Per difendere i beni comuni, per un’economia solidale e stili di vita consapevoli

In questi anni l’amministrazione comunale ha “privato” i cittadini di numerosi beni comuni - energia, acqua, trasporti - e di utilizzo pubblico, con scelte orientate a logiche di puro profitto: le progressive privatizzazioni delle principali aziende di interesse collettivo che forniscono ai cittadini servizi fondamentali e sono fonte di risorse economiche, hanno peggiorato la qualità del servizio e sottratto alle casse pubbliche fondi necessari alla collettività.
La stessa logica ha diffuso una cultura che incentiva la corsa al consumo e lo spreco delle risorse, accentuando le disparità economiche e rendendo più incerto il futuro, e ha mortificato la vocazione della nostra città alla solidarietà internazionale.
Ma al tempo stesso sono nate e si moltiplicano sul territorio esperienze di economia solidale, di ‘consumo critico’, di finanza etica, che propongono stili di vita alternativi.

Le nostre proposte per una città sostenibile:

- contro la privatizzazione dei beni comuni - energia, acqua, trasporti - controllo pubblico delle aziende che erogano servizi fondamentali per la comunità - AEM, Acquedotto, ATM, SEA - reinvestendo gli utili della loro presenza sul mercato nel miglioramento dei servizi stessi;
- riapertura dei mercati comunali ai produttori biologici e ai fornitori di prodotti etico-solidali;
- utilizzo di prodotti biologici e del consumo equo nelle mense scolastiche e negli ospedali, di materiali eco-compatibili negli uffici pubblici, di banche della finanza etica come partner finanziari della pubblica amministrazione, di forme di risparmio energetico per l’illuminazione e il riscaldamento degli edifici pubblici, per incentivare anche nei cittadini stili di vita più consapevoli;
- sostegno ai distretti di economia solidale e a imprese socio-solidali create dai giovani, soprattutto nelle periferie, come strumento di riqualificazione etica del territorio.

Le nostre proposte per una città della pace e della solidarietà internazionale:

- l’amministrazione comunale deve promuovere maggior consapevolezza del valore della pace e della non violenza, con iniziative culturali, di formazione e informazione, di educazione nelle scuole;
- in accordo con il coordinamento degli Enti locali per la Pace, può assumere iniziative attive, come la richiesta di riduzione delle spese militari e la riconversione delle industrie che fabbricano armi;
- deve stanziare e spendere quanto consentito dalla legge 68/93 sulla cooperazione decentrata (nel 2005 su 14.880.000 euro il Comune ne ha stanziati 450.000) per iniziative di cooperazione individuate attraverso strumenti trasparenti, come i bandi di concorso;
- La giunta comunale deve coinvolgere nelle sue decisioni di spesa e di iniziative sia il consiglio sia le ong e le associazioni cittadine, che sono interlocutori privilegiati delle Amministrazioni per questo settore.