In fuga dal Senato Dario Fo al Politeama racconta il gran rifiuto di Franca Rame - Repubblica, 30 ottobre 2013

Il titolo italiano dell' autobiografia di Edward W. Said sarebbe l' epitaffio perfetto per un altro scritto, ancora autobiografico, che pur senza affrontare un' intera esistenza racconta due anni di vita politica in quello che assomiglia più all' inferno dantesco che a un' aula parlamentare. Così Sempre nel posto sbagliato dello scrittore palestinese ben si adatta a sintetizzare In fuga dal Senato di Franca Rame (edizioni Chiarelettere), che Dario Fo presenterà al Politeama Genovese giovedì 7 novembre, con l' amichevole complicità di Margherita Rubino. Lo farà, doverosamente, in forma spettacolare: e del resto l' attrice, scomparsa la scorsa primavera, aveva nel libro descritto i 19 mesi di permanenza a Palazzo Madama come si conviene a una teatrante, ovvero tracciando il copione di una tragicommedia all' italiana. Lei (e lui, attenzione però ai luoghi comuni, anche politici e ideologici), un passato ostinatamente non conformista, approda in parlamento con l' Italia dei Valori, scelta coerente per quanti volessero (e potessero) dedicarsi alla cosa pubblica fuori dei partiti, o se si preferisce dai grandi partiti, che allo scopo reclutavano per via intellettuali, artisti, padri della patria e via dicendo presentandoli decentemente come indipendenti. La storia della Repubblica - prima, seconda - annovera in tanta indipendenza figure di rigore morale e alto profilo: anche per questo Franca Rame accetta la candidatura e entra al Senato nel 2006: se ne va, dopo poco più di un anno e mezzo, da quello che definisce "il frigorifero dei sentimenti", luogo in cui le "battaglie per la pace" sono un tappeto di cadaveri, per dirla alla loro maniera. La testimonianza di questo impegno politico (che Rame e Fo in forme, luoghi e mondi diversi hanno comunque per oltre cinquant' anni frequentato, giungendo sino a comparire nella lista nera dei possibili fiancheggiatori di qualsivoglia eversione, negli anni settanta) diviene un recitativo che Dario Fo porta in scena con tre giovani attori, Maria Chiara Di Marco, Roberta De Stefano e Jacopo Zerbo. Assistente alla regia Fabrizio De Giovanni, testo a cura di Francesco Emanuele Benatti, collaborazione di Jessica Borroni, Chiara Porro e Luca Vittorio Toffolon. «Franca - scrive Dario Fo a proposito del libro - , la donna con la quale ho trascorso quasi tutta la mia vita e che da qualche mese mi ha lasciato, ha detto e ripetuto, nei suoi scritti e negli interventi sia in teatro che in dibattiti pubblici, che noi stiamo vivendo in una società il cui programma fondamentale è: disinformare. Cioè attraverso la gran parte degli interventi televisivi, radiofonici, giornalistici, arrivare a ubriacare un pubblico a forza di fandonie e notizie scandalistiche ad effetto per giungere a ipnotizzare la gente dentro una caterva di interventi banali, vuoti di ogni valore culturale e soprattutto manipolati, cioè falsi. Perciò Franca ha voluto lasciare soprattutto ai giovani e in particolare alle donne questo scritto, frutto di un' esperienza che parte dalla sua giovinezza, dalle lotte sociali, gli interventi contro lo sfruttamento del lavoro spesso mafioso, contro le guerre di conquista camuffate da battaglie per la pace ma tempestate di cadaveri... Fino alla sua ultima esperienza, quella in Senato, e alle sue sofferte dimissioni». Politeama Genovese, giovedì 7 novembre ore 20.30, ingresso 10 € e coupon per l' acquisto scontato del libro, in teatro.