Chiedo sinceramente scusa se ho offeso qualcuno con un epiteto grossolano che mi sono lasciata sfuggire davanti alle facce che mi apparivano sul teleschermo nella sera di sabato.
Si trattava di uno sfogo privato, furbescamente carpito da due giornalisti che si sono infilati, fingendosi amici, nella nostra camera d’albergo a Vicenza. BRAVA GENTE!
E questo livello di violazione della privacy mi sembra ben più grave della mia espressione colorita.
Da giorni mi sono indignata sentendo parlare le alte sfere dello Stato, a proposito della base di Vicenza come di un “all’allargamento”. È una menzogna! Non si allarga niente, si raddoppia! Altra favola raccontata dai politici nel tg di sabato sera è il “contratto con gli americani da rispettare”. “Bugiardi!” ho esclamato.
Il governo Prodi ha dovuto dare una risposta agli americani, come si è visto, confermando la disponibilità italiana, quindi vuol dire che non era affatto scontato che il nuovo governo si associasse alle decisioni di quello antecedente.
Essi, alti dirigenti politici della sinistra, non apparivano per niente preoccupati dopo l’inaspettato successo della manifestazione di Vicenza con più di centomila partecipanti (alcuni giornali parlano addirittura di 200 mila). Davanti a una simile, straordinaria partecipazione si sperava che qualcuno sarebbe ritornato sui suoi passi e riveduto le decisioni prese. Ci si contava in tanti!
La manifestazione ha dimostrato che esiste un movimento grande e forte, capace oggi di gestire la situazione escludendo ogni tipo di provocazione.
In molti avevano previsto una seconda Genova e qualcuno in fondo lo auspicava.
Era cresciuto sempre più il clima di paura che scientemente i mass media avevano divulgato, con previsioni di disordini, sommosse, i black block che imperversavano sfondando vetrine, i no global che incendiavano macchine, candelotti, fumo e fiamme, qualche morto qua e là, fosse lo scenario minimo del gran finale. E invece no: tutto calmo, tutto tranquillo! Ma che scarogna! Si è assistito, al contrario, a uno spettacolo di un civismo esemplare: mamme che spingevano ridenti i loro bimbi dentro le carrozzelle, ragazzi che ballavano al ritmo di gioiose canzoni eseguite da band e complessi musicali, striscioni le cui scritte rivolte ai ministri del governo sollecitavano: “Onorevoli compagni, presidente, ripensateci! Toglieteci di mezzo questa insopportabile, nefasta servitù! Noi amiamo gli americani ma non come tutor armati, che occupano le terre dove viviamo e siamo nati. E soprattutto non vogliamo contribuire a pagare la loro onerosa permanenza!”.
Davanti a tanta sacrosanta e così numerosa assemblea, questi nostri rappresentanti che noi abbiamo eletto rispondevano con un certo malcelato disprezzo, quasi piccati dalla nostra evidente insolenza.
“No! – ci hanno risposto. – Il dado è tratto e quel che abbiamo deciso non si tocca. I provvedimenti stabiliti dal governo, gli accordi con i nostri alleati USA non si toccano.”
Gli accordi? Ma quali accordi? Quelli presi dal governo Berlusconi! Ma noi si credeva di aver eletto un governo nuovo, autonomo dal precedente, non dipendente da esso. Così, dopo averci assicurato infinite volte che il popolo è sovrano, che non esiste nessuna delega definitiva a chi ci rappresenta, all’istante ci venite a spernacchiare addosso a insulto che noi non si conta nulla. La democrazia non può dipendere dalla piazza. Ma cos’è ‘sta piazza? Un raduno di ubriachi e di teppisti facinorosi, drogati? Per non parlare delle donnacce…
Allora noi non siamo cittadini, ma semplici votanti: truppa da consenso e supporto!
È stato lì, che a nome di tutti quelle centinaia di migliaia di bidonati, illusi di aver voce in capitolo nel decidere cosa fare della propria vita, mi è sortito quell’epiteto ignominioso, di sapore rozzo, ma essenziale: cazzone, bugiardi.
Sì, avete ragione voi puristi lessicali: sarebbe stato più consono ed accettabile se avessi appellato quei nostri eletti con il termine di fallotropi, ipocritès. In greco è sempre più degno e magniloquente…
Siamo in un Paese dove la forma è posta all’apice di ogni discorso; al contrario, il contenuto è sterco da buttare.
E già che ci siamo: in questi giorni si discute dei Pacs o Dico e ci sono cattolici nell’opposizione e nella maggioranza che si dicono contrari alle coppie di fatto. Affermano con tono risentito ma civile che la famiglia è sacra, che è il centro motore di una società veramente democratica, apostolica… e anche romana, che permettendo queste nuove leggi scellerate che si sostituiscono al sacro rito dell’unione di maschi e femmine davanti a Dio, si distrugge la famiglia. Poi vai a vedere come sono uniti con le donne o gli uomini questi irriducibili onorevoli contrari, che tengono la croce sotto la maglietta della salute e la foto del Cardinal Ruini come salva-schermo del computer, e scopri che in gran numero hanno sfasciato una loro prima famiglia per costruirsene un’altra irregolamentare, in barba ai sacramenti e ai sacri riti. A cominciare dall’onorevole ex presidente Casini, strenuo parrocchiale, e poi Adornato, Bossi, Calderoli, Castelli, Carlucci, Fini, La Russa, Gardini, Guzzanti, Frattini, Micciché, Matteoli, Pecorella, Santanchè, Urbani… fino al maestro falsatore Berlusconi.
E allora gridiamo insieme: fallotropi, ipocrites!
Siamo di carnevale, tenetevi pure la maschera… tanto vi abbiamo già riconosciuti!
E che dire del dispaccio della Finanza uscito qualche giorno fa sulla droga? “I consumatori occulti di stupefacenti annidati nella borghesia media e ricca del nostro Paese hanno raggiunto livelli impressionanti: si parla di centinaia di tonnellate al mese per un valore di milioni di miliardi di sniffo e pere. E vai sicuro che fra quelli che annusano a pompa coca, ce ne trovi una caterva che fan parte degli indignati urlatori del pericolo della droga nei ragazzi… fustigatori dello spinello libero e di chi ne fa uso! E come chiamarli costoro?
Fallotri, ipocrites e drugàt (drogato)!
E per chiudere vi offriamo un’ultima osservazione, la più indignata.
Alla Camera e al Senato, sia fra gli eletti dell’opposizione in gran numero e più scarsi nelle file della maggioranza, vivono e ci rappresentano e godono di stipendi e privilegi una caterva di onorevoli indagati dalla Giustizia, sotto inchiesta per crimini vari, alcuni già condannati in prima e seconda istanza, altri definitivamente (sono ben 82 gli onorevoli dichiarati colpevoli).
Ebbene, noi siamo l’unico Paese in Europa nel quale si tollera tranquillamente che degli individui compromessi con la giustizia siano eletti tra i rappresentanti delle Camere. E quando costoro attraversano l’ingresso che porta alle stanze dell’Assemblea della Repubblica, le guardie in alta uniforme, carabinieri, finanzieri, agenti di polizia, scattano sull’attenti e sbattono i tacchi in segno di reverente saluto, anche se hanno corrotto giudici, truffato, mentito in tribunale e sono collusi con la mafia.
Denunciamo da anni l’inaccettabile presenza di questi personaggi dentro la struttura del nostro democratico Paese, nato dalla Resistenza, ma nulla si muove, tutto resta affondato, impantanato nell’immonda e inamovibile gora e a noi non resta che gridare a tutta voce: fallotropi, ipocrites, puzzoni!
Franca Rame
www.francarame.it