Venerdì 20 Gennaio 2012 - 07:53 di Giancarlo Leone
ROMA - Aquarantatré dal debutto (era il 1969), il premio Nobel, Dario Fo porta in serata unica all’auditorium Conciliazione il Mistero buffo.
Ancora attualissimo.
«Sì, ma senza forzature. Non siamo noi a far entrare la cronaca politica nel nostro lavoro, ma è lei, la politica, che ci si mette sempre di mezzo».
In che senso?
«Oggi alcuni pezzi dello spettacolo sono attuali. Mi viene in mente, ad esempio, la resurrezione di Lazzaro, con il popolo che incita Gesù a fare il miracolo».
E chi dovrebbe ricordarci?
«Il pubblico pensa subito all’ex premier Silvio Berlusconi. L’ho già sperimentato in più di una città, ridono a crepapelle».
Non è d’accordo?
«Sono stato costretto a commentare, “avete legato Silvio a Gesù, ma bravi!”».
Il segreto del successo di Mistero?
«Il segreto, secondo me, sta tutto nei Vangeli. Un capolavoro della letteratura, un esempio di sintesi straordinaria che arriva fino a noi attraverso i veicoli più semplici, i più universali, quelli del popolo».
Lo spettatore vedrà il Mistero buffo dei primordi?
«Non proprio. Io e Franca torniamo in scena con una selezione di questo spettacolo. Non è stato molto facile fare questa scelta».
Improvviserete?
«Sì, in futuro inseriremo altri testi e reciteremo improvvisando, perché per noi recitare non è un mestiere, ma soprattutto è puro divertimento».
Sta preparando una sua mostra personale a Palazzo Reale.
«Sì, sarà la più grande mostra di pittura e satira mai realizzata».
E cioè?
«Lavori vecchi, tele nuove, quadri giganti.Sto rifacendo anche Michelangelo, un nuovo Giudizio Universale, con degli elementi satirici eccellenti».
fonte: leggo.it