[STAMPA] Anche l'ateo Dario Fo ricorda cardinal Martini: "Uomo di pace giusto"

cardinale martini mortoMilano - Anche l'attore Dario Fo, che ha sempre dichiarato di essere ateo, ha deciso di lasciare il suo ricordo del cardinale Carlo Maria Martini scomparso ieri sottolineando come fosse un uomo di pace giusto, coraggioso e libero. Sono ore di grande dolore quelle che stanno trascorrendo molti cristiani che avevano avuto modo di conoscere e apprezzare il cardinale Carlo Maria Martini scomparso nel pomeriggio di ieri e che soprattutto nei cattolici milanesi aveva lasciato un importante ricordo anche dopo la fine della sua attività pastorale, ma non è solo chi ha una grande fede in Dio ha rimpiangerlo visto che anche l'attore

Dario Fo, che ha sempre dichiarato di essere ateo ha voluto esprimere il dispiacere per questa perdita. Il premio Nobel, infatti, ha voluto lasciare un suo ricordo del prelato alla guida della Diocesi di Milano per ben 23 anni sottolineando i grandi valori umani che hanno sempre caratterizzato la vita di Martini: "Era un uomo straordinario, per umanità, senso di giustizia, carità". Martini, però, secondo Fo, al personaggio di Sant'Ambrogio che lui ha avuto modo di raccontare a teatro, però, assomiglia poco "perché Ambrogio era anche uno che non accettava alcun dialogo con movimenti cristiani che non fossero scelti da lui, o che l’avessero eletto".
Il cardinal Martini, infatti, in varie occasioni nel corso della sua attività religiosa non ha mai esitato a mostrare vicinanza e solidarietà anche a chi faticava a credere nella bontà del Signore e a differenza di altri religiosi ha sempre aperto al dialogo con chi credeva in altre confessioni, ma anche con atei e agnostici: "E' stato un uomo di pace, seriamente e profondamente, e ha sempre preso posizione, anche su temi come l’accanimento terapeutico. Per uno che era l’arcivescovo di Milano, quasi un secondo Papa, significava avere un coraggio immenso. Le sue grandi capacità umane sono sempre state evidenti anche quando ha accettato di lasciare il suo posto, sollecitato da forze che si dicono cattoliche, appartenenti a un certo giro e interesse, che malvedevano il suo coinvolgere i diseredati, le persone in difficoltà, contro ogni forma di abbandono, di razzismo, di rifiuto di coloro che non hanno a che fare col potere".
Non sarà quindi semplice per Milano riuscire a rialzarsi da questo momento di dolore e inevitabilmente per tutti quelli che succederanno a lui alla guida della Diocesi di Milano sarà difficile raggiungere livelli così elevati di gradimento tra i cittadini, credenti e non.

fonte: milano.ogginotizie.it