggi di questa commedia satirica sono lavoratori delusi e preoccupati come la gente normale che teme ogni giorno di perdere il lavoro e di finire dentro il labirinto dell’indigenza cronica, nelle mense dei poveri e dei senza tetto: questi personaggi, maschi e femmine, discutono appassionati sul da farsi.

Dicono che bisogna organizzarsi anche al di fuori dei partiti, avere il coraggio di agire in prima persona senza delegare costantemente ad altri: si discute della partecipazione collettiva, di società civile, di azione non violenta ma attiva.
Nello spettacolo le scene di scontri con le forze dell’ordine sono sempre subite, mai provocate, non c’è mai nessuna incitazione alla violenza.

Ma per Volli, lo ripetiamo, il nostro linguaggio è un relitto verbale delle Br. Addirittura!
Devo dire la verità: ho preso molto sul serio questo attacco. Mi sono detto: “Per Dio, Volli mi ha sempre trattato con rispetto, mai da mentecatto fanatico…che gli è preso? Forse gli è sfuggito che proprio in questi ultimi mesi in Europa, da Parigi a Berlino e perfino in Russia sono di nuovo andate in scena rappresentazioni di questa commedia, alcune perfino in Cina, India e Giappone, riscuotendo successi straordinari”.

Mi sono chiesto: “Vuoi vedere che registi, attori di questi paesi appartengono tutti a gruppi di terroristi? Ma gli spettatori che li applaudono, a loro volta, fanno parte di movimenti sovversivi fanatici organizzati? Tutti fuori di testa?”.
Pensandoci bene, mi viene il dubbio che, in questo caso, l’unico completamente fuori di testa sia solo l’amico Volli.

Dario Fo