"Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi", questa la motivazione dell'assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura a Dario Fo, nel 1997.
Nato a Sangiano, comune del varesotto, nel 1926, da una famiglia di spirito intellettuale vivace, frequenta a Milano negli anni '50 l'Accademia di Belle Arti di Brera. Fondamentale l'incontro e il matrimonio con l'attrice Franca Rame, compagna nella vita e nel lavoro. La sua acuta intelligenza anticonformista e la sua satira, politica e sociale, spiazzante - "cronaca diretta in paradosso e in assurdo" - si esprimono nel teatro come in televisione, sulla carta come in rete.
Attore, regista, drammaturgo, scenografo, costumista, comico, scrittore, blogger e anche pittore. Dal giorno del suo 86° compleanno, il 24 marzo, e sino al 3 giugno Palazzo Reale, a Milano, ospita la mostra "Lazzi, sberleffi, dipinti". Più di 400 dipinti di ogni dimensione - 200 dei quali manifestano la satira e la storia della satira stessa - che trasformano il pensiero di Fo in pittura perché "la pittura è una forma base fondamentale di tutto il teatro e il teatro della pittura", a detta dell'artista che spesso si esibirà tra le sue opere pittoriche per spiegarne il significato al pubblico.
fonte: corrierenazionale.it