[STAMPA] Da Natale a Pasqua sulla torre. E Dario Fo incontra i lavoratori

la torre

Milano, 8 aprile 2012 - Quando in tre si arrampicarono sulla torre faro del Binario 21, era l’Immacolata, in pochi scommettevano che avrebbero mangiato il panettone. Invece gli ex Wagon Lits in protesta dopo essere stati licenziati (in 800 solo a Milano) quando Trenitalia ha soppresso de facto i treni notturni Nord-Sud oggi mangeranno anche la colomba. Dopo quattro mesi di presidio ad alta quota, una staffetta che batte ogni record nel genere inaugurato alla Innse nell’estate 2009. «Ci saremo» anche ai piedi della torre, conferma Angelo Mazzei della Cgil, «a Pasqua come ogni giorno, al di là delle visite che ogni tanto arrivano di volti noti, politici e non». Meglio tendenzialmente i «non», gli artisti «senza bandiere né simboli», perché, insistono al presidio, «non ci facciamo mettere il cappello», «non vogliamo perdere la nostra autonomia. Lottiamo per la coesione sociale dell’intero Paese, perché è un diritto».

Non solo il lavoro, anche la mobilità. Sotto la torre sono stati, tra gli altri, Moni Ovadia, Vinicio Capossela, Daniele Silvestri. Oggi tocca a Dario Fo, che alle 16 ha invitato una delegazione alla sua mostra di dipinti a Palazzo Reale. Il Nobel ne ha fatto uno sulla battaglia della torre, c’è scritto: «Sempre più in alto dobbiamo arrampicarci perché si accorgano di noi e della nostra tragedia. Così pur di sopravvivere, rischiamo la vita».
Sulla torre salirono per primi Beppe Gison, Carmine Rotatore e Oliviero Cassini. Beppe è sceso il 21 gennaio, Carmine il 25, Oliviero il 24 febbraio, con 78 giorni compreso il grande freddo sulle spalle dei suoi 48 anni, e a dargli il cambio è arrivato nel giro di 24 ore il 28enne Rocco Minutolo. Ma la vedetta non è rimasta sguarnita, perché intanto, la sera del 2 febbraio, era salito Stanislao Focarelli, 37 anni, che da poco è anche partigiano perché l’Anpi di Voghera gli ha conferito una tessera ad honorem.

Stanno bene tutti e due, ha confermato il medico che li controlla. Il presidio è alimentato dalle donazioni di decine di sostenitori. Nessun dubbio, si va avanti. Nonostante, anche, la conferma delle assunzioni di 152 ex lavoratori dei treni notte in base all’accordo sottoscritto in Regione il 30 dicembre, senza la Cgil. «È un’amarezza, ma capisco quelli che hanno famiglia. Il punto è che il lavoratore non dovrebbe mai trovarsi davanti a una scelta del genere», ha scritto Focarelli nel diario che tiene su E, il mensile online di Emergency, sui primi 23 assunti da Trenord. E martedì, giorno 118 della protesta: «Ci giungono voci attendibili che potrebbero ripristinare i treni notturni. Noi siamo sempre stati ferrovieri, non permetteremo che ci svendano a cooperative varie di dubbia natura. I treni sono un bene essenziale per i cittadini e noi vogliamo tornare a fare il nostro lavoro».

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fonte: ilgiorno.it