Donato Sartori è mancato sabato scorso e domani, venerdì 29, verrà allestita la camera ardente dalle 10 alle 16.30 al Museo Internazionale della Maschera in via Savioli, 2 ad Abano Terme.
Donato non voleva pianti e tristezze, lo saluteremo assieme a partire dalle 14 con la lettura delle testimonianze e un brindisi augurandogli buon viaggio.
Con molta sensibilità il Sindaco ha proclamato in questi giorni lutto cittadino, un grande omaggio che si unisce al cordoglio che la notizia ha suscitato in tutto il mondo artistico e ha promesso di realizzare una grande maschera da collocare nell’isola pedonale come da progetto di Donato.
Dal padre Amleto (1915-1962), celebre scultore pittore e poeta soprattutto grande innovatore e inventore con la rinascita della maschera teatrale in cuoio risultato di lunghi studi ed estenuanti tentativi, Donato riceve un grave testimone che gli permetterà di aprirsi alla nuova ricerca sulla maschera, spiraglio non solo nella dimensione teatrale bensì in quella pluridisciplinare delle Arti visive, della musica, del gesto, inoltrandosi perfino nel sociale.
Dalle memorie di Donato:
“Mio padre muore giovane, stroncato da un feroce cancro ai polmoni, ma lascia un ponderoso testimone che non posso esimermi di raccogliere. Ricordo le ultime istruzioni, suggeritemi con voce flebile , che mi proiettavano a forza nella sfera internazionale poco più che ventenne. Per questa ragione, frequenti furono i viaggi all’estero, soprattutto a Parigi, caput mundi della cultura e dell’arte, per continuare la ricerca di una mia propria identità artistica che piano piano venivo assumendo con la frequentazione dei compagni e docenti dell’École de Beaux-Arts e soprattutto per assistere alle lezioni dell’amico Jacques Lecoq inerenti a “l’architettura del movimento”, straordinaria formula che, ante litteram, poneva le basi ad una sorta di interdisciplinarietà delle arti racchiudendo in sé teatro, architettura, arti visive e naturalmente il gesto inteso nella più sublimata definizione del senso. Proprio qui venni a contatto con Cesar (Cesare Baldaccini) che aveva l’aula-laboratorio attigua a quella di Jacques nella medesima accademia delle arti parigina. Lo straordinario scultore, fu membro di uno dei movimenti artistici più rappresentativi del secolo, il Nouveau Réalisme, corrente d’avanguardia ideata e gestita dal famoso critico Pierre Restany che agli albori degli anni Sessanta raccolse attorno a sé una pletora di giovani artisti destinati a divenire, da lì a breve, icone dell’avanguardia artistica mondiale: oltre a Cesar, Arman, Christo, Clyne, Tinguely e altri. Qui nella Parigi dei primi anni Settanta prese a formarsi nella mia mente la nuova idea di maschera più legata a quelle istanze politico-sociali che venivano affacciandosi nell’Italia tormentata post-sessantottina. La maschera del volto, inventata da Amleto, assume altre dimensioni quale mutante temporale e diviene maschera totale impossessandosi del corpo intero fino a raggiungere lo stravolgimento dello spazio e del tempo. Nasce così, ai primordi della nuova era digitale, il “mascheramento urbano”, la maschera della città che si avvale delle più sofisticate tecnologie virtuali e si allinea con le ricerche contemporanee di un futuro prossimo. Ecco che il seme sparso da Amleto in un tempo non troppo lontano germoglia e si diffonde quotidianamente nelle più disparate aree culturali del mondo intero nell’indefessa attività degli errabondi componenti del Centro Maschere e Strutture Gestuali.”
Nel 1979 fonda il Centro Maschere e Strutture Gestuali assieme all’architetto Paola Piizzi, poi sua moglie, ed allo scenografo Paolo Trombetta e, da qualche anno, arricchito dalla presenza della figlia Sarah.
Questo organismo culturale si occupa ancor oggi della maschera etno-antropologica, la maschera di teatro dall’antichità fino ai nostri giorni e delle più recenti ricerche pluridisciplinari di Donato riguardo al mascheramento urbano e le strutture gestuali. Iniziano da subito tournées in Europa in cui venivano sviluppate attività didattico-laboratoriali, mostre, produzioni di maschere per nuovi spettacoli teatrali e la progettazione di maschere urbane e spettacoli “en plain air”; spesso i seminari venivano accompagnati da collaborazioni con attori, performer e artisti visuali di tutto il mondo.
Nel 1980 Donato Sartori viene invitato dal direttore Maurizio Scaparro a partecipare alla Biennale-Teatro di Venezia dove realizza la grande installazione-performance a Piazza San Marco chiamata “Ambientazione” con la partecipazione di quasi centomila persone. Questi mascheramenti urbani furono poi portati in altre città: da Genova a Rio, da Trieste a Napoli, da Nancy a Milano e poi Bologna e Firenze, Reims e Singapore, Tokyo e Amsterdam ecc. ecc. ove ogni città richiedeva uno specifico progetto unito a verifiche delle istanze sociali, storiche, culturali ed architettoniche.
Dal 1996 al 2002 viene chiamato in Svezia a dirigere un laboratorio permanente (Maskenverkstaden), tenendo seminari sulla maschera teatrale e conducendo ricerche storiche sulle maschere medioevali nordiche in collaborazione con docenti universitari, studiosi e ricercatori; importante fu la ricerca e produzione di maschere per la trilogia di Eschilo “L’Orestea” diretta da Peter Oskarson che gli ha permesso di effettuare vari viaggi di studio nei luoghi previsti per la ricerca storica e la messa in scena dell’opera greca: in India, in Mozambico, in Grecia e nei siti della Magna Grecia per conoscere e sperimentare ambienti, teatri e luoghi religiosi in essa citati.
Per mettere a punto le 140 maschere realizzate con nuove tipologie e tecniche costruttive, sperimentò approfonditamente l’acustica prevista per i cori greci e le mise a confronto con quelle realizzate oltre cinquant’anni prima dal padre Amleto Sartori con la regia di Jean-Louis Barrault per la medesima tragedia.
Come suo padre, oltre alla scultura ed all’insegnamento, si dedicò alla maschera teatrale in cuoio continuando ad evolverla e creandone sempre di nuove man mano i registi e gli artisti emergenti glielo richiedevano, mai interrompendo la collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, la Scuola parigina di Jacques Lecoq e altri ancora perseguendo una tecnica e metodologia, invariate dal 1946, che costituiscono il programma del Seminario Internazionale della Commedia dell’Arte che ogni anno ha luogo ad Abano a cura del Centro maschere e Strutture Gestuali.
Quest’anno, fra poche settimane, inizierà la 31° edizione orbata del suo direttore, ma non dei suoi insegnamenti. Paola, la moglie, e Sarah la figlia con la storica equipe del Centro Maschere daranno nuovo vigore a questa attività e a quelle che seguiranno perché se ne è andato l’uomo ma non l’artista come già avvenuto con Amleto. Allora il testimone passò al figlio Donato ora, con la figlia Sarah, si apre la terza generazione di questa famiglia d’arte che tanto ha dato alla cultura teatrale. La moglie, che ha sempre condiviso le varie attività culturali, sarà il trait d’union di questo storico passaggio continuando il lungo viaggio personale ed artistico intrapreso con Donato tanti anni fa facendo sua la curiosità intellettuale, l’arte oratoria, la tenacia e la voglia di trasmettere il sapere del compagno di una vita.
Questa instancabile ricerca e creazione nonché la raccolta di opere, maschere, documenti, oggetti, provenienti da tutto il mondo e l’attività artistica che si snoda attraverso una serie di sperimentazioni e ricerche assai varie e complesse, ha fatto della creazione di maschere una sorta di “unicum” a livello internazionale ed è stata premiata con l’assegnazione da parte del Comune di Abano Terme della seicentesca Villa veneta Trevisan Savioli che ospita il Museo Internazionale della Maschera Amleto e Donato Sartori, inaugurato a dicembre 2004 il Museo è stato tenuto a battesimo da una prima mondiale realizzata da Dario Fo e Franca Rame.
Qui sono esposte le opere dei Sartori, raccolte e realizzate in oltre ottant’anni di attività artistica; in questo ambito vengono ospitate anche rassegne teatrali, seminari, cinema e video, attività didattiche, inoltre, negli spazi museali dedicati ad esposizioni temporanee vengono promosse mostre e spettacoli concernenti la cultura di altri popoli e civiltà, nel quadro di scambi culturali con musei italiani e stranieri e con le strutture culturali degli altri Paesi del mondo.
La moglie Paola Piizzi racconta con commozione gli ultimi tragici attimi vissuti accanto al Maestro, simbolo stesso della maschera nel mondo. «Bisogna essere pieni di vita per poter fare un simile gesto. Era un malato terminale, non aveva speranze. Non c'erano altre possibilità di salvarsi. Quando ha focalizzato tutto ciò ha deciso di morire come ha vissuto, con grande dignità e con grande forza interiore. La vita è sempre trasformazione, proprio perché è vita. È un gesto che fa male, ma si può capire. Si deve capire. Togliendosi la vita ha dimostrato grande amore per tutti noi, anche se il dolore è infinito e il vuoto che lascia è immenso. Era un coraggioso, un uomo generoso, di grande dignità. Persona geniale, curiosa, eclettica per lui non ero solo una moglie, ma la compagna di vita e per nostra figlia Sarah ha dato sfogo alla sua arte fino agli ultimi momenti, dipingendo per lei le porte della casa dove vive. Ora stiamo percependo una grande vicinanza da parte di un’incredibile moltitudine di persone : è come fossimo immersi in un oceano di amore. Siamo una famiglia di artisti che ama l'arte. Continueremo a portare avanti i progetti. Un giorno ha detto a me e a nostra figlia Sarah “Adesso tocca a voi”.
“Ecco, siamo pronte!”.
Dal sito web del Museo Internazionale della Maschera Amleto e Donato Sartori:
Carissimi tutti, vogliamo darvi qualche informazione in più per la giornata di venerdì 29 aprile, durante la quale sarà possibile dare l’ultimo saluto al Maestro Donato Sartori (dalle ore 10.00 alle 16.30 al Museo in Villa Savioli).
Per chi lo desidera a partire dalle ore 14.00, sarà possibile portare una propria testimonianza da condividere con gli altri, che può essere un breve scritto, una musica o un gesto simbolico o altro.
Sappiamo però che sarete in tanti a voler omaggiare il Maestro Donato Sartori, pertanto vi invitiamo caldamente a cercare di rendere facile la condivisione della testimonianza, pensando a qualcosa di semplice e breve in modo da lasciar spazio a tutti.
Nel caso in cui voleste portare e condividere la vostra testimonianza vi invitiamo a scrivere a questa email [email protected] e [email protected] entro le ore 17.00 di giovedì 28 aprile. Nelle nostre possibilità cercheremo di venirvi incontro, ma tenente in considerazione anche il breve tempo e la complessità nell’organizzazione della giornata. Nel caso in cui non fosse possibile dare spazio a tutte le testimonianze durante la giornata di venerdì, sarà a discrezione della famiglia Sartori dare priorità alle più significative.
Per le persone che per distanza geografica o altre ragioni, non riusciranno a partecipare fisicamente alla giornata di venerdì 29, ma volessero comunque contribuire a rendere omaggio al Maestro, sarà possibile inviare via email ([email protected]) o via posta (Museo Internazionale della Maschera Amleto e Donato Sartori, Via Savioli, 2 – 35031 Abano Terme PD, Italy) il proprio contributo su ogni tipo di formato (testuale, video, musicale o quant’altro) che andranno successivamente ad essere parte di un Dossier dedicato al Maestro Donato Sartori.
Desideriamo condividere con tutto il mondo questo momento e il ricordo di Donato. Un grazie a tutti per la partecipazione di questi giorni.
Paola e Sarah Sartori