Dario Fo per le vittime dell’amianto

 

Dal testo del catalogo “Dario Fo a Milano. Lazzi Sberleffi Dipinti”:

Il 14 febbraio 2012 si è concluso a Torino il processo per una strage orrenda, un massacro di lavoratori: più di quattromila morti causati dall’amianto in tre luoghi diversi d’Italia. Ma, come ha dichiarato la moglie di una delle vittime, di Casale Monferrato, “i morti continueranno ancora chissà per quanti anni; oggi, a cinquanta-sessant’anni d’età, stanno morendo uomini che allora erano bambini e che giocavano ignari fra gli scarti di amianto abbandonati”.
I due imprenditori responsabili dei ripetuti delitti sono stati condannati a sedici anni di carcere, ma non se ne sconteranno nemmeno uno di galera, giacché abitano all’estero, uno in America Latina, l’altro a Bruxelles. Evviva! Potranno vivere gli anni che resto loro felici e danzanti, se ci riescono! Il numero dei morti per gli incidenti sul lavoro è a dir poco impressionante: non c’è settimana in cui non si contino vittime, come in guerra. Quando sentite l’urlo della sirena di un’ambulanza, pensare che una su cinque sta portando al pronto soccorso un lavoratore, maschio o femmina, caduto per la logica che dice: “Il progresso e la produzione vogliono le loro vittime”.
I feriti che poi rimarranno invalidi vivranno come rifiuti della società. Il profitto li costringe a un’esistenza di terza categoria. Una vittima di quarant’anni che in un incidente ha perso le gambe, racconta: “Spesso mi sogno di correre e tuffarmi nell’acqua come da ragazzo. Ciò che mi dà maggior rabbia è che gli imprenditori colpevoli del mio stato sono liberi e possono correre e danzare quanto gli pare”.
 

 

INCIDENTI MORTALI SUL LAVORO di Dario Fo

2011 - Opera realizzata con tecnica mista su tela

Fonte: Catalogo “Dario Fo a Milano. Lazzi Sberleffi Dipinti” ed. Mazzotta, Milano, 2012

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