Dario Fo, “Titano” sul Titano La mostra delle opere del premio Nobel a San marino

di Patrizia Cupo
SAN MARINO. «Un giornale, dipinto in grande, che permetta alla gente di capire davvero». Il premio Nobel illustra le sue opere contemporanee che, assieme a quelle dedicate alla satira e alla commedia dell’arte compongono la mostra “Dario Fo a San Marino” da oggi al 14 ottobre tra Palazzo Sums, la pinacoteca di San Francesco e il teatro Titano. A condurre il vernissage per la stampa è proprio lui, che con vena ironica e piglio da professore, racconta le opere in uno spettacolo continuo e sempre cangiante. «Non bisogna più rappresentare il vuoto – si scaglia contro la platea -, la gente va sostenuta e deve capire. Ogni volta che tengo una lezione, ne esco sudato fradicio: è la fatica che si fa a spiegare davvero a chi non sa».

Oltre 200 opere che verranno quindi esposte in tre segmenti diversi della mostra nei tre luoghi più rappresentativi per la cultura sammarinese: la prima parte è dedicata al contemporaneo. Grandi pannelli che descrivono il pensiero dell’artista sui grandi temi di attualità: dalle morti sul lavoro, a quelle degli immigrati, dal terremoto dell’Aquila (rivisto nel contrasto della “gioia” dei costruttori edili) alla corruzione politica (nella magnifica rappresentazione dal titolo “Lotto di politici in vendita a prezzi stracciati”, dove la casta ha corpo di animale e sfila al mercato delle bestie). E poi quel quadro titolato “Il drago”, attorniato da piccole donne nude che ballano e si esibiscono in giochi erotici, e che evidentemente il premio Nobel collega al Ruby-gate.

La mostra è ideata da Ermes Bonini e Felice Cappa e voluta dalle segreterie di Stato alla cultura, al turismo, con la collaborazione della Fondazione Carisp e della Great emotions entertainment. Ma non si tratta di un’esposizione qualunque: «In realtà l’evento è più ampio e in continuo allestimento: dinamico – spiega Bonini – : vi saranno narrazioni speciali e grandi eventi nell’evento». La prima occasione è data dalla “lectio magistralis” sui giochi della memoria che stamane Umberto Eco tiene nell’aula magna dell’università di San Marino: alla lezione prenderà parte anche Dario Fo e non sono escluse “incursioni” eccellenti. «La pittura, la scultura, il cinema, il teatro non hanno significato – esorta la platea rapita – se non entrano nella coscienza e nei bisogni della gente: per questo raccontate, cantate, scrivete».

A rendergli omaggio, il segretario di Stato alla cultura: «Si tratta di uno degli appuntamenti più belli degli ultimi anni – sintetizza Romeo Morri –: è bello realizzare così una nuova immagine di San Marino». D’accordo, il ministro al turismo Fabio Berardi: «Così Dario onora un vecchio impegno quando a lui e a Franca Rame, nel 2002, in Consiglio fu consegnata l’alta onorificenza dell’Ordine equestre di Sant’Agata: avvenne prima del premio Nobel, segno che avevamo avuto una grande intuizione». Il presidente della Fondazione, Tito Masi, infine, pesca più indietro nei ricordi quando, nel 1972, al teatro Concordia, Fo portò “Morte e resurrezione”, «facendo arrabbiare tutti: democristiani e comunisti. E ci fu un battibecco in sala: apprezzai moltissimo Fo fin da quel momento. Trovo che in queste opere ci siano i tratti caratteristici della sua personalità, intendendo l’arte come testimonianza politica e civile».
 

fonte: corriereromagna.it