"Non perderti d’animo"


Come rifiuti d’umanità, quei profughi passano la notte al gelo. Continua a nevicare. All’alba, dopo un penoso peregrinare, si sono ammassati in piazza, davanti al Duomo. La gente passa distratta, qualcuno mostra fastidio: “La nostra bella piazza del Duomo ridotta a bivacco. Dove siamo arrivati?”. Altri transiti, altri rifiuti. Il sindaco Albertini fuggito, gli assessori assenti. Penati accoglie i rifugiati a Palazzo Isimbardi, sede della Provincia, dove si arrangiano. L’indomani sono di nuovo in strada, in piazza del Duomo. Alla fine cedono. La Majolo sorridente gongola e dichiara alla televisione: con fatica, ma siamo riusciti a convincerli, i rifugiati hanno accettato di occupare i container. Buon anno!
A questo punto val la pena di offrirvi l’ultima parte di una lettera d’incitamento, fatta pervenire ai rifugiati, meglio dire i rifiutati dalla città di Milano, scritta per loro dal Cardinale Tettamanzi, proprio nel giorno di Natale. Alla maniera delle encicliche di Sant’Ambrogio, si rivolge a quella comunità di inaccettati come fossero una sola persona:
“Non perderti d’animo se a volte ti senti respinto, forse anche discriminato. Chiedi con forza e senza stancarti il rispetto dei tuoi sacrosanti diritti umani e legali.” E conclude: “Se in questi giorni ti riesce di telefonare ai tuoi cari lontani, dì loro di star tranquilli perché io sono con voi. Il vescovo Dionigi vuole essere lì, vicino a te. Sentimi vicino a te, nella tua nostalgia e tristezza, nel tuo dolore.”
E al sindaco Albertini non resta che sprofondare nel suo misero pantano di mediocrità.