Tra gli illustri residenti del quartiere della sparatoria dell'altra notte, anche il premio Nobel, che non si accoda però alle accuse mosse dal centrodestra al sindaco Giuliano Pisapia
di Giulia Bonezzi
Milano, 13 settembre 2012 - «Porta Romana bella», un tempo della ligera, la mala nostrana cantata da Gaber e Nanni Svampa, al presente sconvolta dall’incursione di una mala brutale e forse internazionale che ha sciupato la festa dei locali e dei ristorantini e la quiete di un quartiere che vanta molti ospiti illustri.
Il primo a fare coming out è stato il cantante Enrico Ruggeri, naturalmente su Facebook: il giorno dopo l’esecuzione di via Muratori ha confessato di averci abitato fino all’84; che ci ha vissuto sempre sua madre e ci vivono ancora il figlio e le zie; che «ci passo tutti i giorni» ma «oggi ho fatto un’altra strada». Esternazione che gli ha attirato qualche critica e accusa di opportunismo, prontamente rimbalzata dalla linea difensiva dei fan abituati a cercare d’incrociarlo nei pressi di casa. Come del resto quelli di Gianna Nannini, che ne conoscono bene l’indirizzo, più verso la Bocconi, vicino al Parco Ravizza.
Tra gli inquilini degli immediati paraggi si contano invece una magistrata, l’attrice Ottavia Piccolo, fiera residente del «Montenero Village», e un premio Nobel, Dario Fo, che vive a pochi passi dal luogo della sparatoria. «Una cosa orrenda, che preoccupa tutti - riflette -. Un fatto criminale che avviene in mezzo alla gente, assassini che si muovono vicino a centri presidiati quotidianamente dalle forze dell’ordine senza nessun timore, e agiscono indisturbati. Scene da Sudamerica, da film criminale ambientato a New York".
Da criminalità organizzata che si è infiltrata in una città che s’è sempre vantata di avere il coeur in man, e adesso si scopre che nell’altra mano aveva la pistola...». Non si accoda però, Fo, alle accuse mosse dal centrodestra al sindaco Giuliano Pisapia: «Avessero almeno il pudore di stare zitti, governavano fino all’altro ieri e hanno permesso alla mafia di entrare in tutti gli ambiti e le dimensioni della città».
di Giulia Bonezzi
fonte: ilgiorno.it