Dopo l’offerta di Dario Fo, sarà il sindaco a mettere mano al portafogli per pagare la multa di cento euro che venerdì scorso i vigili hanno dato a un mimo in corso Vittorio Emanuele. «Ringrazio Fo, ma avevo già dato istruzioni ai miei uffici perché fossi io a pagare» ha detto il sindaco dal suo ritiro pasquale a San Patrignano.
Aggiungendo però una neanche tanto velata critica all’operato della polizia municipale. «Abbiamo verificato quanto è successo - ha continuato Letizia Moratti - e si è trattato di un’applicazione troppo rigorosa nel rispetto del Regolamento comunale del 2000.
La violazione c’è stata, ma ritengo che in certe situazioni occorra una maggiore sensibilità perché oggi le priorità sono altre, legate più alla sicurezza dei cittadini e al rispetto delle regole che garantiscono una civile convivenza».
Un affondo che ha scatenato immediatamente la polemica. Con i sindacati di categoria che ribattono: «La norma applicata è stata voluta dall’amministrazione non certamente dai vigili - risponde Daniele Vincini, segretario del Sulpm -. Chiediamo al sindaco più rispetto nei confronti dei ghisa e di non scaricare sulle spalle di altri le proprie responsabilità. È sconcertante che il sindaco invece di difendere gli uomini e le donne della Polizia locale non perda l’occasione per delegittimarli di fronte all’opinione pubblica».
«Questa faccenda ha tutta l’aria di una lotta al vertice sulla pelle dei vigili - aggiunge Roberto Miglio delegato Rsu -. Non si possono usare gli uomini della Polizia municipale come arma di un eventuale scontro».
La multa è legittima, sia per i vigili che per il sindaco, perché il mimo, un giovane rumeno di 19 anni con permesso di soggiorno, si era esibito in un luogo diverso a quello che gli era stato assegnato (si tratta di qualche metro di distanza per evitare il calore del sole). Per il sindaco è un’inezia. Meglio che la polizia municipale si occupi di questioni più importanti come la sicurezza sui cantieri e il controllo delle case abusive. Anche se, specifica la Moratti, dall’inizio dell’anno sono state date 30 sanzioni «dopo che i controlli si sono rafforzati in seguito a un esposto degli stessi artisti di strada».
«Siamo d’accordo che la sicurezza sui cantieri sia una delle priorità - commenta Marzia Oggiano, rappresentate della Cgil -. Da tempo chiediamo di rafforzare la squadra oggi composta da sole 12 persone ma l’amministrazione non ha mai provveduto. È facile prendersela con i vigili che hanno fatto il loro lavoro, facendo rispettare un regolamento redatto tra l’altro dall’a mministrazione».
Oggetto del contendere, quindi, è diventato il Regolamento del 2000, una normativa votata dal consiglio comunale che stabilisce le regole per gli artisti di strada. Il capogruppo del Pd, Pierfrancesco Majorino chiede che venga cambiato: «Quello che è successo è veramente scandaloso. Le regole vanno riviste». Per Davide Tinelli, ex consigliere comunale di Rifondazione Comunista che nove anni fa si spese per la stesura delle norme, oggi dice: «Fosse per me lo eliminerei del tutto lasciando agli artisti di strada la libertà di esibirsi ovunque. Quel regolamento è molto restrittivo rispetto alle altre città europee, ma è quello che riuscimmo a ottenere allora scendendo a compromessi con la maggioranza. Il vicesindaco Riccardo De Corato voleva vietare agli artisti di esibirsi in centro, con il regolamento invece riuscimmo a trovare un accordo».