Chi l’avrebbe mai detto che i moti d’Africa e il ribaltone politico iniziato nei paesi della costa mediterranea, sarebbe sfociato in un cataclisma a effetto domino del genere? Eppure è successo: ci troviamo alla metà del 2012, soltanto un anno e mezzo dopo la prima grande ribellione avvenuta in Tunisia, con la cosiddetta “Rivolta del Pane”: migliaia di cittadini di tutte le classi sociali hanno manifestato per settimane. Ci sono stati numerosi morti e feriti. Subito appresso è esplosa la rivolta in Algeria, altri morti, altri feriti, poi a catena l’Egitto, Iran, Libia, Bahrain e Yemen e anche se apparentemente sembrava non entrarci nulla con le rivolte d’Africa, anche l’Albania. C’è un fatto molto curioso da sottolineare: tutti i presidenti, in verità bisognerebbe chiamarli dittatori, che uno dietro l’altro si son trovati scacciati dal potere o costretti a fuggire con tutta la famiglia, affaticati nei loro gesti dal peso di lingotti d’oro rubati negli anni, risultano amici carissimi quasi fraterni di Berlusconi. Tutti costoro sono stati per anni pubblicamente sostenuti e difesi, abbracciati, baciati davanti alle telecamere dal nostro Presidente del Consiglio e nel momento stesso in cui la popolazione urlava “vattene” egli, Berlusconi, ha dichiarato che quei tiranni erano da ritenersi saggi e onesti governanti. Nello stesso istante centinaia di cittadini venivano falciati e trucidati dalla polizia organizzata dai sommi rais in questione. Queste rivolte a valanga sono, nella cultura islamica, segni di una tragica profezia che si va immancabilmente realizzando per tutti coloro che hanno fatto parte di questa corvé di sostegno reciproco. Ma Berlusconi non lo sapeva, altrimenti avrebbe cominciato a farsela addosso fin da allora. Appresso, nella primavera del 2011, cioè circa un anno fa, esplode la cosiddetta diaspora dei disperati: prima mille al giorno sono i profughi che sbarcano a Lampedusa e su altre coste della Sicilia, Calabria, Puglia eccetera. Il numero aumenta quadruplicando ogni settimana finché si raggiunge una vera e propria invasione con centinaia di migliaia di disperati che si rovesciano sulle coste di tutta la penisola. La polizia italiana, così come la Marina e le Forze armate non sanno come arginare quella frana. Qualche scellerato del Governo ordina un atto spietato di repressione: morti a volontà, più di un cittadino italiano reagisce indignato a quella strage, e molti dei soldati e marinai si rifiutano di eseguire. Anche la polizia è allo sbando, il Governo ordina lo stato di emergenza. La destra e in particolare alcuni gruppi di scalmanati fascio-razzisti arrivano ad attaccare il palazzo del Governo colpevole di non prendere decisioni drastiche. Nelle città si assiste a scontri senza quartiere. L’esercito si rifiuta di prender parte a quella buriana senza senso, ma intervengono i corpi speciali e di nuovo sono scontri sanguinosi. Il Governo si sfascia, molti senatori e deputati si dimettono seguiti dalla gran parte dei ministri e sottosegretari e a questo punto sorpassiamo tutti i vari stadi della rivolta e arriviamo al momento in cui si forma un governo popolare, al quale partecipano molti cittadini che niente hanno a che vedere coi governi e coi rispettivi partiti. Si indice un grande referendum col quale si chiede di cancellare tutte le leggi, i decreti ad personam istituiti per favorire il presidente del Consiglio nei suoi processi. Il referendum ha un enorme successo ed ecco che in poche settimane vengono annullati, in quanto ritenuti anticostituzionali, il lodo Alfano, la Cirami, la legge Gasparri e tutte le varie leggi-scudo imposte dal Governo Berlusconi. Inoltre questa legge è decretata retroattiva, per cui tutti i processi annullati per decorrenza dei termini e prescrizione, per archiviazione e amnistia vengono immediatamente riaperti. Si evince che Berlusconi dovrà presenziare ad almeno tre diverse sedute ogni settimana per cinque anni consecutivi. Ma ecco che ci si rende conto all’immediata che Berlusconi non c’è, non si trova: ogni cittadino è coinvolto nella caccia al Presidente nascosto. Vengono coinvolti anche i bambini e le suore, che si dimostrano le più accanite fra tutti i segugi. Nella caccia viene trovato Gasparri rintanato in un centro di prima accoglienza a Lampedusa e con lui c’è anche Maroni; in un convento di trappisti viene scoperto La Russa; Brunetta e Bondi vengono rintracciati in una comunità di recupero per tossicodipendenti, la Santanchè e la Meloni sono rintracciate in un circo equestre nelle vesti di domatrici di iene, e finalmente anche Berlusconi viene ritrovato... a giocare a carte con altri vecchi in un circolo dell’Arci alla Bovisa. Ha inizio il primo processo, ma non si trovano i suoi avvocati: né Ghedini, né Longo, né Pecorella, e perfino Previti non si fa trovare. Gli incaricati dell’arma dei carabinieri si danno subito alla ricerca. I legali dell’ex presidente deposto sono tutti fuggiti all’estero, più di cinquanta avvocati che all’unisono si rifiutano di difendere il Cavaliere, anche per la ragione che un ordine della Finanza ha bloccato tutti gli averi del loro assistito e i beni privati, anche quelli a nome dei figli e parenti più o meno prossimi. Moltissimi sono i cittadini che vogliono assistere a quel giudizio. I responsabili del Palazzo di Giustizia hanno ritenuto di trasferire il processo al palazzetto dello sport, ma ecco che alla prima seduta la presenza della folla risulta incontenibile, quindi il processo verrà ripreso e riproiettato a reti unificate in Italia e all’estero. Berlusconi ha battuto tutti i record di popolarità, per non parlare degli indici d’ascolto. Peccato che non potrà godere delle quote pubblicitarie!
Da Il Fatto Quotidiano, 20/02/11, Dario Fo